Un ritratto cinematografico della musica flamenca: “La guitarra flamenca de Yerai Cortés”
Il mondo del cinema ha recentemente accolto un’opera intrigante e ricca di spunti, “La guitarra flamenca de Yerai Cortés”, il primo lungometraggio diretto dal celebre cantautore C. Tangana, al secolo Antón Álvarez. Conosciuto per la sua straordinaria carriera musicale che gli ha fruttato ben nove Latin Grammy Awards, Álvarez debutta come regista portandoci in un viaggio emozionante nel cuore del flamenco contemporaneo.
Un debutto acclamato
La pellicola non è soltanto il debutto di C. Tangana come regista, ma anche una delle punte di diamante del panorama documentaristico spagnolo. Selezionata per aprire la sezione New Directors del San Sebastian Film Festival, questa opera ha suscitato notevole interesse e aspettative, grazie a proiezioni private e anteprime stampa.
A presentare la distribuzione mondiale del documentario sarà A Contracorriente Films, con il rilascio previsto in Spagna il prossimo 20 dicembre. Latido Films, dal canto suo, ha acquisito i diritti di vendita internazionale, evidenziando l’ambizione e la qualità di questo progetto.
La genesi dell’opera
Il film è nato da un incontro casuale e magico tra C. Tangana e Yerai Cortés, un talentuoso chitarrista flamenco. Questa storia suggerisce fin dalle prime battute un connubio perfetto tra arte e vita, con Cortés che suona per la cantante Montse Cortés mentre i satelliti Starlight di Elon Musk attraversano il cielo notturno di Madrid come stelle cadenti.
Álvarez racconta di come la personalità raffinata e discreta di Cortés abbia catturato immediatamente la sua attenzione. La chitarrista, infatti, stava creando un album che parte dalla sua vita, dalla sua famiglia e dal suo dolore, e che desiderava condividere con il mondo.
Le performance musicali
Il documentario, inizialmente concepito come un semplice resoconto della composizione e dell’esecuzione dei brani dell’album di Cortés, evolve rapidamente in qualcosa di molto più profondo. Le performance musicali in “La guitarra flamenca de Yerai Cortés” sono spettacolari e coinvolgenti, come il brano “Plaza Argel” (https://trailers-ita.movieetv.com/search/plaza-argel), una bulerías eseguita nella Plaza Argel di Alicante, e “Los gitanos somos así”, una celebrazione della cultura gitana.
Ma il cuore del film è la scoperta di una tristezza nascosta, che dà vita a un affascinante enigma narrativo. La famiglia di Cortés, con il padre Miguel e la madre María, diventa il fulcro di questa esplorazione emotiva, rivelando gradualmente le vere radici del dolore del chitarrista.
Un viaggio tra tradizione e modernità
Uno degli aspetti più affascinanti del film è il contrasto tra la modernità e le radici tradizionali del flamenco. Yerai Cortés, infatti, riesce ad abitare entrambi i mondi con una naturalezza disarmante, qualcosa che ha suscitato grande interesse in Álvarez. Questo dialogo tra passato e presente è evidente sia nella musica che nelle relazioni personali di Cortés, come pone in evidenza il suo rapporto con la fidanzata Tania e la sua riflessione sull’identità.
Un regista emergente
La metamorfosi di Álvarez da star della musica a promettente regista è sottolineata dalla sua padronanza del linguaggio visivo e dalla capacità di narratore acquisita durante la lavorazione del film. La scelta di inserire se stesso nel racconto, mostrando la sua interazione con i protagonisti, aggiunge un elemento postmoderno di trasparenza e onestà.
Antonio Saura, capo di Latido Films, ha elogiato il talento di Álvarez, definendolo un cineasta straordinario capace di offrire una visione potente e profonda della vita e dell’opera di Yerai Cortés.
In chiusura
La guitarra flamenca de Yerai Cortés (https://trailers-ita.movieetv.com/search/la-guitarra-flamenca-de-yerai-cortés) non è solo un documentario musicale, ma un’opera che trascende le barriere del genere per offrire uno sguardo unico sulla cultura gitana in Spagna e sulle dinamiche familiari universali. Questo film rappresenta una tappa fondamentale nella carriera di C. Tangana e promette di lasciare un segno duraturo nel panorama cinematografico internazionale.