# Demi Moore e il cinema del corpo: un viaggio intimo con "The Substance"
Durante una visita a Parigi per presentare la prima francese di "The Substance" e ricevere un tributo alla carriera alla Cinematheque Française, Demi Moore ha collegato i temi audaci del film di body horror di Coralie Fargeat alla tensione palpabile delle elezioni statunitensi.
Un confronto tra culture
>"L'America è costruita su puritani, fanatici religiosi e criminali," ha detto Moore dal palco della Cinematheque Française. "E si vede molto di questo anche nelle nostre elezioni adesso."
L'icona di Hollywood ha chiarito la differenza tra la sensibilità europea che ha informato "The Substance" e la mentalità prevalente che il film cerca di sovvertire.
>"La sessualità è sempre un tabù," ha proseguito. "E c'è molta paura in America riguardo al corpo. È qualcosa che non ho mai capito o con cui mi sono relazionata."
Esplorazione del corpo nel cinema e nell'arte
Demi Moore ha sempre cercato di abbattere questi tabù attraverso diversi film, cercando di portare alla luce un'interpretazione più libera e autentica del corpo umano.
>"Celebriamo il corpo nell'arte, ma lo temiamo nel cinema. Quando scegliamo di nasconderci, di isolare il nostro vero io, creiamo solitudine. C'è una maggiore liberazione quando permettiamo agli altri di vederci in tutte le nostre parti, non solo in quelle che vogliamo mostrare."
Essendo una figura di una certa età, Moore ha trovato un grande valore nel mostrarsi senza riserve, con tutte le imperfezioni che esemplificano una maggiore autenticità.
>Trailer di "The Substance"
La prospettiva unica di Coralie Fargeat
Nonostante la componente horror, "The Substance" esplora temi astratti e psicologici attraverso una lente di intensa violenza e crudeltà, che offre un commento sui rigidi standard sociali e le aspettative di genere.
>"Mi è stato chiesto, un uomo avrebbe potuto dirigere questo film? Forse sì, ma non credo che un uomo avrebbe potuto scriverlo," ha detto Moore. "Questo è un viaggio personale esplorato da una prospettiva unica."
La regista Coralie Fargeat ha ampliato queste osservazioni in un intervento successivo:
>"Il film è profondamente personale," ha spiegato Fargeat. "Riflette le esperienze della mia vita riguardanti l'immagine corporea e le aspettative su cosa significa essere una 'brava donna'."
Fargeat ha voluto sottolineare che il messaggio del film potrebbe restare rilevante per decenni a meno che non ci sia una rivoluzione sociale vera e propria a favore dei diritti delle donne.
>Intervista a Coralie Fargeat
Un futuro di speranza
Si spera che il film, nato in gran parte dalla spinta post-2016 del movimento #MeToo, possa favorire un clima sociale più positivo e incoraggiante. "The Substance" rappresenta un chiaro rifiuto delle norme oppressive, con l'auspicio di un futuro che celebri ancor di più l'autenticità e la libertà delle donne.
>"Il film è stato un grande 'vaffa' alle convenzioni rigide," ha dichiarato Fargeat con franchezza. "Spero che ci stiamo avviando verso un mondo di speranza che celebri i diritti delle donne."
Con un’attitudine di sfida, la regista ha espresso il suo desiderio di contribuire attraverso il suo lavoro a un cambiamento sociale significativo, pur riconoscendo le sfide sistemiche ancora presenti.
Conclusione dell'evento a Parigi
Durante la serata alla Cinematheque Française, l'atmosfera era di celebrazione ma anche di riflessione. Si è discusso molto su come il cinema possa essere un mezzo potente per affrontare e sovvertire le paure collettive riguardo il corpo e l'identità.
La possibilità che un film possa influenzare il pensiero e la cultura è un tema caro sia a Moore che a Fargeat, entrambe determinate a continuare a utilizzare il loro talento per affrontare e abbattere i tabù sociali.
>Scopri di più sulla Cinematheque Française