L’intensa esperienza digitale de “Il robot selvaggio”
Lupita Nyong’o, Catherine O’Hara e il resto del cast di “Il robot selvaggio” consigliano agli spettatori di portare dei fazzoletti al cinema. Questa nuova avventura animata, che racconta la storia di un robot su un’isola deserta, promette di toccare profondamente il cuore di grandi e piccini.
Una trama commovente
“Il robot selvaggio” farà il suo debutto al Toronto Film Festival e si prevede che farà scendere qualche lacrima. Il protagonista, Roz (doppiato da Nyong’o), è un robot che si trova a dover sopravvivere su un’isola dopo un naufragio. Nel corso della storia, Roz sviluppa rapporti con gli abitanti animali dell’isola: Pinktail, una droll mamma opossum (voce di Catherine O’Hara), Brightbill, un piccolo anatroccolo orfano (Kit Connor), e Thorn, un orso grizzly scorbutico (Mark Hamill). Roz affronta la sfida di crescere Brightbill, insegnandogli a mangiare, nuotare e volare prima della stagione delle migrazioni. Tuttavia, queste prove si dimostrano più emotivamente impegnative del previsto.
Emozioni a fior di pelle
“Ho visto il film una sola volta, ma alla fine ero veramente commossa,” ha dichiarato Nyong’o in un’intervista. “E quel genere di lacrime vale la pena versarle.” Anche i suoi co-protagonisti non biasimano chi si lascia andare alle emozioni. “Crying is healthy. Crying is good,” ha notato Stephanie Hsu, che doppia un altro robot nella pellicola.
Un film per tutte le età
Sebbene “Il robot selvaggio” sia destinato a un pubblico più giovane, Nyong’o ritiene che la storia tocchi corde sensibili anche per gli adulti, soprattutto per la sua rappresentazione della genitorialità. “Il viaggio di Roz, che si trova ad affrontare il compito di essere madre, ci mostra che ogni genitore lo fa per la prima volta. C’è una curva di apprendimento” ha spiegato.
Anche Mark Hamill crede che il film sia perfetto sia per gli adulti che per i bambini. “Questo film riesce a colpire quel punto dolce che pochi riescono a raggiungere. I genitori si divertiranno quanto i bambini, ed è raro trovare un film che faccia questo.”
Un progetto di cuore
Il veterano dell’animazione Chris Sanders, noto per “Lilo & Stitch” e “Dragon Trainer”, ha diretto “Il robot selvaggio”, adattato dal libro di Peter Brown. Sanders ha conosciuto il libro durante una riunione fortuita alla DreamWorks e ha immediatamente capito che era il progetto giusto per lui. “La descrizione più breve mi fece capire subito che dovevo assolutamente farlo,” ha ricordato.
Una volta entrato nel progetto, Sanders ha contattato Brown, che ha condiviso dettagli extra sulla storia. Uno dei principi guida era che la compassione poteva essere una strategia di sopravvivenza. “Il cuore della storia è un personaggio con una gentilezza inarrestabile. Roz non ha un’agenda se non portare a termine il suo compito. La sua disponibilità a cambiare la sua programmazione cambia la cultura dell’intera isola,” ha spiegato Sanders. “La lezione che ho imparato è che la gentilezza è una forza.”
“Il robot selvaggio” è un film che promette di emozionare e far riflettere, ricordandoci che, alla base di ogni azione, ci dovrebbe essere la compassione. É un esempio perfetto di come l’animazione possa andare oltre l’intrattenimento, offrendo lezioni di vita e spunti di riflessione importanti per tutti. Quindi, quando vi preparate a vedere questo film, aggiungete ai fazzoletti anche qualche gommoso orsacchiotto di zucchero. Perché, come ha suggerito Hsu, potrebbe rendere l’esperienza ancora più dolce.