La battaglia di ”My Favourite Cake”: l’Iran e la lotta per la libertà artistica
L’arresto dei passaporti: un tiro e molla estenuante
Quando la coppia di registi iraniani, Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, è stata invitata al Berlin Film Festival per il lancio del loro film “My Favourite Cake”, sembrava l’inizio di un meritato riconoscimento internazionale. Tuttavia, le autorità iraniane hanno vietato loro di viaggiare, confiscando i passaporti. Dopo un breve ritorno dei documenti, la situazione è degenerata velocemente.
Solo la scorsa settimana, Moghaddam, di origini svedesi-iraniane, si stava preparando a volare in Svezia per visitare la famiglia e partecipare alla prima svedese di My Favourite Cake. Tuttavia, è stata fermata in aeroporto con una notizia agghiacciante: i passaporti erano stati confiscati di nuovo.
Questioni politiche e personali: un riflesso della società iraniana
Moghaddam ha condiviso la sua frustrazione su Instagram, chiedendosi il motivo di questo gioco psicologico crudele. ”Perché ci sono stati restituiti solo per essere di nuovo tolti?”, ha scritto, ponendo domande che risuonano nel cuore di molti cittadini iraniani. Si tratta di un’agenda nascosta per abusare mentalmente e psicologicamente delle persone?
La regista non ha risparmiato critiche al presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, denunciando il clima di inganno e ipocrisia che, secondo lei, soffoca ogni tentativo di crescita e riforma nel paese. Pezeshkian, che si presenta come un riformatore moderno, è sotto la lente d’ingrandimento da quando ha assunto la carica dopo la morte del suo predecessore, il conservatore Ebrahim Raisi.
Un film controverso che sfida le norme culturali
“My Favourite Cake” racconta la storia di una donna settantenne che riscopre l’amore dopo la morte del marito e la partenza della figlia per l’Europa. Questo film non è soltanto una narrazione personale, ma una sfida diretta alle norme culturali iraniane. Ritrae una donna senza hijab obbligatorio, persone che bevono alcol e ballano – rappresentazioni inaccettabili per il governo conservatore.
Il film, venduto ampiamente dalla francese Totem Films, viene ora distribuito in diversi paesi europei, inclusi il Regno Unito. “My Favourite Cake” è una coproduzione internazionale, realizzata da Filmsazan Javan (Iran), Caractères Productions (Francia), Hobab (Svezia) e Watchmen Productions (Germania).
Cinema come strumento di resistenza
A livello globale, il cinema ha sempre avuto un ruolo fondamentale come strumento di resistenza culturale e politica. La vicenda di Moghaddam e Sanaeeha evidenzia quanto il potere delle storie possa inquietare i regimi autoritari. L’arte cinematografica non è solo intrattenimento; è anche un mezzo potente per raccontare verità scomode e stimolare il dibattito pubblico.
Pochi generi riescono a penetrare così profondamente nella psiche collettiva come i film e le serie TV. Raccontare storie attraverso il cinema consente di esplorare le sfumature della società, dando voce a chi è spesso silenziato. In un contesto come quello iraniano, dove le libertà individuali sono severamente limitate, il successo internazionale di un film come “My Favourite Cake” è un segnale di speranza e determinazione.
Riflessioni personali per appassionati di cinema
Da appassionato di cinema, non posso fare a meno di riflettere sull’impatto di storie come quella di Moghaddam e Sanaeeha. L’arte ci permette di comprendere realtà lontane e di sviluppare una consapevolezza critica su temi globali. Il loro lavoro è un esempio luminoso di come la creatività possa sfidare l’oppressione e dare voce ai senza voce.
In un panorama cinematografico dove spesso dominano blockbuster e narrazioni convenzionali, è rinvigorente vedere come film indipendenti e coraggiosi possano emergere e fare la differenza. “My Favourite Cake” non è solo un film, ma un manifesto di resistenza e umanità.
Invito agli spettatori
Se non l’avete ancora fatto, invito tutti a guardare My Favourite Cake. Ogni visione non solo sostiene i registi in esilio, ma contribuisce a diffondere un messaggio potente di libertà artistica e resilienza culturale. In un mondo sempre più connesso, la nostra capacità di ascoltare e condividere storie può fare la differenza.