Oltre il ring: l’intensità della trasformazione in “The Cut”
Un innovativo approccio al film di boxe
Nel vasto panorama dei film di boxe, innovare e portare qualcosa di nuovo diventa sempre più arduo. “The Cut”, diretto da Sean Ellis, riesce a farlo concentrandosi non solo sui combattimenti dentro al ring, ma esplorando anche le intense lotte fisiche e psicologiche che si svolgono fuori di esso. Il cuore della pellicola risiede nella trasformazione viscerale di Orlando Bloom, che interpreta un pugile irlandese senza nome, definito solo come “il Boxer”.
Una carriera spezzata e una nuova speranza
Nel prologo di “The Cut”, vediamo il Boxer in un combattimento professionale che sembra destinato a vincere. Tuttavia, un misterioso elemento fuori campo lo distrae, portando il suo avversario ad aprire un taglio profondo sopra il suo occhio, minacciando la sua carriera. Questo evento apparentemente inspiegabile segna l’inizio di un’odissea personale e professionale.
Lotta contro il tempo e la bilancia
Un decennio dopo, il Boxer gestisce una palestra in rovina in Irlanda insieme a sua moglie Caitlin, interpretata da Caitríona Balfe. La sua vita è cambiata, ma il passato non ha smesso di perseguitarlo. Quando gli viene offerta la possibilità di un grande combattimento a Las Vegas, ci sono condizioni rigide: deve perdere 30 chili in una settimana, un’impresa esasperante che sfida i limiti dell’umano.
Il prezzo della trasformazione
Le trasformazioni cinematografiche spesso vengono descritte come “meritevoli dell’Oscar”, solitamente per i cambiamenti fisici audaci e le scelte estreme di trucco. In “The Cut”, Orlando Bloom incarna questa metamorfosi in modi profondi e viscerali. La sua performance va oltre l’aspetto fisico; trasmette una fame repressa, una tensione costante e un passato difficile, rendendo la sua interpretazione credibile e toccante.
La relazione complessa con Caitlin
Quando Caitlin prende il ruolo di allenatrice principale, il film esplora il conflitto familiare e l’ossessione sportiva. In un mix di dinamiche alla “Rocky”, dove Adrian e Mickey si fondono in un’unica figura, Caitlin diventa una presenza attiva e complessa, non relegata solo a sfondo emotivo. Questo dualismo rende il racconto più avvincente e stratificato.
L’arrivo del nuovo allenatore
L’incapacità di perdere peso spinge il Boxer a introdurre un nuovo allenatore, Boz, interpretato da John Turturro. Boz è un’entità condiscendente e quasi demoniaca, il cui unico obiettivo è vincere, senza affezionarsi a nessuno. Questa dinamica porta a scene di allenamento torturanti e a una dieta a base di scarti insipidi, trasformando il tipico montaggio di allenamento in un incubo a sé stante.
Riflessioni sull’origine del Boxer
Ellis utilizza flashback in bianco e nero per esplorare l’infanzia del Boxer nell’Irlanda devastata dai Troubles. Nonostante queste scene tentino di arricchire la psicologia del personaggio, la performance di Bloom è così completa che tali momenti risultano superflui. Il film sarebbe forse stato più efficace concentrandosi esclusivamente sull’agoniante prova fisica del protagonista, senza deviare continuamente.
L’importanza dell’esperienza visiva
Ellis, che riveste anche il ruolo di direttore della fotografia, utilizza immagini orrorifiche soggettive per amplificare la storia del Boxer, evitando il classico momento di gloria nel ring. La pellicola si distingue per la sua rappresentazione cruda della tossicità dello sport, che appare sufficiente senza continue digressioni.
Un’interpretazione memorabile
Orlando Bloom offre una performance che cementa la sua reputazione di grande attore. Non è tanto per le lunghezze a cui è disposto ad andare, ma per il risultato ipnotico e profondamente umano che raggiunge. “The Cut” è un esempio raro di film di boxe che tocca corde profonde, offrendo uno sguardo autentico e doloroso sulla dedizione e sul sacrificio estremo.
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