Uno sguardo intimo su Felicity Jones e “The Brutalist”
Immersione nell’architettura e psicologia post-bellica
Felicity Jones riflette con sincerità sulla connessione tra l’architettura brutalista e il contesto storico post-bellico. Durante un’intervista al Barbican di Londra, famoso per la sua imponente struttura brutalista, Jones ha condiviso le sue impressioni sull’ambientazione perfetta per discutere del suo ultimo film, “The Brutalist“.
“È davvero un’idea fantastica,” ha dichiarato, osservando il cielo sereno che incorniciava le torri grigie del Barbican. In effetti, il film di Brady Corbet, un dramma elettrizzante su un sopravvissuto all’Olocausto e architetto brutalista nell’America post-bellica, ha catturato l’attenzione dei critici da quando è stato presentato a Venezia.
Il viaggio di Erzsébet Tóth: una performance da ricordare
Jones appare nella seconda metà del film, ma il suo ruolo è significativo e ha già suscitato discussioni sulle nomination agli award. “Non riuscivo a staccarmi dallo script,” ha detto Jones, descrivendo la sceneggiatura di Corbet come intrigante e intellettualmente stimolante, focalizzata sul contrasto tra fascismo e capitalismo.
L’ambientazione a Budapest, che nel film rappresenta Filadelfia, ha fornito un contesto ideale per esplorare il destino dei Tóth, personaggi complessi che navigano le sfide dell’epoca post-bellica.
Dieci anni di evoluzione artistica
Un decennio separa “The Theory of Everything” da “The Brutalist”, ma le similitudini tra i due film sono sorprendenti. In entrambi, Jones interpreta il ruolo di una moglie le cui vite sono strettamente legate a geni tormentati. Ma, come ha osservato, “vanno oltre le etichette di semplici mogli o madri.” Questi personaggi incarnano una certa ribellione e forza interiore, qualità che attraggono Jones come attrice.
L’esperienza personale di Jones, inclusi gli impegni familiari, ha arricchito la sua capacità di interpretare personaggi complessi. “Aver costruito la mia famiglia mi ha dato le risorse e la potenza per affrontare questo ruolo,” ha affermato, riferendosi alla famiglia che ha costituito con il marito, il regista Charles Guard, e i loro due figli.
Un ritorno a “Star Wars”?
Il ruolo di Jyn Erso in “Rogue One: A Star Wars Story” è stato un altro punto saliente della carriera di Jones. Nonostante gli impegni familiari le abbiano impedito di seguire la serie prequel di Diego Luna, “Andor”, è aperta alla possibilità di tornare nell’universo di Star Wars. “C’è ancora qualcosa di irrisolto lì,” ha detto, suggerendo che con la giusta storia, potrebbe tornare ad interpretare Jyn.
Progetti futuri e nuove sfide
Jones ha un’agenda fitta di progetti interessanti, tra cui “Train Dreams” con Joel Edgerton e la commedia natalizia “Oh. What. Fun.” di Michael Showalter. La sua compagnia di produzione, Piecrust, sta lavorando all’adattamento del graphic novel “100 Nights of Hero” e sviluppando una serie TV in cui interpreterà la capo di una squadra di Formula Uno a conduzione familiare.
“C’è una sete per eventi cinematografici, e ‘The Brutalist’ soddisfa questa esigenza,” ha detto Jones. Con la sua sequela crescente di ammiratori, “The Brutalist” promette di essere un’epopea americana destinata a lasciare il segno.
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