L’inaspettato flop di Joker: Folie à Deux
La nascita del progetto
Nel giugno del 2021, Michael De Luca e Pamela Abdy assumono la direzione degli studi cinematografici di Warner Bros. Una delle loro prime decisioni è quella di dare il via libera a Joker: Folie à Deux, seguito del celebre film Joker. Questo film è stato un successo strepitoso, acclamato dalla critica e con un incasso di oltre un miliardo di dollari, ridefinendo le altezze raggiungibili da un film basato su fumetti. Con Todd Phillips riconfermato alla regia e Joaquin Phoenix nel ruolo principale, il progetto sembra una scommessa sicura.
Il pesante carico finanziario
I contratti principali erano già stati chiusi dal precedente capo, Toby Emmerich. Phillips e Phoenix ottengono rispettivamente 20 milioni di dollari ciascuno, con un budget complessivo di 190 milioni di dollari, una cifra ben superiore ai 55 milioni del primo film. Tuttavia, un dettaglio rimane in sospeso: il pacchetto di compensi per Lady Gaga, che si unisce al cast con una paga di 12 milioni di dollari.
Le aspettative e la realtà
Nonostante le aspettative altissime, Joker: Folie à Deux debutta al botteghino con un deludente incasso di 37,8 milioni di dollari negli Stati Uniti, un risultato che lascia tutti sbalorditi. Infatti, si colloca ben al di sotto di altri film del genere come The Flash e The Marvels, che, pur essendo considerati dei flop, hanno comunque incassato di più. Anche Morbius, prodotto con un budget inferiore, ha ottenuto risultati migliori.
Analisi tecnica e reazioni della critica
Uno degli aspetti più sorprendenti del fallimento di Joker: Folie à Deux è la discrepanza tra il successo del primo film e l’accoglienza negativa del secondo. La critica e il pubblico sembrano aver respinto il film in massa, portandolo a ricevere un punteggio D su CinemaScore, una valutazione storicamente bassa per un film di fumetti.
L’importanza del regista e delle scelte creative
Todd Phillips aveva carta bianca sulla produzione, un’autonomia rara nel mondo cinematografico. Non ci sono state proiezioni di prova, una mossa che solleva dubbi, dato che anche film ricchi di spoiler come Avengers: Endgame hanno avuto numerose anteprime per il pubblico. Questa autonomia, combinata con la mancanza di supervisione da parte del team DC, potrebbe aver contribuito alla direzione discutibile presa dal film.
Il contesto e le decisioni aziendali
È interessante notare che durante la produzione di Joker: Folie à Deux, il team dirigente di DC Comics si trovava in una fase di transizione, con l’assunzione di James Gunn e Peter Safran ancora in divenire. Pertanto, la supervisione aziendale era pressoché assente, lasciando Phillips libero di sperimentare senza vincoli.
Il giudizio del pubblico
La principale critica rivolta al film è la sensazione di estraneità rispetto alle aspettative del pubblico. Diversi osservatori ritengono che Phillips abbia creato un film troppo distante dai motivi che avevano decretato il successo del primo Joker, alienando così la base di fan. Curiosamente, l’idea per il sequel è venuta a Joaquin Phoenix in un sogno, e questa visione onirica è stata portata avanti con una certa testardaggine.
Conclusioni e riflessioni
Nonostante il fallimento di Joker: Folie à Deux, va riconosciuto che la decisione di produrlo era tutt’altro che semplice. La pressione di replicare un successo monstre come quello del primo Joker era altissima. In ogni caso, il flop di questo sequel ha avuto un effetto dirompente all’interno degli studi Warner Bros., stimolando riflessioni profonde sulle scelte creative future.
Aggiungendo ulteriore contesto, è importante considerare che negli ultimi anni diversi film basati su personaggi DC hanno faticato a trovare un pubblico, segno che il problema potrebbe essere sistemico e non solo legato a singoli progetti. La sfida per Gunn e Safran sarà ora quella di ridare slancio a un franchise che sembra aver perso la sua bussola narrativa.
Joker: Folie à Deux rappresenta un avvertimento per Hollywood: anche i progetti con le credenziali più solide possono inciampare se le decisioni creative non riescono a connettersi con il pubblico.