Leni Riefenstahl e il cinema oltre la propaganda
Un nuovo sguardo su Leni Riefenstahl
Nel variegato panorama del Festival del Cinema di Venezia, spicca un documentario che promette di scuotere le coscienze: “Riefenstahl” di Andres Veiel. Questo lavoro cinematografico si addentra nell’archivio privato di una delle registe più controverse della Germania, rivelando segreti che Leni Riefenstahl ha cercato di celare per decenni.
A differenza della sua public persona attentamente costruita, il film di Veiel svela una verità scomoda, mostrando la complicità della regista con il regime nazista. Per chi è appassionato di cinema e storia, questo film rappresenta una tappa imperdibile.
Per un primo assaggio, non perdere il trailer di “Riefenstahl” qui.
La genesi del documentario
Veiel è stato coinvolto nel progetto dalla produttrice Sandra Maischberger di Vincent Films. L’accesso senza restrizioni agli archivi di Riefenstahl è stato possibile grazie alla morte del suo compagno e marito, Horst Kette, nel 2016. Questo ha permesso al regista di esplorare materiale altrimenti inaccessibile, portando alla luce gli aspetti più oscuri della regista di “Triumph des Willens”, il famigerato film di propaganda del 1935.
Il parallelismo tra passato e presente
Veiel ritiene che il Festival del Cinema di Venezia sia la piattaforma ideale per la premiere di “Riefenstahl”. La sua affermazione trova riscontro nelle attuali dinamiche politiche di Germania e Italia, dove l’ascesa della destra e la nostalgia per una propaganda fuorviante sono temi particolarmente rilevanti.
“Le persone hanno un desiderio di propaganda e fake news“, afferma Veiel. Venezia, con la sua storia e il suo ruolo nella diffusione culturale, offre il terreno fertile per una discussione su questi temi.
I fantasmi del passato lagunare
Non è la prima volta che i film di Riefenstahl sono proiettati a Venezia. Negli anni ’30, le sue pellicole di propaganda nazista e il suo primo lungometraggio, “Das Blaue Licht” del 1932, furono presentati proprio al festival. Negli anni ’50, mentre tentava di distanziarsi dalla sua affiliazione nazista, le venne dedicata una retrospettiva al Lido.
“Riefenstahl” di Veiel, con la sua durata imponente di 160 minuti, si propone di smascherare le menzogne su cui la regista ha costruito la sua immagine successiva alla guerra. È un film impegnativo, che non teme di affrontare l’argomento delicato della sua apparente ammirazione per Hitler e il suo coinvolgimento nella morte di uomini ebrei in Polonia.
Le altre opere da non perdere al festival
Un altro film molto atteso è “September 5” di Tim Fehlbaum, che narra la crisi degli ostaggi degli atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco del 1972. Proiettato nella sezione Horizons Extra, il film esamina come eventi tragici possano sfidare la bussola morale dei giornalisti.
Esplorando orizzonti nuovi
Tra le opere in concorso nella sezione Horizons, troviamo “Happy Holidays” di Scandar Copti. Questo film racconta la storia di una donna palestinese la cui doppia vita viene svelata dopo un incidente stradale a Gerusalemme. Altro titolo di rilievo è “Quiet Life” di Alexandros Avranas, che si concentra su una famiglia di richiedenti asilo le cui speranze di una vita nuova in Svezia vengono infrante.
Nel concorso principale, due co-produzioni tedesche si contendono i premi: “Harvest” di Athina Rachel Tsangari, un adattamento del libro omonimo che esplora una misteriosa villaggio inglese senza tempo, e “Maria” di Pablo Larrain, una narrazione della vita dell’iconica cantante d’opera Maria Callas.
Uno sguardo verso Toronto
Non solo Venezia, ma anche il Toronto Film Festival vedrà la presenza di pellicole tedesche di spicco. Tra queste, “Sad Jokes” di Fabian Stumm, una prima internazionale nella sezione Discovery. Il film esplora la relazione tra Joseph e Sonya, che crescono insieme un figlio nonostante il loro rapporto platonico. La crisi giunge quando Sonya ha un crollo emotivo, distogliendo Joseph dal suo nuovo progetto cinematografico e dalla recente rottura con l’ex fidanzato Marc.
Altri film attesi includono “Edge of Night” di Türker Süer, “Seven Days” di Amil Samadi Ahadi e “The Sunset Special 2” di Nicolas Gebbe.
Per gli appassionati del grande schermo, ci sono molti spunti di riflessione e occasioni per arricchire la propria comprensione del cinema contemporaneo. Con un occhio al passato e uno sguardo verso il futuro, il mondo del cinema continua a offrire storie che toccano corde profonde.
Per ulteriori dettagli, qui il trailer di “Sad Jokes” Sad Jokes.