Spike Lee racconta la sua carriera al Red Sea International Film Festival
Un dialogo con Spike Lee: la quinta collaborazione con Denzel Washington
Durante il Red Sea International Film Festival a Jeddah, Arabia Saudita, il celebre regista Spike Lee è stato protagonista di una sessione intitolata “In Conversation With.” Qui ha condiviso insight sulla sua carriera e ha rivelato alcuni dettagli sul suo quinto film con l’attore Denzel Washington, che egli definisce il “Duo Dinamico di D e Lee.”
Lee ha evidenziato la solida relazione professionale e personale con Washington, spiegando che nonostante i 18 anni di pausa dalla loro ultima collaborazione in “Inside Man,” tornare sul set insieme non è stato affatto complesso. “Siamo come fratelli… Facciamo il nostro lavoro.”
Highest to Lowest: un progetto ambizioso
Il nuovo film, intitolato “Highest to Lowest,” è descritto da Lee come una “reinterpretazione, non un remake” del capolavoro di Akira Kurosawa “High and Low.” La storia si focalizza su diverse prospettive riguardo all’aggressione di una donna. Lee ha ricordato con nostalgia i tempi della scuola di cinema, dove fu introdotto al cinema mondiale, e come il lavoro di Kurosawa lo abbia profondamente influenzato.
Il ritiro di Denzel Washington e le riflessioni sulla pensione
Spike Lee ha accennato anche a possibili piani di ritiro per Washington, che presto interpreterà Otello a Broadway. Quando gli è stato chiesto se anche lui avesse considerato il ritiro dalla regia, Lee ha risposto scherzosamente, chiedendosi quanti anni avesse Akira Kurosawa quando smise. Dopo aver saputo che Kurosawa aveva 81 anni, Lee ha concluso: “Ho ancora del tempo.”
La benedizione di fare ciò che si ama
Lee ha riconosciuto il privilegio di poter vivere facendo ciò che ama, definendolo una vera benedizione. Riflessioni di questo tipo mostrano quanto il regista sia consapevole della fortuna di poter seguire la sua passione, affermando che il suo destino era diventare un filmmaker.
Un ritorno a Jeddah con gratitudine
Questa è stata la terza visita di Lee a Jeddah e la seconda partecipazione al Red Sea International Film Festival. Egli ha definito la sua presenza lì una benedizione, ricordando come la sua prima visita fosse legata al film “Malcolm X.” Per le riprese, infatti, aveva aspettato due settimane per ottenere il permesso di utilizzare una telecamera a La Mecca, divenendo il primo a ricevere tale autorizzazione.
Le sfide di “Malcolm X” e il supporto della comunità
Parlando di “Malcolm X,” Lee ha rivelato quanto fosse stata dura la produzione del film, soprattutto a causa del budget ristretto. Dopo aver investito parte del suo salario e affrontato la chiusura del progetto da parte di Warner Bros., Lee ha cercato supporto finanziario da prominenti personaggi neri, tra cui Bill Cosby e Michael Jordan.
Momenti difficili e trionfi in carriera
Lavorando su “Malcolm X,” Lee ha dovuto affrontare sfide significative, compresa una minaccia di bomba durante il volo verso Johannesburg. Nonostante le difficoltà, il regista ritiene che il lavoro di Washington in “Malcolm X” sia una delle migliori interpretazioni biografiche di sempre. Ha inoltre lodato il recente ruolo di Washington in “Gladiator II.”
L’importanza dell’opportunità per nuovi talenti
Lee è conosciuto anche per il suo impegno a dare opportunità a nuovi talenti, sia davanti che dietro la telecamera. Ha menzionato come “Jungle Fever” abbia segnato il debutto di Halle Berry e Queen Latifah, sottolineando la gratificazione nel vedere nuove stelle emergere in un’industria difficile.
Un approccio familiare sul set
Lee ha parlato dell’atmosfera familiare che cerca di creare sui suoi set, spiegando che questo ambiente positivo è cruciale per ottenere le migliori performance. Ha anche condiviso una curiosa paura delle altezze, confessando che evita di salire sui tetti durante le riprese.
Un approccio uniforme tra documentari e fiction
Il processo di creazione di documentari e film di fiction, secondo Lee, è simile in quanto entrambi raccontano storie. Ha evidenziato come il documentario “4 Little Girls” sia uno dei suoi lavori più commoventi, definendolo il suo miglior lavoro, sebbene sia stato emotivamente difficile.
Un festival di prestigio e rinomati partecipanti
Lee è stata solo una delle numerose celebrità di Hollywood presenti al Red Sea International Film Festival, tra cui Cynthia Erivo, Michelle Yeoh, Viola Davis e molti altri. La sua partecipazione come presidente della giuria riflette il suo impegno nel sostenere giovani e promettenti filmmaker.
Un pubblico entusiasta e riconoscente
Alla fine della sessione, il pubblico di Jeddah ha riservato a Spike Lee una standing ovation, con almeno una persona che gridava: “Grazie, Spike!” Un riconoscimento che evidenzia l’impatto significativo del regista sulla comunità cinematografica globale.