Un viaggio cinematografico tra ambizione e realtà
Il sogno infranto di un regista svizzero
Non tutti i cineasti iniziano in piccolo per crescere, alcuni puntano subito in grande. È il caso di Tim Fehlbaum, regista svizzero noto per i suoi film di fantascienza indipendenti. Il suo ambizioso progetto? Raccontare ogni sfaccettatura del tragico evento del 5 settembre 1972, quando otto terroristi della milizia palestinese Settembre Nero attaccarono il Villaggio Olimpico di Monaco, causando la morte di undici atleti israeliani.
Il piano di Fehlbaum era grandioso: creare un mosaico narrativo intersecando prospettive di poliziotti, atleti olimpici, giornalisti, civili e diplomatici governativi. Un’impresa cinematografica degna dell’evento sismico che ha sconvolto il mondo. Ma la realtà finanziaria ha presto ridimensionato il suo sogno.
Le difficoltà del finanziamento
Con un copione solido ma un budget insostenibile, Fehlbaum si è trovato di fronte a un bivio. “Avevamo una sceneggiatura, e penso fosse davvero buona,” ricorda Fehlbaum. “Ma mi sono girato verso il mio produttore Philipp [Trauer] e ho detto, ‘Come faremo a realizzare questo film?’ Nessuno avrebbe mai finanziato un progetto di tale portata.”
Il cinema spesso implica trasformare l’ambizione in delusione, e Fehlbaum ha dovuto fare i conti con questa dura realtà. Tuttavia, la storia non si è fermata lì.
Un nuovo approccio: media e etica
Il film che è nato invece è un thriller di 91 minuti dal titolo Settembre 5 September 5, concentrato sull’etica dei media. Ha creato un notevole scalpore al Telluride Film Festival, scatenando una frenesia di acquisizioni e posizionandosi ai vertici delle previsioni per i migliori film.
Con il compredevero delle risorse necessarie per girare la sceneggiatura di 160 pagine, Fehlbaum e i suoi co-sceneggiatori, Moritz Binder e Alex David, si sono trovati in una situazione difficile. Come rendere giustizia a un evento così complesso con risorse limitate?
L’incontro con Geoffrey Mason
Qui entra in gioco Geoffrey Mason, un produttore sportivo che quel giorno del 1972 si trovava nella sala di controllo della ABC Sports. Mason, che non aveva esperienza con il cinema, ha raccontato ai filmmaker le sue improvvisazioni e decisioni di quel giorno. Questo racconto ha fornito a Fehlbaum e al suo team una nuova prospettiva.
“La loro energia era contagiosa,” dice Binder. “L’improvvisazione e le decisioni adrenaliniche di Mason ci hanno ispirato.” Di conseguenza, i filmmaker hanno adottato un approccio più contenuto e realistico, focalizzandosi sull’angolo dei media, qualcosa di unico rispetto ai film precedenti sulla tragedia di Monaco.
L’influenza di United 93 e Aaron Sorkin
Fehlbaum ha tratto ispirazione da United 93, un film drammatico raccontato come un documentario di verità. Questa visione di una narrazione confinata ma intensamente reale ha influenzato significativamente il suo lavoro. “Trovavo interessante fare un film in uno spazio controllato, con una finestra ristretta sull’esterno,” afferma Fehlbaum.
Il regista ha anche preso spunto dai lavori di Aaron Sorkin, noto per il suo stile narrativo incentrato sulle sale di controllo, come in Sports Night e The Newsroom.
La ricerca meticolosa e la preparazione
Per immergersi completamente nell’atmosfera del 1972, il team ha scandagliato archivi, libri e nastri, e ha passato lunghe sessioni con personalità come Sean McManus, dirigente della CBS Sports. Fehlbaum, che non era ancora nato all’epoca dell’attacco, ha trascorso molto tempo nei centri di controllo contemporanei, grazie all’accesso fornito da McManus.
Ricostruire una narrazione autentica
Le scoperte fatte durante la ricerca hanno portato a momenti chiave della sceneggiatura. Ad esempio, un’interruzione temporanea del segnale satellitare della ABC durante la copertura è diventata un momento cruciale nel film. Fehlbaum ha anche portato sul set personale reale delle sale di controllo tedesche come comparse, contribuendo all’autenticità del film.
La sfida del casting
Il casting era un’altra sfida significativa. Gli attori dovevano risuonare con il pubblico moderno e trasmettere il grintoso realismo degli anni ’70. Peter Sarsgaard è stato scelto per interpretare Roone Arledge, una figura chiave nei media dell’epoca. “Gli attori amano recitare e mostrare le loro abilità, ma questo progetto richiedeva una forma di autorità più sottile e potente,” spiega Sarsgaard.
La realizzazione di un’opera unica
Alla fine, Fehlbaum e il suo team non solo hanno ricostruito un evento mediatico tra i più affascinanti del XX secolo, ma hanno anche creato una propria operazione documentaristica. Questa meticolosa preparazione e l’approccio innovativo hanno reso Settembre 5 un film autentico e intrinsecamente coinvolgente.
Se volete un assaggio del film, potete guardare il trailer di Settembre 5 per entrare nell’affascinante mondo ricreato da Tim Fehlbaum e dal suo dedicato team.# Settembre 5: un ritratto avvincente della cronaca sportiva e morale
Peter Sarsgaard interpreta il titanico Roone Arledge di ABC Sports in un film dal ritmo incalzante e dalla profonda analisi morale.
Un cast di talento
Ben Chaplin: il tormentato Marvin Bader
L’attore britannico Ben Chaplin incarna Marvin Bader, un vero mago delle operazioni olimpiche che porta con sé un passato doloroso come figlio di sopravvissuti all’Olocausto. Chaplin afferma di essersi immedesimato nella tensione di convivere con il dolore altrui mentre si cerca di liberarsene.
Il film esplora non solo ogni ostacolo logistico, ma anche ogni piega morale e caratteriale, e Bader si rivela un personaggio adatto a questo ritratto complesso.
Leonie Benesch: la giovane e determinata Marianne
L’attrice tedesca Leonie Benesch interpreta Marianne, un’assistente di produzione che non solo funge da collegamento linguistico tra il team americano e i locali tedeschi, ma rappresenta anche una Germania fresca e giovane che, nell’incapacità di fermare l’attacco, mostra improvvisamente le sue rughe. Sebbene sia un personaggio composito, Benesch sostiene che “il sentimento di Marianne di non poter mostrare che la Germania era in un nuovo posto era molto reale.”
John Magaro: L’inaspettato Mason
John Magaro, noto per ruoli in serie come “Orange Is the New Black” e film indie come “Past Lives” e “First Cow,” non era una scelta ovvia per il ruolo di Mason. Tuttavia, l’attore è riuscito a catturare la tensione di Mason, un personaggio che doveva fare scelte morali difficili in tempo reale mentre tentava di cogliere l’occasione. Magaro ha trascorso mesi nelle sale di controllo che Mason ha contribuito a creare, per immergersi completamente nel ruolo e restituire l’autenticità delle sue decisioni.
La trattativa per il materiale d’archivio
Uno dei momenti chiave del film è quando McKay riferisce che tutti gli ostaggi sono stati uccisi. Tuttavia, ricreare questo momento in modo convincente è stato difficile senza i diritti sui filmati originali. Grazie a un contatto nel mondo dello spettacolo, Mason è riuscito a ottenere i diritti necessari, garantendo così l’integrità del racconto.
La risposta del pubblico
Il film, montato con precisione da Hansjörg Weißbrich, ha suscitato grande interesse ai festival di Venezia e Telluride. Paramount ha acquisito i diritti per la distribuzione negli USA, rendendo Settembre 5 il fulcro della loro campagna Oscar 2024-25.
“È fondamentalmente un film tedesco che ha semplicemente attori americani,” afferma il produttore Trauer. “Non ci aspettavamo questo risultato.”
Il significato morale di Monaco
Il film trascina gli spettatori in un turbinio di eventi, chiedendo loro di riflettere in seguito sulle decisioni prese da ABC durante la crisi degli ostaggi. Una delle principali questioni esplorate è la rappresentazione della violenza e il dilemma di mostrare persone prese in ostaggio o uccise in tempo reale, considerando anche che le famiglie degli ostaggi stavano guardando.
“Oggi tutti hanno una fotocamera in tasca,” dice il regista. “Dovremmo mostrare tutto o ha un effetto irritante? Non conosco la risposta.”
La performance di Magaro riflette questa incertezza, invitando il pubblico a esaminare criticamente il proprio consumo di notizie.
Questioni Mediorientali e la narrazione
Il film era in post-produzione quando Hamas ha attaccato Israele il 7 ottobre 2023, scatenando una guerra brutale. Pur concentrandosi su un atto di violenza condotto dai palestinesi, i filmmaker hanno cercato di attenersi ai fatti e alle supposizioni dei media statunitensi del 1972. Tuttavia, il conflitto e chi riesce a raccontare la storia rimangono temi centrali.
“Ogni storia viene creata,” dice Sarsgaard. “Una camera puntata su una finestra racconta una cosa, una camera puntata altrove ne racconta un’altra.”
La questione tedesca è altrettanto pregnante, con una nazione che sperava di superare la propaganda dei Giochi Olimpici di Berlino del 1936 trovandosi di nuovo incapace di proteggere gli ebrei. Il film esplora come i media vedono un paese e come un paese vede sé stesso, affrontando temi di identità nazionale e colpa collettiva.
“Era molto chiaro per noi come produzione tedesca che questo argomento doveva essere onnipresente,” afferma il regista Fehlbaum. “È una domanda che spero il pubblico si ponga.”
Guarda il trailer di Settembre 5
Nota: Questo articolo è stato adattato e arricchito per fornire una prospettiva unica sui temi trattati nel film.