Cinema e creatività: un’occhiata dietro le quinte di “Dune: Part Two”
Immersione nella creatività collettiva del cinema
Alla proiezione speciale di Dune: Part Two tenutasi a Londra, il regista Denis Villeneuve ha ribadito il valore della collaborazione nel mondo del cinema, mettendo a confronto questo approccio con il futuro potenziale dei film generati dall’IA.
“L’aspetto che amo di più del cinema è questo atto collettivo di creatività, dove si cerca di creare poesia… Alla fine della giornata, è cinema, è narrazione. È molto commovente per me realizzarlo insieme,” ha detto Villeneuve.
Il realismo nei dettagli: l’influenza della biologia sui vermi delle sabbie
Villeneuve ha rivelato come il suo background in biologia abbia influenzato il design delle creature nel film, in particolare i vermi delle sabbie. Lui e il designer di produzione Patrice Vermette hanno studiato varie specie animali per determinare come la pelle dei vermi avrebbe dovuto resistere alle aspre condizioni del deserto. “Eravamo ossessionati dall’idea di rendere questa bestia il più realistica possibile,” ha affermato.
L’amore tra intimità e spettacolo
Secondo Villeneuve, Dune: Part Two è una storia d’amore, con la struttura del film che ruota attorno alla relazione tra Paul (Timothée Chalamet) e Chani (Zendaya). Il regista ha potenziato le scene durante le riprese per rafforzare la loro connessione, creando un equilibrio bilanciato tra intimità e grandiosità tecnica.
La maestria linguistica: la lingua Fremen
Un altro aspetto affascinante del processo creativo è stata la creazione della lingua Fremen, Chakobsa. Il linguista David J. Peterson ha sviluppato una lingua completa basata sui libri di Frank Herbert, con gli attori che hanno dovuto frequentare una “scuola di Chakobsa” per padroneggiare questa lingua immaginaria.
Le sfide della produzione: quando il ritmo cambia
Escludendo momenti ideali di creatività, Villeneuve ha ammesso che ci sono sempre giornate difficili sul set. “C’è sempre almeno un giorno in cui sono un pessimo regista, dove sembra che tu sia uno strumento scordato,” ha sottolineato, enfatizzando l’importanza di rifare le riprese quando necessario, nonostante i sentimenti iniziali di vergogna.
Un’analisi tecnica della scena dell’equitazione dei vermi delle sabbie
Durante una conversazione al BFI London Film Festival, Villeneuve ha discussi alcuni dei momenti più memorabili della sua carriera, tra cui la realizzazione della scena epica di ”Dune 2″ dove si cavalcano i vermi delle sabbie. La ripresa di questa scena ha richiesto 44 giorni, con alcuni scatti che hanno richiesto un’intera settimana per essere perfetti.
“Ho capito che, il modo in cui volevo affrontarlo, non volevo scendere a compromessi,” ha spiegato Villeneuve. “La cosa più importante con gli effetti visivi è, come lo riprenderai? E ho capito che ci sarebbero voluti mesi per girarlo.”
Per girare la scena nel modo desiderato, Villeneuve ha creato una unità separata sul set, chiamata “worm unit”, guidata da sua moglie Tanya Lapointe. Lei “capiva perfettamente la mia visione,” ha aggiunto, riconoscendo l’importanza del loro rapporto professionale e personale.
Un futuro per la saga di Dune
In aprile è stata confermata la produzione di un terzo film basato su Dune Messiah di Frank Herbert, ambientato 12 anni dopo gli eventi del primo romanzo. Villeneuve è stato chiaro sul fatto che non considera i film come una trilogia, affermando:
“Per me, era davvero un dittico. Se faccio un terzo film, che è in fase di scrittura, non sarà come una trilogia. È strano dirlo, ma se ci torno, sarà per fare qualcosa che abbia la sua identità.”
Riflessione sul futuro del cinema e dell’intelligenza artificiale
Villeneuve ha espresso preoccupazione riguardo al futuro del cinema nell’era dell’intelligenza artificiale. Anche se considera interessante l’idea di creare film solo con i computer, enfatizza che ciò che gli mancherebbe di più è l’atto collettivo e profondamente umano della creatività cinematografica.
Nel complesso, l’approccio di Villeneuve alla regia dimostra un equilibrio tra perfezionismo tecnico e la solida comprensione delle dinamiche umane, sia sul set che nelle storie che racconta.