La voce dell’arte: il documentario “Rule of Two Walls”
Arte e guerra: una resistenza silenziosa ma potente
In tempi di conflitto, la voce dell’arte emerge come un eco potente e resistente. Il documentario “Rule of Two Walls” del regista ucraino-americano David Gutnik rappresenta un tassello fondamentale nella narrazione della guerra in Ucraina. Con riprese iniziate all’inizio del 2022, pochi mesi dopo l’invasione, il film esplora la resilienza degli artisti ucraini rifugiati nella città di Lviv, mettendo in luce il loro coraggio e la loro creatività in tempi di devastazione.
Un mosaico di testimonianze
Lyana Mytsko e il Lviv Municipal Art Center
Lyana Mytsko dirige il Lviv Municipal Art Center, luogo di rifugio e di creazione per molti artisti. Mytsko parla dell’importanza di mantenere viva l’arte, anche nel mezzo del caos, e di offrire uno spazio sicuro dove gli artisti possono continuare a sviluppare e mostrare il proprio lavoro. Attraverso il suo racconto, emerge l’importanza della cultura come forma di resistenza.
Stepan Burban: la voce della musica
Il rapper Stepan Burban, conosciuto con il nome d’arte Palindrom, ha scelto di esprimersi in ucraino, dopo aver inizialmente scritto i suoi testi in russo. Le sue canzoni raccontano speranze e sogni infranti dalla violenza del conflitto, offrendo un potente esempio di come la musica possa diventare una forma di protesta e di sopravvivenza emotiva.
Il dietro le quinte: voci del documentario
Mykhailo Zakutskyi e l’importanza del suono
Il tecnico del suono Mykhailo Zakutskyi gioca un ruolo cruciale nella realizzazione del documentario, contribuendo a creare un’esperienza immersiva e autentica. La sua testimonianza rivela come il suono stesso, in un contesto di guerra, possa diventare un mezzo narrativo potente, capace di trasmettere le emozioni più profonde.
Olha Beskhmelnytsina: tra famiglia e documentazione
La produttrice Olha Beskhmelnytsina descrive la sua scelta di rimanere in Ucraina non solo per prendersi cura dei genitori, ma anche per documentare gli eventi in corso. Il suo impegno sottolinea l’importanza di non abbandonare la propria terra e di mettere in luce le verità nascoste del conflitto attraverso il mezzo cinematografico.
Un documentario dinamico: arte e tecnica
La scelta stilistica di Gutnik
In “Rule of Two Walls”, David Gutnik evita le interviste convenzionali tipiche dei documentari. Al contrario, il regista utilizza una colonna sonora propulsiva, movimenti di camera intelligenti e tagli dinamici per creare una fluidità unica. Questa scelta stilistica riflette l’energia e la determinazione dei soggetti, rendendo il documentario non solo un racconto visivo ma anche un’opera d’arte in sé.
La potenza delle immagini
Il documentario è diviso in tre capitoli non in base ai racconti individuali, ma piuttosto raggruppando i pensieri e le riflessioni dei vari artisti. Questo approccio consente di creare un ritratto coerente e multi-dimensionale della vita artistica in tempo di guerra.
L’impatto visivo e emotivo
Immagini sconvolgenti
Sebbene il documentario si concentri principalmente sulle storie personali degli artisti, interspera anche immagini cruenti e scioccanti. Corpi bruciati, cadaveri decapitati e corpi gonfi di decomposizione interrompono le narrative personali, ricordando costantemente allo spettatore il contesto tragico in cui queste storie hanno luogo. Questo contrasto visivo serve per enfatizzare la gravità della situazione, costringendo lo spettatore a confrontarsi con la dura realtà del conflitto.
L’iscrizione di Gutnik
Nel finale, il regista David Gutnik si inserisce nel film, parlando del dolore che nessuno nella sua famiglia parli ucraino, nonostante siano tutti nati lì. Questo tema di assimilazione linguistica e culturale richiama le politiche sovietiche, evidenziando come la cultura ucraina sia stata minacciata di cancellazione.
La resilienza della cultura ucraina
Simboli di speranza
Un’immagine potente del documentario è quella di un teatro a Mariupol prima della sua distruzione. Sebbene questo teatro non esista più in forma utilizzabile, la sua immagine rimane un simbolo tangibile di speranza e resistenza. Questo e altri simboli culturali dimostrano quanto valga la pena combattere per mantenere viva l’arte e la cultura, anche nelle circostanze più avverse.
La doppia realtà degli artisti
Per questi artisti, la “regola dei due muri” significa trovare rifugio in un corridoio durante un bombardamento, simbolizzando la loro posizione intermedia mentre cercano di esprimere i propri sentimenti nel mezzo della sofferenza. Sono sia vittime che eroi, perseverando attraverso la nebbia della guerra. La loro arte diventa un atto di resistenza, un mezzo per non dimenticare e per ricordare che anche nei momenti più oscuri, la bellezza e la verità possono emergere.
“Rule of Two Walls” non è solo un documentario sulla guerra, ma un tributo alla perseveranza e alla forza dell’animo umano, che trova nella creatività il suo ultimo baluardo di libertà.