Orizzonte: una saga americana – Parte 2, l’epopea travagliata di Kevin Costner
Una narrazione epica con grandi ambizioni
“Orizzonte: una saga americana – Parte 2” è il secondo capitolo della quadrilogia western ambiziosamente progettata da Kevin Costner. Dopo la ricezione tiepida della prima parte a Cannes, ritorna con speranze rinnovate, ma il risultato è un mix di trionfi intermittenti e gravi problemi strutturali che rendono il film, lungo oltre tre ore, un’esperienza cinematografica tanto ricca di eventi quanto stranamente lenta.
Ritorno nelle terre selvagge
Il film riprende esattamente dove si era interrotto il primo capitolo. “Orizzonte: una saga americana – Parte 2” si apre con una scena ambientata a Chicago, presentando Giovanni Ribisi nel ruolo del losco Mr. Pickering, che cerca di convincere due malcapitati a investire nel progetto di colonizzazione della terra pubblicizzata sui volantini. Questo viene narrato da Georgie, il giovane figlio di uno degli investitori, con un accento scozzese che ricorda quello di Anna Paquin in “Lezioni di piano.”
Viaggi nel West: tra durezza e speranza
Le trame meglio sviluppate sono quelle del viaggio del carro e delle avventure di Frances, interpretata da Sienna Miller. La lotta di Mrs. Proctor, interpretata da Ella Hunt, occupa gran parte del focus, mettendo in luce le difficoltà delle donne nel West pionieristico. Allo stesso tempo, Frances si confronta con la perdita e il desiderio di trovare un nuovo equilibrio dopo che il suo amore, l’ufficiale dell’esercito unionista Trent (Sam Worthington), parte per la guerra.
Costruendo il nuovo mondo: contrasti e sfide
Costner concentra gran parte delle sue energie sulla faida tra il suo personaggio, Hayes Ellison, e i fratelli vendicativi che lo perseguitano. Tuttavia, questa linea narrativa risulta meno coinvolgente rispetto alle peripezie di Frances e Mrs. Proctor. Anche la rappresentazione delle minoranze etniche nel film è problematica: se nel primo capitolo i nativi americani avevano un ruolo rilevante, in questo vengono sostituiti da una comunità di coloni cinesi guidata dall’insondabile Mr. Hong (Jim Lau).
Un’estetica maestosa tra scene epiche e vuoti narrativi
Il film non manca di scene grandiose, come l’incendio del carro o il combattimento a ballo del fienile, rese magnifiche dalla cinematografia di J. Michael Muro. Tuttavia, queste sequenze epiche sono spesso separate da inspiegabili vuoti narrativi che interrompono il ritmo emotivo e lasciano lo spettatore confuso.
Una panoramica dell’universo frontieristico
Costner dimostra ancora una volta la sua capacità nel mettere in scena avvincenti sequenze western di vecchio stampo. Ogni dettaglio del mondo rappresentato è curato: dai vestiti che raccontano classi sociali e caratteri, alla disperata speranza che impregna l’atmosfera della frontiera. La colonna sonora di John Debney, nonostante qualche scivolone stereotipato, contribuisce all’epicità del racconto.
Una saga che avrebbe giovato del formato seriale
“Orizzonte: una saga americana – Parte 2” è un film sulle cui potenzialità il montaggio confuso getta un’ombra. Anziché una lunga pellicola cinematografica, il progetto avrebbe probabilmente funzionato meglio come una serie TV di episodi da un’ora ciascuno, consentendo una narrazione più chiara e coinvolgente.
Per approfondire la tua conoscenza del film, puoi guardare il trailer.
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