# I set cinematografici dei film indipendenti affrontano molte sfide: l'esperienza di Nora Fiffer
Creare un ambiente di lavoro familiare durante la produzione di un film indipendente può sembrare un’impresa ardua, ma la sceneggiatrice e regista Nora Fiffer era determinata a farlo per il suo film d'esordio, "Another Happy Day".
Un dramma che esplora la depressione post-partum
Il film, ora disponibile su VOD da Gravitas Ventures, racconta la storia di una nuova mamma interpretata da *Lauren Lapkus*, che affronta le complesse emozioni della depressione post-partum. Sentimenti di isolamento, difficoltà nel mantenere le relazioni sociali, un compagno che non comprende appieno le sue necessità, cambiamenti nel rapporto con il lavoro e la creatività, ed una profonda stanchezza sono temi centrali. Sono esperienze condivise da milioni di donne, ma raramente rappresentate sul grande schermo con una tale crudezza e sincerità.
> "Ero completamente impreparata non solo alla mole di lavoro della maternità, ma anche al cambiamento di identità," afferma Fiffer. "Non avevo idea di quanto sarei cambiata interiormente e di come la percezione delle persone nei miei confronti si sarebbe trasformata diventando madre. È stato un periodo molto vivido per me e sentivo il bisogno di raccontarlo."
Un progetto fortemente sentito
Lauren Lapkus, anch'essa madre di due bambini, è stata attratta dal progetto prima di diventare madre, ma dopo la sua maternità il film ha assunto un significato ancor più profondo per lei.
> "Abbiamo parlato di questo film per anni," dice Lapkus. "Quando Nora mi ha inviato per la prima volta il copione, non avevo ancora figli, ma lo amavo già. Quando ho avuto il mio bambino, ho sentito di poterlo interpretare in modo molto più autentico. Questo film mi commuove davvero, anche rimuovendo me stessa dall'equazione. È un tema così importante."
Un set a misura di famiglia
Con l'obiettivo di supportare le madri durante la lavorazione del film, Fiffer ha cercato di rendere il set più confortevole per le famiglie. Ha organizzato le giornate di riprese dalle 9 alle 17 e ha previsto servizi di babysitting sul set. Fiffer crede che qualsiasi produzione cinematografica possa mettere al primo posto le necessità dei genitori.
> "È veramente una questione di priorità," spiega. "Penso che per dimostrare che qualcosa è una priorità, bisogna inserirlo nel budget. Se l'assistenza ai bambini è una priorità, deve essere una voce di spesa. Se sono le giornate lavorative brevi, devono essere giornate lavorative brevi. Per noi, che siamo un film indipendente, si è trattato di stabilire priorità ben definite."
Un esempio di cambiamento nel settore
Lapkus riferisce di non aver mai lavorato su un set così accogliente per i genitori.
> "Ciò che Nora ha fatto prioritizzando le giornate di lavoro di otto ore per noi è stato incredibile," riflette Lapkus. "Il mio bambino aveva un anno quando abbiamo girato questo film e poterlo salutare al mattino e rivederlo la sera mi ha permesso di sentirmi coinvolta nel progetto senza sentirmi esausta."
L’accessibilità si è estesa anche alla produttrice principale, Jessie Holder Tourtellotte, che ha potuto allattare durante le riprese. Fiffer è convinta che allontanarsi dai turni lavorativi caratterizzati da giornate di oltre 12 ore possa comunque portare alla produzione di ottimi film, rendendo l'industria più accogliente per i genitori.
> "L'obiettivo era sostenere tutti, che avessero responsabilità genitoriali o altre esigenze di cura, o semplicemente desiderassero un sano equilibrio tra vita lavorativa e privata," spiega Fiffer. "Quel ritmo frenetico è inaccessibile per i genitori. Cambiare il sistema sarebbe il massimo obiettivo, inviando un messaggio che questo è un ambiente dove vogliamo che i genitori lavorino."
Guarda il trailer di "Another Happy Day"
!Guarda il trailer di Another Happy Day
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