Un rifugio di ricordi: il viaggio emotivo di Walter Salles attraverso il dramma dei Paiva
Una casa piena di vita e tragedia
La casa della famiglia Paiva era un microcosmo vibrante a Rio de Janeiro nei primi anni ’70. Porte spalancate, finestre che accoglievano il sole e la brezza marina: un ambiente perennemente intriso di musica, balli, feste e dibattiti accesi. Tuttavia, nel 1971, lo scenario muta drasticamente. Rubens Paiva, ingegnere ed ex deputato di sinistra, viene arrestato brutalmente dalle forze dell’ordine, e questo segna l’inizio di una tragedia familiare sotto il giogo della dittatura militare brasiliana.
“C’era una vitalità incredibile in quella casa, era un luogo in cui tutti volevamo passare”, dice Walter Salles, famoso regista brasiliano, che da adolescente frequentava la famiglia Paiva.
La metamorfosi di un maestro del cinema
Walter Salles ha costruito la sua carriera cinematografica immortalando il lento e talvolta tumultuoso cammino del Brasile verso la democrazia. Opere come ”Central Station” testimoniano questa sua vocazione, ma con ”I’m Still Here” il regista introduce una dimensione più intima, raffigurando il dolore e la resistenza dei Paiva, una famiglia con cui aveva un legame profondo. Il film, accolto con entusiasmo al Festival del Cinema di Venezia, ha reso tangibile la minaccia dell’autoritarismo, in particolare grazie alla straordinaria interpretazione di Fernanda Torres nel ruolo di Eunice.
Un inizio sereno prima dell’oscurità
Salles adotta una narrazione sottile e premeditata nel suo approccio alla produzione del film. Evita primi piani forzati o movimenti di camera melodrammatici, puntando invece a un’esperienza viscerale e veritiera. La pellicola inizia ritraendo momenti di tranquillità domestica e felicità quotidiana, seguendo i protagonisti in giornate al mare e serate gelaterie.
“Dovevamo lasciare respirare la vita”, afferma Salles. “All’inizio volevo invitarvi a vivere sensorialmente in una famiglia.”
Questa scelta registica serve a calcare quanto la gioia dei Paiva sia stata spenta con la scomparsa di Rubens.
L’arte di mantenere un equilibrio emotivo
Fernanda Torres, chiamata a interpretare Eunice, ha trovato nella cronologia delle riprese un’insolita fonte di autenticità. Girare il film in ordine cronologico ha permesso un’immersione emotiva profonda e graduale, riflettendo la transizione dalla gioia alla disperazione.
“Mi sentivo come se stessi vivendo personalmente quella perdita,” dichiara Torres.
Salles ha insistito affinché Eunice fosse interpretata senza drammi eccessivi, enfatizzando la sua necessità di restare forte per i figli. Torres ha così saputo dosare la sua espressione di sofferenza, rendendo il personaggio di Eunice straordinario, calmo e resiliente.
La discesa nella precarietà
La famiglia Paiva entra nel film come una compagine borghese, ma la scomparsa di Rubens porta a un improvviso declino economico. Senza un certificato di morte, Eunice non può accedere ai beni familiari, costretta a vendere tutto e ricominciare da zero. Questo viaggio la porta a diventare un’avvocata per i diritti umani.
“Il suo cammino si è fuso con quello del Brasile mentre cercava di ridefinirsi,” afferma Salles.
La contemporaneità che risuona con il passato
Il progetto del film nasceva come ricostruzione storica di un passato burrascoso, ma si è rivelato una riflessione sulla contemporaneità. Durante i sette anni necessari a realizzare il film, il Brasile ha attraversato notevoli turbulenze politiche, con l’ascesa al potere del leader di destra Jair Bolsonaro e le contestazioni che hanno seguito la sua sconfitta elettorale.
“Pensavamo di raccontare una storia del passato, ma ci siamo resi conto che rifletteva anche il nostro presente,” riflette Salles. “Il cinema può essere uno strumento potente contro l’oblio. Un paese senza memoria è un paese senza futuro.”
Per saperne di più sul film “I’m Still Here“, visita il link e immergiti nella storia toccante dei Paiva.
Una chiacchierata appassionata sugli echi storici nel cinema
Questo film di Salles rappresenta più di un semplice racconto storico; è un promemoria del nostro tempo e delle insidie dell’autoritarismo. Invita a riflettere sul potere del cinema nell’evidenziare e preservare la memoria collettiva, offrendo una prospettiva su come il passato possa rispecchiare e illuminare il presente.
Per ulteriori approfondimenti e scoprire altri capolavori, visita Central Station, un’altra opera memorabile di Walter Salles.
“Il cinema ha il potenziale di incidere profondamente nella coscienza pubblica,” conclude Salles, “Offrendo uno specchio in cui osservare e comprendere meglio noi stessi e il nostro mondo.”