Un nuovo capitolo nella carriera di Beck e Woods
Gli scrittori e registi Scott Beck e Bryan Woods hanno finalmente raggiunto un nuovo apice nella loro carriera con il film Heretic, un horror religioso che ha richiesto oltre un decennio di preparazione e ricerca. Questa pellicola promette di essere il loro lavoro più raffinato fino ad oggi, secondo la critica e il pubblico.
Un trio di talenti in scena
Il film, che può essere descritto come un thriller psicologico, ruota attorno a tre personaggi principali: due missionarie mormoni, Sister Barnes (interpretata da Sophie Thatcher) e Sister Paxton (interpretata da Chloe East), e un potenziale convertito, Mr. Reed (interpretato da Hugh Grant). Quando le due missionarie entrano nella casa di Reed per diffondere le dottrine della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, si trovano coinvolte in un gioco mentale che sfida e contraddice la loro fede.
Guarda il trailer di Heretic per avere un’anteprima del film.
Preparazione e ricerca: un decennio di studio
Beck e Woods hanno iniziato a scrivere Heretic circa 10 anni fa, ma si sono resi conto di non essere “fluente nella voce” del personaggio di Reed. Questo li ha spinti a fare una lunga pausa per approfondire i loro studi in vari campi, dalla teologia alla filosofia.
“Woods ha dichiarato: ‘Ogni volta che scrivevamo una battuta ci rendevamo conto di aver bisogno di ulteriori ricerche. Così, nel corso di dieci anni, abbiamo letto pensatori come Christopher Hitchens e Richard Dawkins, oltre a testi sacri come il Libro di Mormon e il Corano.’ Questo intenso processo di studio ha permesso loro di scrivere un testo che sembra una prima lingua”.
La scelta del cast: un casting pianificato al dettaglio
Per il ruolo complesso di Mr. Reed, Beck e Woods avevano in mente solo una persona: Hugh Grant. “Abbiamo organizzato una campagna meticolosa per convincerlo”, racconta Woods. “Abbiamo contattato tutti quelli che conoscevamo, dall’A24 a persone vicine a Hugh, fino a convincerlo ad accettare il ruolo.”
Anche per le missionarie, Beck e Woods avevano fatto scelte specifiche. Sophie Thatcher era già nel radar dei registi, avendo lavorato insieme in The Boogeyman. Chloe East è stata scelta dopo aver visto la sua performance in The Fabelmans di Steven Spielberg. Entrambe le attrici hanno avuto un background nel mormonismo, il che ha aggiunto autenticità ai loro ruoli.
Un’esperienza personale e professionale soddisfacente
Lavorare a Heretic è stato un percorso profondamente personale per Beck e Woods. “Questo film rappresenta una parte di noi”, afferma Beck. “È stata un’esperienza incredibilmente appagante grazie a collaboratori creativi come Hugh Grant, Chloe East e Sophie Thatcher, e a una casa di produzione artista-friendly come A24”.
Il film esplora temi di fede e dubbio, morte e mistero, portando alla luce le ansie e le paure dei registi. “Dopo aver riversato tutte le nostre nevrosi e dubbi in questo film, vedere il pubblico connettersi con il nostro lavoro è estremamente gratificante”, aggiunge Beck.
Un nuovo approccio alla narrazione horror
A differenza di lavori precedenti come A Quiet Place e 65, concentrati su silenzio e azione, Heretic si basa su dialoghi intensi e idee teologiche. “Volevamo trovare un modo per rendere il dialogo e le idee altrettanto spaventosi come il silenzio in A Quiet Place“, spiega Beck. “Abbiamo voluto esplorare quanto potessimo essere strani con questo progetto.”
L’intenzione dietro Heretic era quella di creare una fusione tra elementi “lowbrow” e “highbrow”, combinando umorismo e profondità filosofica. “È stato divertente vedere come A24 abbia sfruttato il simbolismo del film per il marketing”, sorride Beck.
Sophie Thatcher, Chloe East e Hugh Grant in una scena di Heretic.
Beck e Woods hanno anche discusso l’impatto professionale ed emotivo di dirigere un cinema indipendente boutique a Davenport, Iowa, e la possibilità di lanciare una versione estesa del loro film di fantascienza 65, con Adam Driver.
In definitiva, Heretic celebra la fusione di esperienze personali e professionali, portando una nuova dimensione al genere horror attraverso un elaborato gioco di intelligenza e fede.# Il fascino enigmatico di “Heretic”: Un’analisi profonda
L’attesa di Hugh Grant
Raramente un attore come Hugh Grant si trova a un bivio così intricato tra ruoli tradizionali e bizzarre avventure cinematografiche. Quando si è trattato di scegliere il protagonista per Heretic, i creatori del film non hanno lasciato nulla al caso. La decisione di coinvolgere Grant è stata il risultato di una strategia meticolosa, che ha coinvolto contatti con molteplici figure chiave nel settore.
La sua recente trasformazione come attore di carattere, iniziata con Cloud Atlas e culminata in ruoli inaspettati come quello di un Oompa-Loompa in Wonka, ha conferito al ventaglio interpretativo di Grant una profondità rara e ispiratrice. La sfida, però, era convincere l’attore britannico ad accettare un ruolo così complesso e stratificato, compito tutt’altro che facile.
La scoperta di nuovi talenti: Sophie Thatcher e Chloe East
Più che affidarsi a grandi nomi, la produzione di Heretic ha voluto esplorare talenti emergenti. Sophie Thatcher è stata una scoperta naturale dopo il trionfo di The Boogeyman, mentre Chloe East ha catturato l’attenzione dei creatori grazie alla sua performance in The Fabelmans.
L’autenticità e la naturalezza con cui East interpreta i suoi ruoli hanno reso impossibile ignorare il suo potenziale. Entrambe le attrici avevano trascorsi nel mondo della Chiesa Mormone, un background che, pur non essendo un prerequisito, ha aggiunto uno strato di profondità alle loro interpretazioni.
L’intreccio tra realtà e finzione: il personaggio di Mr. Reed
Qual è il confine tra il personaggio di Mr. Reed e i suoi creatori? Questo interrogativo chiave sorge naturalmente durante la visione del film. Reed, con le sue riflessioni sulle religioni e i culti, rispecchia molti dei dibattiti contemporanei.
L’abilità degli autori risiede nel rendere Reed un personaggio con il quale, nonostante la sua follia, il pubblico può trovare punti di contatto. Come molti leader carismatici, Mr. Reed presenta argomenti validi, sebbene contornati da una visione distorta della realtà. Questo rende il personaggio complesso e intrigante, riflettendo domande profonde sulla fede e sulla società.
La sfida musicale: tra Hollies e Radiohead
Una delle scene più emblematiche di Heretic ruota attorno alla musica, un’area in cui gli autori non hanno lasciato nulla al caso. La scelta di includere “The Air That I Breathe” dei Hollies e la versione acustica di “Creep” dei Radiohead è stata rischiosa, ma essenziale per il racconto.
La musica non è solo un elemento di colonna sonora ma un vero e proprio strumento narrativo. Non avere un piano B per queste tracce mostra l’importanza cruciale che esse hanno nel comunicare i concetti del film. In mancanza di queste licenze, sarebbe stato difficile per il personaggio di Reed esprimere appieno la sua visione sul tema dell’iterazione nella musica.
Il background mormone e la sua influenza
Le esperienze personali di Thatcher e East con la tradizione mormone hanno portato un’autenticità indescrivibile ai loro ruoli. Non si trattava di stunt casting, ma piuttosto di una ricerca di verità attraverso le esperienze vissute delle attrici. Chloe East, in particolare, ha saputo riprodurre l’accento dei missionari dello Utah con una precisione che solo una conoscenza diretta può offrire.
Riflettere sulla religione attraverso il cinema
Heretic non è un film che cerca risposte facili. Affronta il mistero dell’esistenza e della fede, esplorando la bellezza dell’incertezza. La frase “Più sai, meno sai” è centralmente filosofica e riflette una saggezza che arriva solo con l’esperienza. Abbracciare il mistero della vita e dell’aldilà permette al film di toccare corde profonde, sia intellettualmente che emotivamente.
Heretic rappresenta una fusione audace di talento recitativo, riflessioni profondamente umane e innovazioni narrative. Si erge come un’esplorazione affascinante dei dilemmi esistenziali, rendendo il cinema non solo una forma di intrattenimento, ma uno specchio della nostra complessità interiore.## Esplorando il confine tra fede e scetticismo
Approfondimento su “Heretic”: un’analisi tecnica
Il film “Heretic” ha generato dibattiti accesi tra gli spettatori, in particolare per la sua conclusione ambigua. Il finale della pellicola, volutamente aperto a interpretazioni, richiama alla mente il celebre spinning top in “Inception”. Questa scelta narrativa non è casuale: gli autori hanno voluto stimolare la riflessione e la discussione tra il pubblico. L’opera si concentra sul tema della certezza, esplorando le nostre convinzioni più radicate e mettendo in discussione la nostra percezione della realtà.
Un viaggio emotivo attraverso la narrazione
Gli autori di “Heretic” hanno dichiarato che la loro intenzione era di far emergere una gamma di emozioni e riflessioni nel pubblico. Hanno raccontato di come le reazioni evolvano con successive visioni del film, un fenomeno che riflette lo sviluppo personale delle opinioni degli spettatori. Questo processo di evoluzione delle idee è paragonabile alle dinamiche del dibattito tra ateismo e fede.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’arte
Una delle decisioni più coraggiose degli autori è stata l’inclusione di un disclaimer sull’uso dell’intelligenza artificiale nei titoli di coda. Questo messaggio di protesta evidenzia le preoccupazioni relative alla rapida ascesa dell’IA e dell’uso indiscriminato del generative AI. Gli autori sollevano questioni cruciali riguardanti la sostituzione del lavoro umano e la protezione della proprietà intellettuale. La loro preoccupazione è che queste tecnologie possano minare l’anima dell’arte umana.
Una riflessione critica sui modelli di intelligenza artificiale
Gli autori hanno citato un esempio emblematico di generative AI nell’ambito cinematografico, dove un regista ha utilizzato questa tecnologia per creare un design di creatura che il suo team non riusciva a realizzare. Questa situazione solleva interrogativi sulla paternità artistica e sull’integrità del lavoro degli artisti. L’intelligenza artificiale, pur essendo uno strumento potente, può invertire i processi creativi tradizionali e creare disuguaglianze nel settore dell’arte.
L’esperienza del cinema tradizionale
L’avventura di “The Last Picture House”
Gli autori hanno anche parlato della loro esperienza come espositori cinematografici con l’apertura del loro cinema, “The Last Picture House”, a Davenport, Iowa. Il progetto ha riscosso un grande successo, specialmente con film meno noti che hanno saputo catturare l’attenzione del pubblico. Questo esperimento ha contribuito a rivitalizzare l’aspetto comunitario dell’andare al cinema, un’esperienza troppo spesso sostituita dallo streaming domestico.
Il valore della visione collettiva
Le proiezioni cinematografiche creano momenti di condivisione e discussione, rendendole uniche rispetto alla fruizione solitaria dei film in streaming. Gli autori sottolineano che il cinema, con la sua capacità di attrarre e unire le persone, mantiene un valore culturale insostituibile.
Riflessi sul futuro del cinema
Una delle voci più influenti nel mondo del cinema, Hugh Grant, ha elogiato l’importanza delle proiezioni su pellicola e ha esortato gli autori a espandere la loro iniziativa in Europa. Questo sottolinea quanto sia cruciale il recupero e la preservazione delle esperienze cinematografiche tradizionali in un’epoca dominata dalle nuove tecnologie.
Il potere dei luoghi nella narrazione
Utilizzo creativo degli spazi
Sebbene il cinema non sia stato ancora inserito in una sceneggiatura, gli autori riconoscono il potenziale creativo degli spazi fisici che hanno recuperato. La loro sala cinematografica ha già ospitato anteprime di lavori non definitivi, permettendo loro di percepire le reazioni del pubblico in modo autentico e immediato.
Connessione storica e personale
“The Last Picture House” sorge su un vecchio magazzino, un luogo carico di significati e ricordi per gli autori, che lo utilizzavano già in giovane età per girare filmati da studenti. Questo legame emotivo e storico aggiunge uno strato di profondità all’intero progetto.
Con il loro nuovo approccio, gli autori dimostrano come la combinazione di narrazione incisiva e una riflessione critica sulle tecnologie emergenti possa arricchire l’arte cinematografica, creando esperienze che vanno oltre la semplice visione di un film.# Heretic: un’immersione nel mondo delle note e del feedback tra filmmakers
Collaborazione tra registi: il valore delle note durante la post-produzione
L’industria cinematografica è conosciuta per la sua comunità unita, soprattutto quando si tratta di dare e ricevere feedback durante la fase di post-produzione. Recentemente, ho avuto l’opportunità di parlare con Chris Stuckmann riguardo al supporto ricevuto dai colleghi per il suo debutto alla regia, Shelby Oaks. Anche per Heretic, il duo alla regia ha beneficiato di una rete di colleghi affermati che hanno offerto preziosi consigli durante l’editing del film.
La fortuna di ricevere feedback dai propri eroi
WOODS: “Siamo stati incredibilmente fortunati ad avere alcuni dei nostri cineasti preferiti che ci hanno dato feedback su Heretic. Alcuni contatti sono avvenuti per caso. David Lowery ci ha fornito consigli sull’editing remoto utilizzando Adobe Premiere, il nostro formato preferito che pochi cineasti usano. Abbiamo chiesto se fosse disposto a dare un’occhiata a una versione preliminare del film e la sua risposta è stata estremamente calorosa e incoraggiante. Ci ha dato ottimi suggerimenti su come mantenere alta la tensione e non lasciar cadere il ritmo con troppa comicità.”
In altre circostanze, la nostra straordinaria produttrice Stacey Sher ha fatto arrivare il film a persone che erano i nostri eroi d’infanzia. Steven Soderbergh e gli editor Pietro Scalia e Fred Raskin hanno offerto idee affascinanti su come migliorare il terzo atto, e abbiamo considerato ogni singola nota ricevuta.
La visione di un regista: risposte al feedback professionale
Gli appunti ricevuti non solo hanno aiutato a migliorare il film, ma hanno anche permesso ai registi di vedere il proprio lavoro attraverso occhi esterni, rendendo più facile individuare eventuali punti deboli.
Il taglio del regista di “65”: un sogno irrealizzato?
WOODS: “Ci piacerebbe condividere un giorno il taglio del regista di 65. Non voglio dire mai, ma ci pensiamo spesso. Quel film ci è molto caro.”
BECK: “Il problema è se necessita di un processo alla Zack Snyder, con fondi per gli effetti visivi e per fare alcune cose che non erano nella versione finale. È un grande punto interrogativo al momento.”
Progetti futuri: dalle fondamenta solide alla sperimentazione audace
Un portafoglio di idee variegate
BECK: “Abbiamo cinque progetti attualmente in cantiere, ma quello che ci entusiasma maggiormente è il cinema originale. Ci piace esplorare nuove idee e non necessariamente lavorare su materiale già esistente, anche se apprezziamo quei film. Le nostre idee spaziano da un seguito spirituale a Heretic che potrebbe essere ancora più divisivo per il pubblico, a un’enorme idea di fantascienza con cui conviviamo da 10 o 12 anni.”
WOODS: “Amiamo le sfide come registi. Ci piace anche sfidare il pubblico e vedere cosa è possibile fare. È emozionante ma anche spaventoso. A volte si riesce a connettersi con il pubblico e altre volte si fallisce, ma siamo felici di correre il rischio se si tratta di qualcosa di interessante.”
Heretic è ora in programmazione nei cinema.