Un incubo rivisitato: La musica del dolore in “Here After”
Uno sguardo al dolore dopo la perdita
Nel mondo del cinema, molte pellicole hanno affrontato il devastante dolore che segue la perdita di un figlio. Alcune, come ”Pet Sematary”, hanno esplorato il ritorno sovrannaturale del bambino, sollevando temi di paura e incertezza. “Here After” cerca di unire entrambi questi elementi, ma si muove in un territorio incerto, oscillando tra l’orrore e una redenzione quasi religiosamente ispirata.
Un ritorno dall’aldilà
Connie Britton assume il ruolo di Claire, una professoressa di letteratura inglese in una scuola cattolica di Roma. Sua figlia, Robin (interpretata da Freya Hannan-Mills), è una giovane pianista di talento. La vita delle due sembra già complicata a causa della separazione dal padre di Robin, Luca, che si è rifatto una vita con una nuova moglie. Questa dinamica familiare tesa viene ulteriormente compromessa da un incidente in bicicletta di Robin sotto una pioggia torrenziale. Nonostante la morte clinica in ospedale, la ragazza inspiegabilmente ritorna in vita, in un apparente miracolo.
Tuttavia, Robin ritorna cambiata: diventa ostile, usa un linguaggio volgare e sembra aver perso il suo talento per la musica. Persino le sue scansioni cerebrali non rivelano nulla di anomalo. Claire inizia a sospettare che sua figlia possa essere posseduta da un’entità maligna. Il supporto del medico Ben, il quale gestisce un gruppo di supporto per sopravvissuti a esperienze di pre-morte, diventa cruciale.
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La tensione tra fede e ragione
Il film si sforza di fondere il soprannaturale con un viaggio emotivamente complesso verso la redenzione e il perdono, ma lascia molte domande senza risposta. I personaggi discutono di questioni metafisiche, sollevando interrogativi sulla natura dei miracoli e delle esperienze di pre-morte, ma queste riflessioni non portano a una risoluzione coerente.
Un climax acquoso e lo scontro delle emozioni
Il climax del film si svolge in modo drammatico, con un incidente stradale fatale che avvenne in passato e che sembra legato a tutto il caos attuale. Il film tenta di suggerire che le colpe e le colpe passate richiedono un’espiazione, quasi come se Claire fosse punita per aver distrutto l’unità familiare.
Nonostante la trama travagliata e i tormenti interiori dei personaggi, il film non riesce a costruire una vera atmosfera di terrore. Le espressioni “demoniache” di Robin, interpretata da Hannan-Mills, finiscono per sembrare un espediente piuttosto che genuine manifestazioni di male.
Analisi personale: la lotta per l’identità del film
A mio parere, “Here After” cerca di trovare un equilibrio tra horror e dramma emozionale, ma finisce per sembrare né carne né pesce. Il talento di Connie Britton non è sufficiente a sostenere un film la cui sceneggiatura è piena di buchi e incoerenze narrative.
L’importanza del contesto culturale
La scelta di ambientare il film a Roma, con sfondi eleganti e una cinematografia suggestiva di Bartosz Nalazek, aggiunge un tocco di classe che però a tratti sembra fuori luogo rispetto alla trama. La musica originale di Fabrizio Mancinelli, intensa e drammatica, tenta di infondere urgenza e tensione, ma non può da sola colmare le lacune narrative.
Prospettiva per gli appassionati
Per gli appassionati di cinema e serie TV, “Here After” offre uno spunto interessante sul tema della resurrezione e del duello tra speranza e terrore. Nonostante tutto, il film lascia uno spazio aperto per una riflessione sull’importanza di affrontare la colpa e il dolore, e come questi possono modellare le nostre esistenze. Se sei uno spettatore curioso di esplorare l’intersezione tra il soprannaturale e il dramma umano, “Here After” potrebbe comunque rappresentare una visione stimolante.
Puoi esplorare ulteriori dettagli del film attraverso la scheda informativa di Here After.
Il cinema è un’arte che permette di viaggiare attraverso le emozioni più profonde, e “Here After”, nonostante le sue debolezze, ci ricorda quanto sia potente il legame tra genitore e figlio e quanto sia difficile affrontare il dolore della perdita.