Un tripudio per Daniel Craig: il suo trionfo in “Queer” di Luca Guadagnino
Daniel Craig ha regalato una delle sue migliori performance di carriera nel nuovo dramma romantico di Luca Guadagnino, “Queer”. Interpretando un espatriato americano omosessuale nella Città del Messico degli anni ’50, Craig ha incantato il pubblico alla prima mondiale del film al Festival del Cinema di Venezia, ricevendo una standing ovation lunga nove minuti.
Un’ovazione memorabile
Quando gli applausi sono iniziati, Craig appariva emozionato e commosso, abbracciando Guadagnino con affetto. La folla intonava “Luca! Luca! Luca!” mentre ciascun attore veniva presentato individualmente per fare un inchino. Durante il suo turno, Craig ha lanciato baci al pubblico, mentre sua moglie Rachel Weisz sorrideva orgogliosa. Il momento clou si è avuto quando Craig e Starkey si sono abbracciati, facendo esplodere in un boato di gioia il regista e l’intera sala. Anche Pedro Almodóvar, presente per congratularsi con il cast e la troupe, ha condiviso l’entusiasmo.
La trama di “Queer”
Basato sul romanzo omonimo del 1985 di William S. Burroughs, “Queer” segue le vicende di Lee (interpretato da Craig), un espatriato americano che vive in isolamento a Città del Messico. Secondo la sinossi ufficiale, Lee trascorre le sue giornate quasi completamente solo, se non per qualche occasionalmente incontro con altri membri della comunità americana. L’incontro con Eugene Allerton (Starkey), un giovane studente nuovo in città, lo porta a scoprire che potrebbe finalmente stabilire una connessione intima con qualcuno. Per approfondire i dettagli della trama, puoi visitare Queer.
Una narrativa visionaria
Pur iniziando come una classica storia d’amore con il classico “saranno o non saranno” tra i personaggi di Craig e Starkey, il film prende ben presto una piega psichedelica, con allucinazioni e immaginazioni che richiamano più l’horror soprannaturale di Guadagnino in “Suspiria” piuttosto che il romanticismo di “Chiamami col tuo nome”. Durante una proiezione per la stampa, numerosi spettatori hanno abbandonato la sala, ma il pubblico alla prima ha mostrato un diverso apprezzamento, restando fino alla fine.
Un cast straordinario
La sceneggiatura di “Queer” è stata scritta da Justin Kuritzkes, che aveva già collaborato con Guadagnino in “Challengers”. Il cast comprende anche Jason Schwartzman, Lesley Manville, Henry Zaga, Drew Droege, Ariel Schulman, Colin Bates, Ronia Ava, Perla Ambrosini e Simon Rizzoni. Questo film segna la prima volta di Craig al Festival di Venezia, sebbene avesse già girato delle scene del film di James Bond “Casino Royale” nella storica città italiana. È anche il debutto al festival per Starkey, un nuovo talento destinato a farsi notare.
Guadagnino e il Festival di Venezia
Guadagnino ha una lunga e consolidata storia con il Festival di Venezia. Ha presentato numerosi film nel corso degli anni, tra cui il suo esordio alla regia “I protagonisti” nel 1999, il documentario del 2004 “Cuoco contadino”, e gli episodi della sua trilogia “Desiderio”: “Io sono l’amore” (2009) e “A Bigger Splash” (2015) con Tilda Swinton. Il suo film del 2018, “Suspiria”, vedeva Dakota Johnson tra i protagonisti, mentre il documentario del 2020 “Salvatore – Shoemaker of Dreams” celebrava la figura di Salvatore Ferragamo. Nel 2022, il suo dramma romantico-horror “Bones and All” con Timothée Chalamet e Taylor Russell ha vinto il Leone d’Argento per la miglior regia.
Guadagnino continua quindi a lasciare un’impronta indelebile nel panorama cinematografico internazionale, e “Queer” si preannuncia come un altro potente capitolo nella sua già impressionante carriera.