Promesse e bugie: un viaggio nella crescita adolescenziale in “Promise, I’ll Be Fine”
Un tuffo nella vita rurale della Slovacchia
In un idilliaco quanto complesso scenario rurale della Slovacchia, “Promise, I’ll Be Fine” (Hore je nebo, v doline som ja), presentato in anteprima mondiale al Tokyo International Film Festival, ci porta tra le vite di adolescenti alle prese con le dure verità della vita. Il film, che segna l’esordio promettente della regista Katarina Gramatova, segue la storia di Eno, un quindicenne interpretato da Michael Zachensky, il cui mondo è caratterizzato dall’assenza frequente della madre.
Adolescenza tra sogni infranti e realtà
Eno vive in un piccolo villaggio dove la bellezza naturale si scontra con la povertà. Con i suoi amici, trascorre le giornate in attività che potrebbero sembrare insignificanti ma che rappresentano una fuga dalla monotonia quotidiana. Si ritrovano a mangiare pizza facendo osservazioni sarcastiche sui residenti del villaggio, guardano foto 3D di donne nude con un vecchio dispositivo stile View-Master e vagano senza meta sui loro ciclomotori. Una corsa di biciclette imminente, con un premio in denaro, rappresenta un barlume di eccitazione nella loro routine.
Relazioni familiari complicate
Eno vive con sua nonna, interpretata da Jana Olhova, che non perde mai occasione per rammentargli il sacrificio che sta facendo per lui. La madre di Eno (Eva Mores) è spesso assente, impegnata in un lavoro non specificato in una regione più prospera. La frustrazione di Eno cresce con le promesse vuote della madre di ritornare prima della fine delle vacanze. La situazione degenera quando i suoi amici insinuano che sua madre non è la donna virtuosa che lui crede, ma è coinvolta in attività sfruttatorie. Questo porta a una dolorosa resa dei conti tra madre e figlio.
Una performance coinvolgente
Le interpretazioni nel film sono autentiche e naturali. Michael Zachensky, con la sua presenza carismatica e il fascino alla James Dean, cattura perfettamente il tumulto interiore di Eno. Altrettanto notevole è Eva Mores, che riesce a trasmettere una gamma complessa di emozioni, rendendo comprensibile l’ossessione del figlio per lei e le sue capacità di manipolatrice.
Autenticità e realismo
“Promise, I’ll Be Fine” si distingue per la sua autenticità e il suo realismo. Gramatova, ispirandosi alla sua esperienza nella realizzazione del documentario “A Good Mind Grows in Thorny Places,” mette in scena un’analisi toccante della vita adolescenziale in un contesto difficile. L’ambiente della “Hungry Valleys” della Slovacchia ha un ruolo cruciale nel film, portando sullo schermo una realtà spesso dimenticata.
Impatto e prospettive
Con una durata di 1 ora e 32 minuti, il film non solo racconta una storia universale di crescita e disillusioni adolescenziali, ma getta anche una luce su una parte del mondo che raramente viene esplorata nel cinema internazionale. La prospettiva unica di Gramatova e la sua capacità di dirigere con empatia e autenticità suggeriscono che il film avrà un grande successo nei festival e nelle sale d’arte.
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Crediti completi
- Cast: Michael Zachensky, Jana Olhova, Eva Mores, Adam Suniar, Dominik Vetrak, Julius Ol’ha, Attila Mokos
- Regista e sceneggiatrice: Katarina Gramatova
- Produttori: Igor Engler, Julie Markova Zackova
- Direttore della fotografia: Tomas Kotas
- Montatori: Alex Valtr, Katarina Gramatova
- Costumista: Agata Zenklova