Una nuova prospettiva sul cinema di Hong Kong
Papa di Philip Yung: tra dramma e redenzione
Hong Kong è conosciuta per il suo vibrante panorama cinematografico, ricco di pellicole che spaziano dai film d’azione alle commedie romantiche. Tuttavia, pochi registi riescono a catturare l’essenza della città e i suoi drammi interiori come Philip Yung. Il suo ultimo film, Papa, presentato al Tokyo International Film Festival, affronta un tema sconvolgente: un figlio adolescente che uccide la propria famiglia.
Una tragedia annunciata
Il film si apre con una scena agghiacciante: Ming, un quindicenne problematico interpretato da Dylan So, uccide la madre e la sorella con un coltello da cucina. Il regista ci trasporta poi nel lungo e difficile percorso di Yuen, il padre di Ming, interpretato da Sean Lau, mentre cerca di capire perché suo figlio abbia commesso un atto così terribile.
La struttura narrativa e la tecnica
Yung esplora il “prima” e il “dopo” dell’evento attraverso gli occhi del padre, Yuen. Questo approccio ricorda molto il film del 2015 del regista, Port of Call, ma con una differenza fondamentale: qui la domanda non è “chi” ha commesso il delitto, ma “perché”. La narrazione si sposta fluidamente tra diversi periodi temporali, creando un mosaico di impressioni e ricordi che ci immergono nella mente di Yuen.
Lo stile visivo di Yung è evidente nelle scene che oscillano tra presente e passato. La sua abilità nel collegare tematicamente e visivamente gli eventi riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, rendendo ogni scena una tessera di un puzzle più grande.
Una riflessione sulla redenzione
Papa non è solo un thriller psicologico. È una riflessione su come una famiglia possa trovare redenzione dopo una tragedia così devastante. Yuen non è una figura paterna perfetta ma dimostra un amore incondizionato verso i suoi figli. Attraverso flashback, vediamo i tentativi di Yuen di essere un buon padre: addestrare Ming nel lavoro al ristorante di famiglia e permettere a Grace di accogliere un gatto randagio.
Un contesto sociale e culturale
Ambientato a Tsuen Wan, un sobborgo densamente popolato di Hong Kong, il film dipinge un quadro vivido della vita quotidiana in un quartiere fatto di grattacieli residenziali e mercati affollati. Yuen e sua moglie Yin (Jo Koo) gestiscono un ristorante aperto 24 ore su 24, servendo la comunità locale. Questo contesto aggiunge un ulteriore strato di realismo alla narrazione.
Analisi del personaggio di Ming
Ming è descritto come un ragazzo introverso e, probabilmente, affetto da disturbi dello spettro autistico. È ossessionato dai diritti degli animali e dalle problematiche ambientali, tanto che confessa di aver ucciso la madre e la sorella per evitare il sovrappopolamento del pianeta. Tuttavia, queste spiegazioni non riescono a giustificare completamente il suo gesto, lasciando lo spettatore con un senso di frustrazione e di inquietudine.
Il viaggio mentale di Yuen
Sean Lau, che ha già dimostrato il suo talento in film come Mad Detective di Johnnie To, interpreta Yuen con una sobrietà toccante. La sua performance cattura la lotta interiore di un uomo che cerca di dare un senso a un mondo crollato. La regia di Yung lo segue costantemente, dando enfasi alla sua percezione della realtà spezzata e della sua dolorosa ricerca di risposte.
Tecniche cinematografiche e stile
Il film adotta uno stile visivo particolarmente ricco, che include l’uso ampio dello slow-motion e una colonna sonora evocativa. Tuttavia, nonostante queste tecniche, il dramma non raggiunge sempre il suo massimo impatto emotivo. Yung tende a essere più un regista cerebrale che emozionale, concentrandosi sul modo in cui Yuen affronta la tragedia piuttosto che sui suoi sentimenti.
Un finale aperto
Papa non offre risposte facili. La scena finale ci mostra Yuen che continua la sua routine al ristorante, mentre la polizia ancora investiga l’omicidio nella sua abitazione. Questa dualità riflette la domanda centrale del film: come può un padre amorevole continuare a vivere in un mondo che sembra averlo tradito?
Papa di Philip Yung è un film ben realizzato, pieno di riflessioni profonde e momenti di grande tensione. Nonostante qualche limite nell’impatto emozionale, offre un coinvolgente sguardo su una famiglia devastata da una tragedia, tentando di trovare la via della redenzione.
Crediti del film:
- Cast: Sean Lau, Jo Koo, Dylan So
- Regista e sceneggiatore: Philip Yung
- Durata: 2 ore e 11 minuti
- Lingua: Cantonese
- Festival: Tokyo International Film Festival (Competizione)
Puoi scoprire di più su Papa e guardare il trailer seguendo il link.