Il finale sorprendente di “The Penguin”
It was a dark night on set.
Un momento decisivo per Colin Farrell e il cast di “The Penguin”
Durante una sessione di domande e risposte successiva alla proiezione del finale di “The Penguin” presso il Saban Media Center il 10 novembre, Colin Farrell ha raccontato il clima cupo che ha permeato il set durante le riprese dell’episodio conclusivo della serie limitata su Max.
La serata ha visto Farrell filmare il sorprendente finale dello show, nel quale il suo personaggio, Oswald Cobb, assassina il giovane protégé Victor Aguilar (interpretato da Rhenzy Feliz).
Dinamiche tra i personaggi: Oswald e Victor
Feliz ha descritto il momento prima della sua morte come forse l’interazione più vulnerabile tra Oz e Victor in tutta la serie. Ha suggerito che gli strati interni di mascolinità tra i due impedissero loro di esprimere esplicitamente l’affetto, e che Victor abbia comunicato questo messaggio a Oz paragonandolo alla cosa più vicina a una famiglia che avesse mai avuto.
Un’analisi del tema dell’innocenza perduta
Farrell ha detto che quella scena rappresentava “la perdita dell’ultima vestigia di innocenza”. Victor, un personaggio che aveva sacrificato così tanto e mostrato una lealtà e un affetto senza pari, viene spietatamente tradito dalla persona cui aveva offerto tutto. “Era vedere quella luce spegnersi per mano di colui a cui aveva dato tutto.”
L’importanza del legame tra cast e crew
L’attore irlandese ha dettagliato come la squadra di “The Penguin” avesse trascorso un anno insieme fino a quel momento, creando un legame particolarmente stretto tra il cast e la crew. Ha rivelato di provare sia odio che rispetto per la fine narrativa del personaggio di Victor.
“C’era un’energia oscura quella notte,” ha detto Farrell. “Se chiedi al pubblico di innamorarsi di un personaggio, che sento il pubblico abbia fatto con il Vic di Rhenzy, anche la troupe finirà per innamorarsi di quel personaggio.”
L’ultima lacrima di Francis Cobb
Deirdre O’Connell, che interpreta Francis Cobb, madre di Oz, ha raccontato della pagina finale dell’ultimo episodio, che richiedeva una lacrima solitaria mentre il suo personaggio giace in uno stato vegetativo, non in grado di godere della promessa finale del figlio gangster.
O’Connell ha spiegato come interpretare quella scena straziante le fosse rimasta in mente quasi ogni giorno durante gli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Ha raccontato di non avere un piano preciso per eseguire la performance del momento finale di Francis, ma che Farrell abbia fatto qualcosa di insolito che l’ha costretta a reagire.
“Non so nemmeno se sapesse di farlo e non so come un essere umano possa farlo, ma ha ritirato il suo amore,” ha detto O’Connell. “Era assolutamente chiaro nella stanza che Oz avesse ritirato il suo amore e l’ho sentito, e il mio sangue è gelato. Mi ha dato la lacrima.”
La visione della showrunner: un antagonista umanizzato
Showrunner Lauren LeFranc ha spiegato come volesse creare una versione di Oz imperfetta ma capace di suscitare empatia. Ha espresso il desiderio di presentare questa rappresentazione di Oswald Cobb come un’analisi dell’uomo dietro l’antagonista, che i fan dell’universo di Batman conoscono dalle passate trasposizioni cinematografiche o fumettistiche.
Farrell ha sottolineato la complessità e la psicologia multifacetica del personaggio come aspetti fondamentali dietro la sua decisione di accettare il ruolo. Ha aggiunto che è stata la comprensione di LeFranc del rapporto tra Oz e Francis—specificamente il sottotesto emotivo delle relazioni tra madri e figli—che lo ha definitivamente conquistato.
“Era così umano, ed era così relazionabile,” ha detto Farrell. “Era doloroso, ma c’era anche della bellezza lì.”
Conclusioni
La serie “The Penguin” non solo esplora le dinamiche di potere e le tragiche conseguenze della criminalità, ma racconta anche storie profondamente umane. L’interpretazione di Colin Farrell e il forte legame creato sul set dimostrano quanto possa essere impattante una serie televisiva ben realizzata. Ogni scena, ogni emozione, ogni lacrima è il risultato di un lavoro collettivo che lascia il segno.