Mohammad Rasoulof e la sua nuova sfida: portare “Il seme del fico sacro” agli Oscar
Uno sguardo al Busan International Film Festival
La recente edizione del Busan International Film Festival ha visto il regista dissidente iraniano Mohammad Rasoulof protagonizzare una discussione sulle circostanze che hanno portato il suo ultimo film Il seme del fico sacro a essere selezionato come candidato agli Oscar per la Germania, piuttosto che per l’Iran. Rasoulof è intervenuto in qualità di presidente della giuria della competizione New Currents, portando alla luce una serie di esperienze personali e professionali che hanno influenzato questa decisione.
Un’esperienza complessa e coraggiosa
Rasoulof ha condiviso le vicissitudini che hanno caratterizzato il percorso del film. In maggio, il regista ha dovuto fuggire in Europa dopo essere stato condannato al carcere e alla fustigazione dalle autorità iraniane. Il suo film Il seme del fico sacro racconta la storia di un giudice investigativo della Corte Rivoluzionaria di Teheran che lotta contro la paranoia e la sfiducia mentre le proteste contro il governo aumentano e la sua vita familiare viene devastata. La pellicola ha già ricevuto un riconoscimento significativo vincendo un premio a Cannes.
“È una situazione complicata”, ha detto Rasoulof durante la conferenza stampa a Busan. “Il mio film è stato ritirato dal governo iraniano e sono stato condannato a otto anni di prigione.” Successivamente, il regista si è trasferito in Germania, dove alcuni dei produttori del film risiedono. Ha espresso gratitudine alla Germania per aver accolto il film e compreso la sua visione.
La cultura come ponte tra le nazioni
“Per me, questo ha avuto un significato molto grande, perché stanno aprendo le braccia e comprendendo altre culture e il significato umano che viene da quelle culture”, ha aggiunto Rasoulof, sottolineando l’importanza del dialogo interculturale e della comprensione reciproca.
Guardando al futuro, Rasoulof ha affermato che continuerà a fare film “in qualsiasi circostanza e in qualsiasi parte del mondo”. Ha aggiunto che i suoi nuovi progetti riguarderanno sia la sua cultura che quella europea, con nuove storie sempre in mente.
Il panorama cinematografico iraniano e internazionale
La scelta dell’Iran per gli Oscar
Interessante anche la scelta dell’Iran per gli Oscar. Il paese ha deciso di presentare il dramma familiare In the Arms of the Tree come propria candidatura. Questa decisione riflette forse un tentativo di mostrare un altro lato della narrativa iraniana, lontano dalle tematiche critiche affrontate dai registi dissidenti come Rasoulof.
La giuria del Busan International Film Festival
Rasoulof non era solo a Busan. Tra i giurati della competizione New Currents, c’erano anche personalità influenti del settore cinematografico. Il regista coreano Lee Myung-se (“M”), l’attore cinese Zhou Dongyu (“Strangers When We Meet”), l’attrice indiana Kani Kusruti (“All We Imagine as Light”) e la direttrice del Rotterdam International Film Festival, Vanja Kaludjercic, componevano una giuria di grande prestigio.
Il rinascimento del cinema indipendente indiano
Durante il festival, Kani Kusruti ha posto l’accento sul rinascimento del cinema indipendente indiano, esaltando la raffinatezza raggiunta nella recitazione, nella scrittura dei dialoghi e nella cinematografia. “Stanno affinando il loro mestiere e, allo stesso tempo, mantenendo la diversità”, ha commentato Kusruti, che ha recitato in film premiati come “Girls Will be Girls” e ”All We Imagine as Light”.
Kaludjercic, da parte sua, ha osservato come il cinema indiano offra approcci molto diversi non solo per le lingue e le culture, ma anche per il linguaggio cinematografico utilizzato. “Quando guardiamo migliaia di film per le nostre selezioni a Rotterdam, ci sorprende maggiormente il linguaggio del cinema che proviene dall’India,” ha aggiunto.
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