Il nuovo capitolo del true crime su Netflix: la storia dei fratelli Menendez
Netflix, noto per le sue potenti serie di true crime, ha rilasciato un nuovo episodio della sua acclamata antologia “Monster”. Questa volta, il focus è sulla scioccante vicenda dei fratelli Menendez, una storia che ha sconvolto la nazione nel 1989.
Una notte fatidica
Era il 20 agosto del 1989 quando Lyle Menendez, all’epoca 21enne, effettuò una disperata telefonata al dipartimento di polizia di Beverly Hills: “Qualcuno ha ucciso i miei genitori!” Quando la polizia arrivò alla sontuosa villa dei Menendez, trovò i corpi senza vita di Jose e Kitty Menendez, brutalmente assassinati con colpi di fucile. Jose fu colpito sei volte, mentre Kitty subì dieci colpi, tutti mentre stavano guardando la televisione.
I sospetti iniziali
All’inizio, gli investigatori ipotizzarono che l’omicidio potesse essere legato alle attività commerciali di Jose Menendez, noto imprenditore di Live Entertainment, collegando il crimine a possibili attività mafiose. Tuttavia, questa teoria presto cadde quando le indagini puntarono i riflettori su Lyle ed Erik Menendez.
Gli alibi e lo sperpero
Lyle ed Erik dichiararono di essere andati al cinema a vedere “Batman” durante l’omicidio. Ma mentre la polizia continuava le indagini, i due fratelli iniziarono a spendere in modo sfrenato la loro eredità. In soli sei mesi, avevano già speso circa 700.000 dollari in auto di lusso, orologi Rolex, ristoranti e altre spese esorbitanti.
La svolta delle indagini
La svolta arrivò nel marzo del 1990 grazie a Judalon Smyth, che segnalò alla polizia di Beverly Hills di avere registrazioni audio in cui Erik Menendez confessava l’omicidio durante una terapia con il dott. L. Jerome Oziel. Judalon era l’amante del dott. Oziel, e la sua testimonianza fornì gli elementi chiave per incriminare i fratelli.
L’arresto e il processo
Il 8 marzo 1990, Lyle Menendez venne arrestato, seguito due giorni dopo da Erik che si costituì in aeroporto. Le accuse si concentrarono sull’idea che i fratelli avessero ucciso i genitori per ottenere l’eredità stimata di 14 milioni di dollari. La vicenda prese una piega ulteriore durante il processo, iniziato nel luglio 1993, quando Lyle testimoniò riguardo agli abusi sessuali perpetrati dai genitori.
Le testimonianze strazianti
Sia Lyle che Erik raccontarono in aula l’orrore degli abusi subiti fin dall’infanzia. Lyle descrisse episodi di violenza sessuale da parte del padre tra i sei e gli otto anni. Erik confermò queste accuse, aggiungendo che nel suo caso, l’abuso non si fermò mai, spingendolo a confidarsi col fratello, atto che portò alla decisione finale di uccidere i genitori.
L’epilogo in tribunale
Il giudice dichiarò un mistrial nel caso iniziale a causa dell’incapacità della giuria di raggiungere un verdetto unanime. Un nuovo processo, iniziato nell’ottobre 1995, si concentrò maggiormente sui fatti brutali dell’omicidio, rigettando molte delle prove di abuso. Durante questo processo, Lyle rifiutò di testimoniare. Il 2 luglio 1996, i fratelli Menendez furono dichiarati colpevoli di omicidio di primo grado e condannati all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.
La ripercussione mediatica
Dal loro processo, i fratelli Menendez hanno più volte tentato di fare appello senza successo. La storia ha continuato a suscitare interesse, portando alla realizzazione di vari adattamenti, tra cui il film “Menendez: Blood Brothers”, e più recentemente, il capitolo della serie “Monster” disponibile su Netflix, che offre una nuova prospettiva su questo caso devastante.
Guarda il trailer di “Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story”.
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo sui tuoi social e lascia conoscere la tua opinione!
Non perderti i prossimi aggiornamenti! Seguici sui nostri canali social per rimanere sempre informato.