Un viaggio dentro il cinema e le serie TV: analisi e riflessioni
Alla scoperta di “Nickel Boys”: un poema visivo di RaMell Ross
Nel mondo del cinema, le storie ambientate in istituti di rieducazione spesso seguono schemi simili e prevedibili. Con “Nickel Boys”, il regista RaMell Ross reinterpreta questa struttura, trasformando il romanzo vincitore del premio Pulitzer in un’esperienza narrativa minimalista e innovativa. Basato sul libro di Colson Whitehead, il film racconta la storia di Elwood, un adolescente di Tallahassee, vittima di un sistema corrotto e ingiusto.
Una narrazione non convenzionale
In “Nickel Boys” Ross adotta un approccio visivo e sensoriale, abbandonando gran parte del testo originale per favorire le immagini. Il film alterna scene tra gli anni ’60 e i primi anni 2000, creando una narrazione che potrebbe risultare complessa per chi non ha letto il libro. Tuttavia, questo stratagemma non è un difetto, bensì un invito a esplorare più a fondo l’esperienza di Elwood.
Nel primo segmento del film, “Nickel Boys” si distingue come uno dei debutti narrativi più promettenti dai tempi di “Beasts of the Southern Wild”. Tuttavia, Ross tenta una svolta audace che, purtroppo, non riesce del tutto, facendo collassare l’esperimento su sé stesso.
La costruzione di un nuovo linguaggio cinematografico
Utilizzando uno stile narrativo che ricorda “The Tree of Life” di Terrence Malick, Ross presenta “Nickel Boys” attraverso impressioni personali e memorie sensoriali di Elwood. Il risultato è una finestra empatica sulla sua infanzia e adolescenza, schiacciate ma non annientate dall’ingiusta incarcerazione.
Guardiamo il mondo attraverso gli occhi di Elwood, vivendo le sue esperienze e percezioni. Quando la situazione si fa pericolosa, la telecamera si abbassa, riflettendo il bisogno di evitare punizioni. Questo stratagemma visivo ci pone nei panni del protagonista, offrendoci una comprensione più profonda della sua realtà.
Un incontro che cambia tutto
Uno dei momenti chiave del film si verifica quando Elwood, a tavola con sua nonna, osserva un opuscolo che scivola lentamente dal frigorifero. Questo dettaglio visivo simboleggia l’opportunità mancata di una vita migliore. La svolta arriva quando Elwood, diretto al Melvin Griggs College, si ritrova nell’auto sbagliata, una Impala rubata, e viene ingiustamente condannato a Nickel Academy.
A Nickel Academy, Elwood scopre presto che l’istituto non è una scuola, ma un sistema penale segregato illegalmente dove i ragazzi lavorano duramente o fanno ”servizio alla comunità”, un termine eufemistico per sfruttamento della manodopera nera gratuita. La comunità locale mantiene così un anacronistico sistema di sfruttamento, quasi un secolo dopo l’abolizione della schiavitù.
Un’amicizia simbolica
Arrivato a Nickel Academy, Elwood incontra Turner, un ragazzo della sua età. Ross utilizza questa amicizia per mostrare Elwood da una nuova prospettiva, permettendoci di vedere finalmente il suo volto tramite gli occhi di Turner. Questo cambiamento formale risolve una delle limitazioni del film fino a quel momento: la mancanza di espressività facciale del protagonista.
L’emotività nascosta di Elwood
Sebbene Elwood sia un personaggio ricco di idealismo recalcitrante nel libro, nel film risulta più inscrutabile. Ross riscrive radicalmente la grammatica cinematografica, concentrandosi meno sull’emotività visibile e più sulle esperienze sensoriali del protagonista.
Un finale aperto
“Nickel Boys” si scompone man mano che le prospettive multiple e le linee temporali si confondono. Tra riprese archivistiche di missioni NASA e scavi forensi alla Nickel Academy, il film lascia intendere una sorta di trasferimento dell’esperienza, piuttosto che una conclusione drammatica.
Pubblicato senza gli schemi narrativi tradizionali, “Nickel Boys” invita a riflettere sulla condizione umana attraverso l’arte cinematografica. La sfida di Ross è audace e, sebbene non sempre riuscita, riesce a colpire per la sua originalità e profondità.
Se sei un appassionato di cinema e cerchi altri film che esplorano tematiche simili, dai un’occhiata a opere come “Scum” di Alan Clarke e “Sleepers” di Barry Levinson. Questi film, seppur datati, offrono prospettive intense e spesso inquietanti su sistemi di rieducazione e reclusione minorile.
per chi desiderasse esplorare ulteriormente la carriera musicale di Daveed Diggs, attore protagonista nascosto in “Nickel Boys”, consigliamo di ascoltare i suoi lavori su Spotify.