Film sui lupi mannari: un’intrigante variazione del genere horror
Introduzione alla trama
Werewolves è un tipico film distopico d’azione a tema lupi mannari, con elementi tratti sia da pandemie che da film come The Purge. Sebbene non si possa definire un capolavoro cinematografico, offre comunque un godibile passatempo. L’interpretazione centrale è affidata a Frank Grillo, che riesce a migliorare anche i film di più basso profilo grazie alla sua presenza carismatica, simile a un Charles Bronson più intellettuale.
Un’analisi tecnica dei dettagli
In Werewolves, la trama è semplice e diretta: in una notte di superluna, quando la luna piena è più vicina alla Terra, chiunque guardi il satellite anche solo per un secondo si trasforma in un lupo mannaro. Questo elemento di trama offre un ottimo pretesto per restare a casa e guardare il film.
Effetti pratici e visivi
I lupi mannari nel film, progettati da Alex Gillis e Tom Woodruff Jr., sono alti, atletici e dotati di orecchie appuntite e musi animatronici che schioccano come mascelle di coccodrillo in miniatura. Questi mostri si muovono rapidamente e fanno a pezzi carne umana con facilità. Tuttavia, da certe angolazioni, sembrano fatti di cartapesta con peli di costume attaccati.
Potete guardare il trailer del film qui.
Nel panorama degli effetti pratici, una sezione del cinema horror particolarmente significativa è quella dedicata ai film sui lupi mannari.
La tradizione dei lupi mannari nel cinema
Il volto classico del lupo mannaro
Il cinema ha sempre avuto una particolare attrazione per i lupi mannari, dal The Wolfman del 1941, con Lon Chaney Jr., che ha dato vita a scene di trasformazione memorabili, fino al rivoluzionario The Howling del 1981. Questi film non solo hanno offerto spettacoli visivi unici, ma hanno anche segnato il debutto di maestri degli effetti come Rob Bottin, che ha poi creato le creature di The Thing di John Carpenter.
L’evoluzione degli effetti speciali
Quando An American Werewolf in London è uscito nel 1981, il pubblico ha assistito a effetti pratici che quasi aspiravano a essere digitali. Questo trend ha messo in luce quanto gli effetti visivi possano evolversi, un tema che Werewolves sembra voler esplorare, anche se con risultati discutibili.
L’aspetto scientifico nel film
Frank Grillo interpreta il Dr. Wesley Marshall, un biologo molecolare impiegato dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC). Il CDC sta studiando il fenomeno del lupo mannaro e cerca di sviluppare un antidoto chiamato “moonscreen”, che viene applicato spruzzandolo sulla pelle. Tuttavia, come spesso accade in questi film, l’esperimento va terribilmente storto e segue il caos.
La struttura narrativa
Il film assume la struttura di un film di zombi, con scienziati che si barricano e cercano di evitare la trasformazione in lupi mannari. Tra i personaggi spicca anche il vicino di Wesley, un survivalista eccessivo che si prepara alla notte della superluna dipingendosi la faccia di rosso, bianco e blu. Questo personaggio diventa un lupo mannaro bizzarro e quasi comico, alimentando la componente visiva e narrativa del film.
Un finale da urlo
La parte più avvincente del film arriva alla fine, quando lo stesso Grillo deve affrontare il suo destino e guardare la luna per salvare i suoi cari. Il climax ricorda le classiche scene di trasformazione che hanno fatto la storia del genere, portando un omaggio ai predecessori senza però riuscire a sorprendere completamente i nuovi spettatori.
Considerazioni finali
Werewolves si trova nel crocevia del genere horror, cercando di bilanciare nostalgiche tecniche di effetti pratici con l’inevitabile influenza degli effetti digitali moderni. Sebbene non riesca sempre a realizzare questo equilibrio alla perfezione, offre pur sempre una visione interessante per gli appassionati del genere.
Oltre a intrattenere, il film invita a riflettere sull’evoluzione degli effetti speciali e sulla continua ricerca di innovazione nel mondo del cinema.
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