“Being Maria”: Il viaggio travagliato di Maria Schneider
Una nuova visione cinematografica sugli eventi di “Ultimo Tango a Parigi”
Il film “Being Maria”, diretto da Jessica Palud, offre una prospettiva unica sulla travagliata vita della celebre attrice francese Maria Schneider. Questa pellicola, che ha avuto la sua anteprima mondiale al Festival di Cannes, mette in luce le difficoltà e le battaglie personali di Schneider, particolarmente legate alla sua controversa esperienza sul set del film “Ultimo Tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci.
Una produzione con un cast eccezionale
Gli attori principali
Anamaria Vartolomei, già nota per la sua brillante performance in “Happening”, interpreta la parte di Maria Schneider. Matt Dillon assume invece il ruolo di Marlon Brando, l’attore americano che ha condiviso il set con Schneider in uno dei film più discussi del cinema moderno. Le loro interpretazioni promettono di portare sullo schermo una rappresentazione intensa e commovente degli eventi.
La trama: un viaggio di dolorose rivelazioni
Attraverso gli occhi di Maria, “Being Maria” ci racconta un capitolo oscuro della storia cinematografica. L’attrice, allora giovane e promettente, si trova improvvisamente catapultata in un mondo che presto si rivelerà opprimente e traumatizzante. Il fulcro della narrazione è la scena controversa di “Ultimo Tango a Parigi”, che ha segnato profondamente la vita e la carriera di Schneider. Questo film di Palud non è solo un racconto biografico, ma un avvertimento sugli effetti devastanti della violenza sessuale nel cinema.
Una prospettiva tecnico-cinematografica
Regia e sceneggiatura
La regista Jessica Palud, insieme alla sceneggiatrice Laurette Polmanss, ha adattato il film dal libro di Vanessa Schneider “My Cousin Maria Schneider”. La loro intenzione è stata quella di restituire autenticità e profondità al personaggio di Maria, esplorando non solo i suoi traumi, ma anche la sua successiva dedizione nel combattere per i diritti delle attrici e contro la loro oggettivazione nei film.
Interpretazioni e impatto
Anamaria Vartolomei porta sullo schermo una Maria complessa e sfaccettata, con una performance che unisce vulnerabilità e forza. Matt Dillon, dal canto suo, fornisce una rappresentazione di Brando che esce dai semplici confini del personaggio cinematografico per diventare un simbolo di un’epoca controversa del cinema.
Riflessioni e commenti dal settore
La pellicola ha ricevuto un’accoglienza calorosa dalla critica al suo debutto a Cannes, con molti che ne hanno lodato la capacità di trattare temi difficili con sensibilità e profondità. Secondo i commenti dei professionisti del settore, ”Being Maria” rappresenta un’importante opera contemporanea che riflette su un passato non così lontano e che mantiene una rilevanza particolarmente forte nel contesto attuale.
Distribuzione e futuro
Kino Lorber, nota per la sua attenzione nel selezionare e distribuire il meglio del cinema mondiale, si occuperà della distribuzione del film negli Stati Uniti. Il film è atteso nelle sale nel 2025, con seguenti distribuzioni in digitale, educativo e home video.
Il contesto produttivo di “Being Maria”
Il film è stato prodotto da Marielle Duigou, con il supporto di numerosi partner internazionali. “Being Maria” è una co-produzione che coinvolge Les Films de Mina, Studiocanal e Moteur S’il Vous Plait, tra gli altri, e ha ricevuto sostegno da enti come OCS – Ciné + e la regione Bretagne.
Una riflessione finale sulla figura di Maria Schneider
Maria Schneider è stata non solo una vittima di circostanze estranee alla sua volontà, ma anche una figura di resistenza e lotta contro l’oggettivazione femminile nel cinema. Le sue esperienze, pur dolorose, hanno contribuito a sensibilizzare il settore e a far emergere la necessità di cambiamenti concreti.