Un dramma intricato tra segreti familiari e lotta per diritti
I film che affrontano tematiche sociali delicate spesso riescono a intrecciare narrazioni personali con messaggi più ampi, ed è precisamente ciò che “The Paradise of Thorns” riesce a fare con grande efficacia. Questo dramma thailandese, diretto da Boss Kuno, non solo esplora la complessità delle relazioni familiari e i segreti che le attraversano, ma si trasforma anche in un manifesto politico a favore delle unioni omosessuali. Merita un’attenzione particolare, soprattutto considerando la recente legislazione in Thailandia che, sebbene approvata, attende ancora la ratifica reale.
La storia di Thongkam e Sek: un amore messo alla prova
“The Paradise of Thorns” narra la storia toccante di una coppia omosessuale, Thongkam (interpretato da Jeff Satur) e Sek (Pongsakorn Mettarikanon), che vivono insieme e condividono un vasto frutteto. Il loro rapporto, legato da anni di amore e sacrifici, è messo drammaticamente alla prova quando Sek muore cadendo da un albero di durian. La tragedia personale di Thongkam si trasforma in una battaglia legale, poiché le leggi severe sull’eredità minacciano di strappargli via ciò che insieme avevano costruito.
L’eredità del frutteto, registrata solo a nome di Sek, diventa un’estrema fonte di conflitto quando la madre invalida di Sek, Saeng (Srida Puapimol), e la sua figlia adottiva Mo (Engfa Waraha), giungono sul luogo con l’intenzione di reclamare la proprietà. Questo evento innesca una serie di tensioni familiari, rivelando antichi segreti e svelando aspetti dell’umanità di ciascun personaggio.
Un dramma umano e sociale
Boss Kuno riesce abilmente a bilanciare il dolore e la tensione drammatica, permettendo a entrambe le fazioni di mostrarsi tragicamente umane prima che il conflitto divenga esplosivo. Le reazioni di Thongkam sono rese con grande intensità, e vediamo il dramma attraverso i suoi occhi. La madre di Sek e Mo sono percepite come forze malevoli, pronte a tutto pur di ottenere il vasto appezzamento di terra. Tuttavia, il regista evita di cadere in visioni caricaturali, creando un sentimento di compassione per queste donne, che mostrano anche lati vulnerabili e umani.
Ciò non toglie che Saeng e Mo rimangano, per gran parte del film, figure antagoniste, pronte a cacciare Thongkam dalla sua stessa terra. Per riprendersi ciò che è suo di diritto, Thongkam elabora un astuto piano di vendetta che si sviluppa lentamente e con gran gusto sullo schermo. Questo schema ingannevole lo trasforma in un personaggio dalle sfumature a dir poco disneyane: un cattivo con un cuore d’oro e una giustificata sete di rivalsa.
Messaggi nascosti e il dramma della documentazione
Il film non si limita a raccontare una storia di rivalità familiare. Si immerge nelle profondità della tragedia umana riconosciuta attraverso la documentazione legale, creando una forte presa di posizione a favore dei diritti delle coppie omosessuali. Questa riflessione sociale si amalgama con un dramma ad alto tasso emotivo, rendendo il messaggio del film accessibile e digeribile anche per chi potrebbe ancora avere bisogno di convincersi sull’importanza dei diritti LGBTQ+.
Un episodio particolarmente significativo è un incontro romantico tra Thongkam e un altro personaggio, che serve da lente per ingrandire la prospettiva di oppressione e ingiustizia queer che il film desidera evidenziare. Tuttavia, questa riflessione diretta prende il sopravvento sugli scontri più appariscenti e spettacolari che avrebbero potuto dare al film un impatto visivo più forte.
Una combinazione unica di stili
Indipendentemente dai contrasti stilistici, “The Paradise of Thorns” si presenta come un’opera capace di confluenza tra il melodramma kitsch e una più seria ode ai diritti umani. Anche se il film non riesce a mescolare perfettamente questi approcci, offre un’esperienza cinematografica piacevole che si erge come un monito per l’uguaglianza e un tributo alla resilienza umana.
La visione di Boss Kuno regala un’ampia gamma di emozioni e riflessioni senza cadere nel banale, offrendo un dramma che intrattiene quanto fa riflettere. È un’opera complessa che merita di essere vista e discussa, non solo per la sua capacità di raccontare una storia avvincente, ma anche per il suo sottotesto sociale che risuona fortemente con le attuali battaglie per i diritti civili.
Guarda il trailer qui per un’anteprima di questo affascinante dramma thailandese.