Il coraggio di Blake Lively: un viaggio verso la giustizia sul set di Hollywood
Amicizia e solidarietà tra le star
Domenica scorsa, le colleghe di Blake Lively nella Sisterhood of the Traveling Pants, hanno condiviso un messaggio di sostegno per l’attrice tramite Instagram. America Ferrera, Amber Tamblyn e Alexis Bledel hanno manifestato la loro solidarietà nel momento in cui Lively ha denunciato il suo co-protagonista e regista di It Ends With Us, Justin Baldoni, per molestie sessuali e un presunto tentativo orchestrato di distruggere la sua reputazione.
Un messaggio toccante
Le colleghe di Lively hanno scritto: “Come amiche e sorelle di Blake da oltre 20 anni, siamo al suo fianco mentre combatte contro la campagna riportata che mira a distruggere la sua reputazione. Durante le riprese di It Ends With Us, l’abbiamo vista trovare il coraggio di chiedere un ambiente di lavoro sicuro per sé e per i suoi colleghi, e siamo inorridite nel leggere le prove di un tentativo premeditato e vendicativo di screditare la sua voce. Ancora più doloroso è lo sfruttamento spudorato delle storie di sopravvissuti alla violenza domestica per silenziare una donna che chiedeva sicurezza. L’ipocrisia è sconcertante”.
L’importanza di un ambiente di lavoro sicuro
Le attrici hanno ulteriormente condiviso le loro riflessioni: “Siamo colpite dalla realtà che, anche se una donna è forte, celebrata e ha risorse come la nostra amica Blake, può affrontare forti ritorsioni per aver osato chiedere un ambiente di lavoro sicuro. Siamo ispirate dal coraggio della nostra sorella di difendersi e difendere gli altri”.
Dettagli tecnici delle accuse di Lively
Nella denuncia presentata da Blake Lively, si evidenziano particolari dettagliati delle accuse contro Baldoni. Durante le riprese, si tenne una riunione per affrontare le lamentele di Lively riguardo un presunto ambiente di lavoro ostile. Lively avrebbe richiesto a Baldoni di cessare diverse azioni inappropriat, come mostrare video o immagini di donne nude alla presenza dell’attrice, discutere della propria presunta dipendenza dalla pornografia e delle sue esperienze sessuali davanti a Lively e ad altri.
Inoltre, lamentele specificavano un tentativo di “manipolazione sociale” per distruggere la reputazione di Lively, con 22 pagine di messaggi tra il pubblicista di Baldoni e la responsabile della sua agenzia di crisi per sviluppare strategie per mettere in ombra la figura di Lively.
Dichiarazioni ufficiali
In una dichiarazione, Lively ha spiegato: “Spero che la mia azione legale aiuti a svelare queste tattiche vendicative e sinistre per danneggiare coloro che parlano di cattiva condotta e protegga altre persone che potrebbero essere prese di mira”.
D’altro canto, l’avvocato di Baldoni, Bryan Freedman, ha etichettato le accuse di Lively come “vergognose e categoricamente false”, sostenendo che si tratti di un disperato tentativo di “aggiustare” la sua reputazione negativa, scaturita dai suoi stessi comportamenti e dichiarazioni pubbliche.
Reazioni dell’industria
Dopo la notizia della denuncia di Lively, la WME ha deciso di rescindere il contratto di rappresentanza di Baldoni. Questa agenzia rappresenta anche Lively e suo marito, Ryan Reynolds.
L’industria cinematografica, trattata come un microcosmo della società, pone spesso sotto i riflettori questioni delicate e complesse. La vicenda di Blake Lively rappresenta un esempio significativo di come anche in contesti privilegiati si possano verificare situazioni di abuso di potere. L’importanza di creare ambienti di lavoro sicuri e rispettosi è fondamentale, e figure come Lively, che scelgono di far fronte apertamente a tali problematiche, svolgono un ruolo cruciale nel portare avanti questo cambiamento culturale.