Un nuovo sviluppo in un antico villaggio sudafricano: “Carissa”
Un nuovo film intitolato “Carissa” ci trasporta nelle terre incontaminate della regione montuosa del Cederberg, nel cuore del Sudafrica, dove l’arrivo di un lussuoso sviluppo turistico mette in crisi un’antica comunità agricola. Questo è il lungometraggio di debutto del duo di sceneggiatori e registi Jason Jacobs e Devon Delmar, in anteprima il 5 settembre nella sezione Orizzonti del Festival del Cinema di Venezia.
La trama che divide
La storia è ambientata nel piccolo villaggio di montagna di Wupperthal, un angolo remoto del Cederberg, dove un conglomerato multinazionale prevede di costruire un raffinato campo da golf. Questo progetto è visto come un’opportunità trasformativa per sollevare la comunità rurale dalla povertà. Tuttavia, per la protagonista, Carissa, interpretata da Gretchen Ramsden, l’arrivo di questa novità rappresenta una scelta impossibile: trasferirsi in città per una vita “migliore” o rimanere e gestire la fattoria di rooibos del nonno, che rischia di essere cancellata dal paesaggio una volta iniziati i lavori.
La produzione e il percorso verso Venezia
Prodotto da Jacobs e Delmar insieme a Deidré Jantjies e Annemarie du Plessis per la Na Aap Productions di Cape Town, “Carissa” ha parte del suo successo alle spalle. Il film ha partecipato al laboratorio Final Cut a Venezia l’anno scorso, vincendo il premio per il miglior film in post-produzione. Una testimonianza del duro lavoro e della dedizione del team di produzione.
Una narrazione nata sul campo
Jacobs e Delmar, collaboratori artistici da quasi un decennio, spiegano che l’idea di Carissa è nata dai loro viaggi attraverso i piccoli paesi e villaggi delle montagne del Cederberg. La storia si è sviluppata “organicemente da migliaia di ore di conversazioni” con i residenti e i leader della comunità su le loro speranze e paure per il futuro.
“Tanto di ciò che accade nella narrazione avviene semplicemente attraverso conversazioni ed esperienze vissute lì”, sostiene Jacobs, descrivendo la realizzazione del film come un’esperienza profondamente cerimoniale.
L’incontro di due mondi
Jacobs proviene da un villaggio nella regione arida di Namaqualand vicino alla Namibia, mentre Delmar è cresciuto nella desolata periferia della capitale Pretoria. Questo incontro di due comunità diverse ha aiutato a forgiare una “sintesi comune di visione”.
“Questi [antecedenti] si uniscono in modi interessanti. Si incrociano. Sono uguali e diversi,” afferma Delmar. La loro creatività si nutre di questo spazio di disagio, spingendo sulle conversazioni difficili che molti evitano, specialmente in Sudafrica, imparando ad affrontare il disagio.
Tra tradizione e modernità
Superficialmente, Carissa potrebbe sembrare una semplice storia morale di giusto contro sbagliato: i capitalisti rapaci che divorano tutto nel loro cammino contro i villaggi innocenti che cercano di preservare uno stile di vita antico. Ma i registi optano per un approccio più compassionevole, riflettendo sulla “battaglia tra tradizione e modernità”.
“Carissa” non offre risposte facili, ma il suo successo maggiore è far sì che gli abitanti di Wupperthal affrontino le difficili questioni morali autonomamente.
“Per le persone nel film, sapere che sono state viste e ascoltate è un grande traguardo per tutti noi,” conclude Jacobs.
In definitiva, Carissa è un film che va oltre la semplice narrazione, immergendosi profondamente nelle questioni umane e sociali che emergono quando il progresso incontra la tradizione. La visione di questo film non solo ci porta a riflettere sulle scelte difficili che molti devono fare nella loro vita, ma ci spinge anche a considerare le implicazioni più ampie che derivano dalle nostre decisioni quotidiane.