Un viaggio surreale nella cinematografia giapponese: Lust in the Rain
Il film Lust in the Rain, diretto da Shinzo Katayama, rappresenta un interessante e complesso adattamento del manga autobiografico di Yoshiharu Tsuge. Ambientato durante la Seconda guerra mondiale, il film vive di spiccati contrasti di tono, dai momenti di azione a scene comiche e sequenze erotiche.
Un quadro artistico variegato
Katayama, che ha affinato le sue capacità come assistente regista di Bong Joon-ho, tenta di emulare lo stile del maestro coreano, mescolando elementi realistici e onirici. La mancanza della precisione tagliente e del senso dell’umorismo di Bong però rende il film a tratti difficile da seguire. La pellicola, con una durata superiore alle due ore, risulta particolarmente impegnativa nella fase iniziale, impegnandosi a sviluppare temi sostanziali soltanto nella seconda parte.
Un triangolo amoroso complicato
All’inizio, il film introduce lo spettatore in un bizzarro triangolo amoroso tra Yoshio, un aspirante mangaka, interpretato da Ryo Narita; l’anziano romanziere Imori, ruolo di Go Morita; e la fatale Fukuko, convincente Eriko Nakamura. La storia è ambientata in un villaggio remoto chiamato North Town, separato da South Town da una guardia di confine. Quest’ambientazione poco chiara contribuisce all’atmosfera surreale del film.
La visione erotica e onirica
Yoshio, il nostro narratore poco affidabile, è pervaso da fantasie sessuali che trasforma in tavole per i suoi fumetti. Una scena iniziale – da cui il film prende il titolo – vede Yoshio indurre una giovane donna a spogliarsi sotto una pioggia torrenziale per poi violentarla nel fango (atto che nel film si trasforma in sesso passionale). Queste fantasie riflettono la sua complessa psicologia e la sua infatuazione per Fukuko che, insieme a Imori, si trasferisce nel suo appartamento creando ulteriori tensioni sessuali.
Realità e fantasia
Il film si addentra in temi più profondi nella seconda metà, dove si scopre il contesto storico dell’occupazione giapponese della Cina settentrionale durante la Seconda guerra mondiale. Le fantasie di Yoshio acquistano un tono diverso, apparendo come il delirio di un soldato traumatizzato dal continuo spargimento di sangue.
Un esperimento cinematografico ambizioso
Katayama tenta di portare in scena le ossessioni di Tsuge con uno stile grandioso, alternando scene di guerra a sequenze di intimità sessuale, sia reali che fantasiose. Tuttavia, questo viaggio onirico ed erotico può risultare difficile da digerire e di sicuro richiede una propensione particolare per il genere del watakushi manga.
La performance degli attori
Il cuore della presunta storia d’amore di Lust in the Rain è retto dalle convincenti interpretazioni di Narita e Nakamura, due anime perdute che non riescono a connettersi realmente. Tuttavia, la fragilità della narrazione non permette allo spettatore di coinvolgersi completamente nelle vicende dei protagonisti. Nel climax finale, il film sembra riecheggiare una versione distorta di The English Patient, dove amore e guerra si scontrano in modi folli, ma senza mai raggiungere vette emozionali sufficienti.
Una produzione ben curata
Il film di Katayama, benché difficile da seguire e, a tratti, estenuante, dimostra una notevole cura nella produzione. La cinematografia di Naoya Ikeda e il design di produzione di Sayaka Isogai contribuiscono a creare un’atmosfera coinvolgente, capace di trasportare lo spettatore nel tumulto del periodo bellico. La colonna sonora composta da Hyoko Takai aggiunge un ulteriore strato di profondità emotiva alle scene.
Dettagli di produzione
- Produzione: Sedic International Inc.
- Cast: Ryo Narita, Eriko Nakamura, Go Morita, Naoto Takenaka, Xing Li
- Fotografia: Naoya Ikeda
- Design di produzione: Sayaka Isogai
- Costumi: Isao Tsuge
- Colonna sonora: Hyoko Takai
In definitiva, per quanto Lust in the Rain possa essere apprezzato per la sua audacia e la sua sofisticata messa in scena, la complessità narrativa e l’assenza di una chiara linea tematica possono rendere l’esperienza cinematografica faticosa per una buona fetta del pubblico.