La crisi di Hollywood: accuse e battaglie legali su più fronti
Nuove accuse contro Justin Baldoni
Nella sempre tumultuosa macchina di Hollywood, nuove controversie accendono i riflettori sul regista e attore Justin Baldoni. Recentemente, Baldoni è stato citato in giudizio dalla sua ex pubblicista, Steph Jones, con l’accusa di violazione del contratto. Questa querela segue a pochi giorni di distanza da un’altra, avanzata dalla co-protagonista del film “It Ends With Us”, che ha denunciato Baldoni per molestie sessuali sul set.
Il contesto del contratto e della disputa
Baldoni aveva stipulato un contratto annuale con l’agenzia di Jones, Jonesworks, per un importo di 25.000 dollari al mese. Tuttavia, in agosto, nel periodo di uscita nelle sale di It Ends With Us, Baldoni ha abbandonato Jonesworks per seguire la sua publicista Jennifer Abel nella sua nuova agenzia. Jones ha accusato Abel e un’altra publicista, Melissa Nathan, di aver cospirato attivamente per danneggiare la sua reputazione e di aver rubato clienti dalla sua agenzia.
La nuova causa
La causa, depositata presso il Tribunale dello Stato di New York, sostiene che Abel e Nathan abbiano orchestrato una campagna diffamatoria contro l’attrice co-protagonista e che poi abbiano cercato di incolpare Jones per l’usura dell’immagine della stessa attrice in vista dell’uscita di “It Ends With Us”. Nell’azione legale presentata in California, la co-protagonista accusa Baldoni e il suo team di aver messo in atto una campagna di manipolazione sociale per distruggere la sua reputazione in risposta alle sue accuse di molestie.
Una battaglia legale in evoluzione
La denuncia avanzata dalla co-protagonista contiene prove di messaggi di testo recuperati dai telefoni aziendali di Jonesworks tramite una citazione pre-legale inviata coraggiosamente dai suoi avvocati. Jones ha consegnato il telefono utilizzato da Abel, il quale era stato forensicamente preservato dopo l’uscita della publicista dalla compagnia. Questi messaggi svelano le conversazioni tra Baldoni e le publiciste, nelle quali discutono dei piani per “seppellire” la reputazione della co-protagonista, mentre Baldoni tentava di bloccare ogni potenziale divulgazione pubblica di presunti comportamenti inopportuni sul set.
Le difese di Baldoni
Baldoni ha risposto con vigore a tutte le accuse, definendole “vergognose” e “grave e categoricamente false”. Ha rilasciato dichiarazioni in cui nega tutti i capi d’accusa mosso contro di lui, la sua azienda Wayfarer Studios e i suoi rappresentanti. Il clima di tensione attorno alla produzione, che tratta temi delicati come l’abuso e il trauma, si è intensificato ulteriormente con l’emergere di queste nuove vicende.
La strategia di Abel e Nathan
La causa intentata da Jones sostiene che Abel avesse progettato da mesi di lasciare Jonesworks, portando con sé i clienti dell’agenzia e diffamando al contempo Jones. Nathan, secondo quanto riportato, avrebbe incoraggiato Abel a fare questo passo, con l’intento di acquisire i clienti di Jonesworks. “Questo piano ha inflitto gravi danni a Jones e all’agenzia,” si legge nella denuncia.
Il costo della controversia
Le accuse di manipolazione sociale e le ambigue strategie di spostamento dei clienti sottolineano le tensioni esistenti in un’industria in cui la reputazione è tutto. Le rivelazioni dei messaggi di testo e le battaglie giudiziarie che ne derivano potrebbero avere ripercussioni significative su tutte le parti coinvolte, influenzando non solo le singole carriere ma anche il panorama pubblicistico più ampio.
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