Michael Moore: il caso Mangione e il sistema sanitario americano
Il contesto del dibattito
Il noto regista Michael Moore, vincitore dell’Oscar, scopriamo recentemente al centro di una polemica infiammata. Questo avvenne quando il suo nome fu menzionato in una manifesto che Luigi Mangione, accusato di aver ucciso il CEO di UnitedHealthcare Brian Thompson, ha sostenuto come ispirazione per le sue azioni. Mangione ha infatti dichiarato di essere stato mosso dalla frustrazione per il sistema sanitario statunitense.
L’accusa ha portato a numerose richieste di commento indirizzate a Moore, che ha deciso di rispondere attraverso una lunga pubblicazione sulla piattaforma Substack. Il titolo del suo articolo, “Un Manifesto Contro le Compagnie di Assicurazione Sanitaria a Scopo di Profitto”, chiarisce subito il tono della sua presa di posizione.
La risposta di Michael Moore
Nel suo articolo, Moore non ha cercato di mitigare la rabbia pubblica esplosa dopo l’assassinio di Thompson. Ha dichiarato che le richieste di condanna della comunità mediatica non hanno scalfito la sua convinzione che la rabbia contro il sistema sanitario sia pienamente giustificata e a lungo attesa.
Moore ha scritto: “Non è spesso che il mio lavoro riceva una recensione a cinque stelle da un vero assassino. La mia linea telefonica non smette di suonare, ed è un problema perché non ho un aggancio al telefono. Email, messaggi, richieste da parte dei media stanno piovendo.”
Un sistema insostenibile
Il documentario “Sicko” di Moore, lanciato nel 2007, esamina il sistema sanitario e farmaceutico statunitense, confrontandolo con i sistemi di sanità universale di Canada, Regno Unito e Cuba. Questo film ha ricevuto una nomination per il miglior documentario agli Academy Awards di quell’anno, evidenziando le discrepanze e le iniquità del sistema americano.
In risposta alla domanda se condanna l’omicidio del CEO di UnitedHealthcare, Moore ha affermato: “Non sono qui per sopprimere questa rabbia. È giustificata, e dovrebbe essere pubblicamente riconosciuta. Non è nuova; è in ebollizione da anni. Voglio versare benzina su quella rabbia.”
La vera questione
Moore spiega che la rabbia contro il sistema sanitario non si limita all’assassinio di Thompson, ma riguarda la sofferenza e la miseria diffuse causate da decenni di abusi: “Non parlo dell’omicidio di un CEO, ma della morte di massa e della miseria — il dolore fisico, l’abuso mentale, il debito medico, le bancarotte davanti ai rifiuti delle richieste e delle cure negate, e a detrazioni senza fondo sopra premi sempre più elevati — che l’industria sanitaria ha inflitto agli americani per decenni. Nessuno si è frapposto! Un governo, due partiti rotti, hanno permesso a questa industria di rubare e, sì, uccidere.”
Una condanna severa
Moore conclude il suo ragionamento con una condanna sia dell’omicidio che dell’intero sistema sanitario americano: “Condanno l’omicidio, perciò condanno il corrotto, vile, rapace, assetato di sangue, non etico, immorale sistema sanitario americano e condanno ogni CEO che lo gestisce e ogni politico che accoglie i loro soldi e mantiene questo sistema invece di smantellarlo e buttarlo via.”
La soluzione di Moore
Il regista chiude il suo articolo con un appello deciso: “Buttate questo intero sistema nella spazzatura, smantellate questo business immorale che trae profitto dalle vite umane e monetizza le nostre morti, che ci uccide o ci lascia morire. Distruggetelo tutto e sostituitelo con un sistema di sanità universale, gratuito, compassionevole e pieno di vita come ogni altro paese civile sulla Terra.”
Per chi fosse interessato, “Sicko” è disponibile per la visione gratuita qui.
Riflessioni e analisi
Il discorso di Moore offre un’analisi tecnica delle falle del sistema sanitario americano. Studi recenti mostrano che la sanità a scopo di lucro spesso porta a costi elevati e alla limitazione dell’accesso alle cure, contrastando con i modelli europei dove la sanità è considerata un diritto fondamentale.
Moore ha messo in luce le ripercussioni sociali ed economiche di un sistema che non riesce a proteggere i più vulnerabili. La sua autorità nel campo, corroborata da decenni di documentari incisivi, arricchisce la discussione pubblica su come riformare la sanità e rende il suo contributo non solo rilevante ma anche essenziale.