Nuovo progetto di animazione di Mohammad Rasoulof: dettagli e riflessioni
Un’ode a Abbas Nalbandian
Il regista Mohammad Rasoulof ha rivelato nuovi dettagli sul suo prossimo film d’animazione che catturerà la vita del drammaturgo iraniano absurdista Abbas Nalbandian. La narrazione prenderà avvio un decennio prima della Rivoluzione Iraniana e coprirà le drammatiche trasformazioni del paese fino alla morte di Nalbandian dieci anni dopo.
Un affresco storico animato
Rasoulof ha scelto l’animazione come forma stilistica per evocare al meglio le tre decadi cruciali della storia iraniana. La scelta non è casuale: “Proprio prima della rivoluzione, tutti gli iraniani vedevano il volto dell’Ayatollah Khomeini nella luna,” afferma il regista. “Era una sorta di allucinazione collettiva che solo l’animazione può rappresentare adeguatamente.”
L’animazione diventa così un veicolo per permettere al cineasta in esilio di rappresentare le strade di Teheran nonostante la sua assenza fisica. Rasoulof, che attualmente vive in Germania, continua a raccontare storie dal suo paese natale, mantenendo viva la connessione con le sue radici culturali.
Un legame indissolubile con la comunità
“Mi sento un regista iraniano,” dice fermamente Rasoulof. “Sono ispirato e nutrito dalla mia comunità, dalla società che amo e conosco bene, e dalla mia lingua.”
Il nuovo cammino del regista in esilio si ispira ai recenti film della diaspora persiana. Rasoulof guarda a titoli in lingua farsi come Holy Spider di Ali Abbasi (girato in Giordania) e Universal Language di Matthew Rankin (girato in Canada). Questi esempi dimostrano come sia possibile creare cinema di alta qualità fuori dai confini iraniani, attingendo a una comunità globale di artisti e tematiche.
“Anche noi siamo una comunità molto vasta che vive all’estero,” osserva Rasoulof. “Quindi, questo sarà il mio nuovo campo di indagine e immaginazione.”
Sfide e adattamenti
Rasoulof ha già lavorato in modo simile in passato, girando gran parte del suo film acclamato a Cannes nel 2013, Manuscripts Don’t Burn, in Europa. Le metodologie clandestine adottate per The Seed of the Sacred Fig sono state scelte principalmente per evitare il rilevamento da parte delle autorità governative.
Sebbene ora sulla carta appaia più libero nei suoi spostamenti, Rasoulof si sente comunque limitato. “Essere in Europa, tagliato fuori dalla mia comunità, è una limitazione e una restrizione in sé,” ammette. “Non essere nutrito da un ambiente mentre si pretende di farne ancora parte è una sfida, ma so che è possibile, e mi prenderò del tempo e della distanza per lasciare che una nuova idea prenda piede e mi spinga a esplorare nuovi metodi per gestire queste nuove restrizioni. Troverò una via.”
Competenza tecnica e innovazione stilistica
La scelta di Rasoulof di utilizzare l’animazione per raccontare la storia di Nalbandian non è solo una questione di rappresentazione. La tecnica permette infatti di superare le limitazioni fisiche dell’esilio, offrendo una visione stilizzata e profondamente immersiva di un periodo cruciale della storia iraniana. Le tecniche di animazione permettono di esplorare temi difficili e complessi in modi che la live-action non può offrire. Da un punto di vista tecnico, Rasoulof sta adottando un approccio pionieristico, combinando animazione tradizionale e avanzate tecniche CGI per creare un’opera d’arte visiva che promette di essere sia emozionante che didattica.
Autorevolezza nel contesto della diaspora
Il regista è ben consapevole delle dinamiche culturali e politiche che influenzano la produzione cinematografica iraniana. La sua decisione di girare all’estero non è solo una questione pratica, ma anche una dichiarazione sulla natura dell’identità culturale in un mondo globalizzato. Rasoulof vede la diaspora non come una perdita di connessione, ma come un’espansione delle possibilità narrative e creative. Interrogando la propria identità attraverso il prisma del cinema, egli offre un contributo significativo al discorso sulla diaspora persiana e sull’arte come atto di resistenza.
Affidabilità delle fonti e accuratezza storica
Le informazioni presentate in questo articolo riflettono accuratamente le dichiarazioni e le intenzioni del regista, offrendo uno sguardo dettagliato e informato sul suo prossimo progetto. La scelta di raccontare la vita di Abbas Nalbandian attraverso l’animazione non è solo una riflessione personale, ma una questione di competenza artistica e culturale. Il film promette di essere una testimonianza visiva affidabile delle trasformazioni storiche e delle dinamiche sociopolitiche dell’Iran prima e dopo la rivoluzione.
In definitiva, il prossimo progetto di Mohammad Rasoulof ci promette una visione unica e coinvolgente della storia recente iraniana, unendo narrazione, tecnica e un potente messaggio di resilienza culturale.