Shahab Fotouhi e la magia di “Boomerang”: l’arte intima del cinema iraniano
“Boomerang” debutta a Venice Days e introduce il pubblico a una storia avvincente e toccante, ambientata nel cuore di Tehran. Questo film del regista iraniano Shahab Fotouhi esplora intricate dinamiche interpersonali attraverso una narrazione fluida e delicata. L’opera mette in luce voci e storie che spesso rimangono nell’ombra, rappresentando con autenticità le complessità emotive della vita quotidiana.
Una trama intrecciata di relazioni e scoperta
Nel film, seguiamo la vita di Sima, una donna che si trova in mezzo alla turbolenza del suo matrimonio fallito con Behzad. Mentre cerca disperatamente una nuova casa per sé e per sua figlia Minoo, Behzad riscopre un vecchio amore e si lancia nella ricerca di una rara specie di gufoloco lontano dalla città. Nel frattempo, la giovane Minoo forma un legame con un ragazzo di nome Keyvan in un incrocio di sguardi che incanta il pubblico.
“Boomerang” ( Guarda il trailer ) riesce magistralmente a catturare la leggerezza e la fluidità tipica della Nouvelle Vague francese in una ambientazione contemporanea iraniana. Fotouhi dice: “Minoo e Keyvan fanno prima contatto visivo a un semaforo. Camminando per la città e flirtando, il film trasmette un senso di freschezza e spontaneità.”
La dolcezza nelle interazioni frammentate
Behzad, con le sue conversazioni frammentate e calcolate con gli adulti, dimostra come anche le interazioni più serie possano essere pervase di dolcezza, umorismo e giocosità. La scena culminante tra Behzad e Sima, immersa nella penombra, finisce con una nota leggera, dolce come il sapore del marmellata di cotogne che assaporano.
Fotouhi sottolinea inoltre il ruolo centrale delle emozioni nel film. “Boomerang” è prodotto da Luise Hauschild e Mariam Shatberashvili per New Matter Films e co-prodotto da Rainy Pictures e Zohal Films, distribuendo le emozioni autentiche e le dinamiche del ceto medio iraniano, raramente rappresentate nel cinema del paese.
Riflessioni sull’autenticità e la politica sociale
Fotouhi, con una profonda comprensione delle dinamiche sociali e politiche dell’Iran, critica l’approccio di certi film iraniani che adottano un realismo che tenta di rappresentare le classi inferiori con uno spirito di “responsabilità sociale”. Secondo il regista: “Adottare un approccio gerarchico è contrario alla vera essenza del realismo che pretende di raggiungere.”
Questa filosofia si riflette anche nella sua collaborazione con il cast, composto da talenti come Arash Naimian, Yas Farkhondeh, Leili Rashidi, Ali Hanafian e Shaghayegh Jodat. Nonostante il pervasivo influsso della politica nella società iraniana, ogni opera d’arte, afferma Fotouhi, contiene la sua propria politica, anche se non sempre evidente o esplicita.
La ritrovata voce dei protagonisti
Le vicende di Behzad e delle donne che incontra offrono uno specchio sulle condizioni socio-politiche attuali dell’Iran, con le donne giocando un ruolo prominente. Verso la fine della stesura del copione, Fotouhi realizza che Behzad non porta mai a termine le conversazioni con alcun personaggio femminile, riflettendo forse il clima sociale attuale del Paese.
Uno dei momenti più iconici del film è la scena del sandwich, ispirata a una scena simile del maestro iraniano Kiarostami in “The Report”. Qui, un gruppo di uomini di una diversa classe sociale discute lo stato dell’economia, il dilemma di immigrare o restare, e si colpevolizzano reciprocamente per le proprie disgrazie. Questo contrasto offre una prospettiva unica e aggiunge un sapore diverso al film.
Verso una nuova era
Nel film, queste discussioni sembrano portare a un vicolo cieco, ma l’arrivo di giovani ragazze promette l’inizio di un’era nuova. “Boomerang” è un’opera che riesce a mescolare introspezione e osservazione sociale con una leggerezza che cattura e coinvolge il pubblico, aprendo nuove finestre sulla vita contemporanea iraniana.
Fotouhi, nel suo debutto alla regia di lungometraggi, dimostra una maestria nel rappresentare le sottili sfumature delle relazioni umane e della vita quotidiana, fornendo una voce autentica e spesso inesplorata del ceto medio iraniano. Questo film è un invito a immergersi nelle complessità della vita contemporanea con uno sguardo fresco, leggero e profondamente umano.