Sudan, remember us: Il documentario che cattura la resistenza giovanile
Un’odissea di speranza tra le rovine della dittatura
Sudan, Remember Us è un documentario che affronta una sfida audace: raccontare quattro anni di trasformazioni in Sudan attraverso le parole e i volti di alcuni giovani protagonisti. In questo periodo, una dittatura trentennale è stata rovesciata da una rivoluzione popolare, solo per essere poi usurpata dai militari. L’autrice Hind Meddeb porta lo spettatore nel cuore di questa narrazione, dando voce a una generazione mobilitata dalla speranza collettiva.
Voce alla gioventù in prima linea
Il documentario, presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, inizia con messaggi vocali scambiati tra Meddeb e i soggetti del film nei giorni successivi allo scoppio della guerra nel marzo 2023. Queste voci, ancora sconosciute al pubblico, trasmettono emozioni riconoscibili di disperazione e speranza, confermando la loro sicurezza. Questo contrasto emotivo diventa un elemento ancora più straziante considerando che il conflitto perdura in Sudan quasi 18 mesi dopo.
“Le storie dei giovani protagonisti offrono un ritratto empatico e riflessivo di come la speranza collettiva possa mobilitare un’intera generazione.”
I tre filoni narrativi
Meddeb articola la sua narrazione attraverso tre filoni tematici, evitando di seguire singolarmente i protagonisti. Primo, questa era una rivoluzione di poesia e arte. Secondo, era una rivoluzione femminista, guidata principalmente da giovani donne. Terzo, da discussioni di sogni individuali, la rivoluzione è presto diventata una richiesta pubblica condivisa.
La ricca tradizione letteraria del Sudan è evidente nelle immagini che Meddeb cattura. Giovani ribelli recitano poesie, ispirandosi a movimenti precedenti degli anni ’60 e ’80. Questi momenti poetici, sebbene pieni di rabbia, rivelano anche la determinazione e la voglia di costruire un mondo migliore.
La capitale come palcoscenico
Meddeb e l’editor Gladys Joujou arricchiscono la narrazione con conversazioni casuali in vari contesti: caffè, case, strade. Queste discussioni si intrecciano in un discorso più ampio su diritti delle donne, malpratiche religiose e soprattutto il Sudan che sognano di abitare. Le riprese catturano l’essenza di Khartoum, la capitale, non solo come un semplice sfondo, ma come un personaggio vivo e pulsante, testimone della storia.
Il prezzo della resistenza
La brutalità con cui i militari hanno disperso i manifestanti nel giugno 2019 viene trattata con un realismo crudo. Le immagini registrate con telefoni cellulari e il commento vocale descrivono torture, intimidazioni e omicidi. Nonostante questo trauma, le voci nel documentario continuano a risuonare con il sogno di un futuro migliore, incarnando una perseveranza collettiva indomabile.
Una nota stonata?
L’unica nota dissonante in questo appassionato omaggio al Sudan potrebbe essere la scelta della canzone in francese durante i titoli di coda, una lingua estranea al contesto culturale del paese. Tuttavia, considerando lo sfondo di guerra, fame e sfollamenti che affliggono il Sudan, il film emerge come un ritratto di speranza, un faro di resistenza culturale e sociale.
Link utili
Per chi desidera approfondire, ecco il trailer di Sudan, Remember Us.
Sudan, Remember Us non è solo un documentario sulla rivoluzione sudanese, ma anche una riflessione profonda su come l’arte e la poesia possano fungere da strumenti di resistenza e speranza. Offre un ritratto vibrante di giovani che, nonostante le avversità, continuano a lottare per un futuro migliore. Questo film ci ricorda che le rivoluzioni non sono solo eventi politici, ma anche movimenti culturali che trasformano profondamente la società.