Kirsten Tan dirige “Crocodile Rock”: un viaggio nel sottobosco dei club lesbici degli anni ’90 a Singapore
Popolarità internazionale e debutto con “Pop Aye”
La regista singaporiana Kirsten Tan, nota per il suo acclamato film d’esordio “Pop Aye” del 2017, torna al cinema con un nuovo progetto che promette di essere altrettanto avvincente. “Crocodile Rock” esplorerà la cultura dei club lesbici sotterranei di Singapore negli anni ’90, un periodo caratterizzato da un’intensa repressione politica e culturale.
Un ritratto vivace di una comunità invisibile
Il film seguirà le vicende di Pepsi, una giovane vagabonda che naviga nel mondo ipnotico dei club lesbici. Lungo il suo cammino, incrocerà figure affascinanti come una misteriosa proprietaria di bar e un’attivista studentesca idealista. “Crocodile Rock” prende il nome da un bar realmente esistente che ha rappresentato un faro di libertà per la comunità lesbica di Singapore per un intero decennio.
Kirsten Tan ha spiegato: “Ho scoperto l’esistenza di ’Crocodile Rock’ durante una cena con un’amica lesbica più anziana. Nonostante sia soltanto di una generazione successiva, non avevo mai sentito parlare di questo luogo iconico. Questo mi ha spinto a raccontare questa storia.”
La cancellazione della comunità queer e la revoca della Sezione 377A
La cultura queer è stata spesso cancellata dalla storia ufficiale, e il film di Tan mira a colmare queste lacune. L’abrogazione della Sezione 377A, una legge coloniale britannica che criminalizzava i rapporti omosessuali e che è stata abrogata solo nel 2023, ha finalmente permesso la creazione di un film queer a Singapore.
“La cancellazione della cultura queer è reale, e la storia tende a ometterci. Con la revoca della Sezione 377A, finalmente sembra sicuro realizzare un film queer a Singapore. Spero di fare il possibile per colmare queste lacune narrative, affinché le nostre speranze, lotte, sogni e fallimenti trovino un senso nel grande schermo del tempo,” ha dichiarato Tan.
Ricerche approfondite per una rappresentazione autentica
Il processo di ricerca per “Crocodile Rock” ha incluso interviste con oltre 20 donne lesbiche tra i 50 e i 60 anni, che hanno vissuto il turbolento decennio degli anni ’90. Nonostante il film sia una finzione, si basa pesantemente su queste testimonianze personali, contestualizzandole in un’epoca di intense repressioni poliziesche nei confronti degli spazi gay e attivisti.
“Anche se ’Crocodile Rock’ è dichiaratamente queer, affronta temi universali di amore e connessione in un’era di alienazione sociale, nel denso e impersonale paesaggio di una metropoli asiatica,” ha sottolineato la regista.
Il supporto di Tan Si En per una produzione storica
Il progetto è sostenuto dalla produttrice Tan Si En, la cui recente opera “Don’t Cry, Butterfly” ha trionfato al Festival di Venezia. “Come persona queer cresciuta a Singapore, non ho mai visto una narrazione come la mia rappresentata nella cultura mainstream. Quando ho letto ‘Crocodile Rock,’ mi sono sentita vista,” ha affermato Tan Si En.
Una collaborazione internazionale in cerca di sostegno
Il film sarà prodotto dalla Momo Film Co di Tan Si En e dalla 10 Minutes Later Films di Kirsten Tan. Con un budget stimato di 1,2 milioni di dollari, di cui il 20% già finanziato, il team punta a iniziare le riprese principali tra la metà e la fine del 2026. Attualmente, i cineasti sono alla ricerca di co-produttori, finanziatori, capi creativi dei dipartimenti e un agente di vendita mondiale.
“Ci auguriamo che l’Asian Project Market di Busan possa metterci in contatto con una variegata gamma di professionisti del settore cinematografico,” ha detto Tan Si En. L’APM si svolge dal 5 all’8 ottobre, in concomitanza con il Busan International Film Festival, dal 2 all’11 ottobre.
La narrazione di “Crocodile Rock” non solo promette di ripercorrere una parte trascurata della storia queer di Singapore, ma anche di offrire una visione universale sulle dinamiche di amore, accettazione e lotta in un mondo in continuo cambiamento.