Gli artisti ucraini tra resistenza e creatività: un viaggio attraverso l’arte sotto i bombardamenti
Introduzione
Con la guerra che incombe sull’Ucraina, la vita quotidiana è divenuta un campo di battaglia non solo con le armi, ma anche con la creatività. ”Rule of Two Walls”, un documentario diretto dall’americano-ucraino David Gutnik, offre uno spaccato profondo della resistenza culturale ucraina. Questo film riesce a catturare l’essenza della lotta quotidiana degli artisti, mettendo in luce non solo le loro difficoltà, ma anche la loro incrollabile determinazione a creare, nonostante la devastazione.
L’arte come rifugio
Lviv come santuario artistico: Molti artisti ucraini hanno trovato rifugio nella città di Lviv. Tra questi, Lyana Mytsko, direttrice del Lviv Municipal Art Center, un luogo dove l’arte viene creata ed esposta come atto di resistenza culturale. Un altro esempio significativo è rappresentato dal rapper Stepan Burban, conosciuto anche come Palindrom. Le sue liriche, rigorosamente in ucraino dopo un’iniziale fase in russo, riflettono profondamente le aspirazioni interrotte dalla guerra.
La tecnica di Gutnik
David Gutnik ha evitato le interviste convenzionali a testa parlante, preferendo un approccio più dinamico e immersivo per rispecchiare l’energia e la determinazione dei suoi soggetti. Il documentario è suddiviso in capitoli che organizzano pensieri e ricordi, con una colonna sonora incisiva e movimenti di camera che conferiscono fluidità e profondità visiva ad ogni segmento.
Scene di crudezza inaspettata
Le immagini fortemente grafiche, come corpi bruciati e cadaveri in diverse fasi di decomposizione, servono a ricordare lo spettatore della gravità del contesto in cui queste opere d’arte prendono forma. Questa crudezza è volutamente shockante, facendo emergere con potenza la realtà della guerra e il coraggio degli artisti che continuano a creare.
La dualità dell’esistenza degli artisti
Il concetto di “rule of two walls”, che implica il trovare riparo in un corridoio durante un bombardamento, è una metafora potente per la condizione degli artisti ucraini. Essi sono in una posizione di contrasto, vittime e al contempo eroi, immersi nella nebbia della guerra mentre tentano di dare voce ai loro sentimenti attraverso l’arte.
Il peso della storia
Gutnik stesso appare nel documentario, parlando della tragedia del non poter comunicare in ucraino nonostante le radici della sua famiglia. Questo richiamo alla russificazione forzata durante l’epoca sovietica sottolinea il tentativo di eliminare le individualità culturali tra le repubbliche sovietiche, mostrando come queste dinamiche storiche ancora influenzano la società ucraina odierna.
La lotta per l’identità culturale
L’idea che l’Ucraina non abbia una propria cultura, come suggerito dalla propaganda di Putin, è smontata dalle testimonianze e dalle espressioni artistiche presentate nel documentario. La varietà e la ricchezza delle esperienze narrate dimostrano l’assurdità di tale affermazione.
Conclusione
“Rule of Two Walls” non solo documenta la resilienza degli artisti ucraini, ma diventa esso stesso un simbolo di questa resistenza. Un’immagine particolarmente evocativa è quella di un teatro a Mariupol prima della sua distruzione. Sebbene l’edificio non esista più in una forma utilizzabile, la sua immagine evoca speranza e rappresenta qualcosa di tangibile per cui valga la pena combattere. Il documentario di Gutnik si colloca in questa stessa tradizione, dimostrando l’importanza dell’arte anche nelle circostanze più oscure.