Il futuro dei documentari in Europa: sfide e opportunità
Il panorama dei documentari in mutamento
Lo scorso anno, il programma dell’International Documentary Film Festival Amsterdam (IDFA) si è concentrato intensamente sul sostentamento dei documentaristi, in un contesto di budget sempre più ridotti e un calo degli investimenti da parte dei finanziatori europei, come i broadcaster pubblici. Una domanda cruciale sorge spontanea: la situazione è migliorata nell’ultimo anno?
Purtroppo, la risposta è negativa. Il capo dell’ufficio industrie dell’IDFA, Adriek van Nieuwenhuyzen, afferma che il panorama dei documentari non mostra segni di miglioramento significativo. “Guardando a ciò che sta accadendo nel contesto dei documentari in Europa e oltre, non credo che le cose siano migliorate molto,” osserva. La situazione politica in alcuni paesi sta ulteriormente complicando la capacità dei documentaristi di realizzare i film che desiderano.
Un mercato di co-produzione e co-finanziamento sempre vivace
Dal 17 al 20 novembre, all’interno delle date dell’IDFA (14-24 novembre), si svolgerà il Forum, un mercato di co-produzione e co-finanziamento. Questo evento comprende il Forum Pitch, le Presentazioni Rough Cut, la Producer Connection e l’IDFA DocLab Forum.
Nonostante non ci sia un tema dominante, van Nieuwenhuyzen nota un forte interesse per le questioni di giustizia sociale. “Ci sono anche storie minori su comunità LGBTQ+ che non possono esprimersi liberamente, l’impatto del passato sul presente… È un mix molto variegato di progetti.”
Progetti di rilievo e nuove prospettive
Tra i progetti di rilievo di quest’anno, van Nieuwenhuyzen menziona “Trasparency Booth: Echoes of the Future” di Anna Kapustina e Alexander Mihalkovich, un progetto ucraino che esamina la storia sovietica e la Perestroika per comprendere il panorama politico odierno. Un altro progetto notevole è “Dry Sky” di Ibrahim Omar, ambientato in un piccolo villaggio in Sudan.
Anche se ci sono numerosi progetti provenienti dal Medio Oriente, tra cui quelli che affrontano le tensioni attuali come “The West Bank Project” di Kamal Al Azraq e Francesca Tosarelli, van Nieuwenhuyzen è riluttante a definire i conflitti della regione come il tema dominante del mercato di quest’anno. “I documentari creativi spesso vanno oltre le notizie quotidiane,” afferma. ”Per riflettere realmente su ciò che sta accadendo nel mondo, ci vuole tempo.”
Un anno di numeri record e nuove collaborazioni
Dopo le 800 iscrizioni record dell’anno scorso, il team dell’IDFA non si aspettava numeri ancora più alti quest’anno, ma ci sono state 820 candidature per il 2024. “È un numero travolgente,” dice il capo dell’industria. Molti progetti eccellenti sono stati rifiutati a causa della quantità crescente di iscrizioni, indicando un forte desiderio di collaborazione internazionale.
Cambiamenti nell’industria e nuovi percorsi di finanziamento
Uno dei cambiamenti più significativi nell’industria è lo spirito di collaborazione e la ricerca di fonti di supporto alternative. “Quattro o cinque anni fa, molti cineasti si concentravano sui grandi streamer. Ora, le persone sono aperte a esplorare tutte le possibilità,” osserva van Nieuwenhuyzen. “Non c’è un unico modo per ottenere finanziamenti: connettersi con più attori minori e costruire collaborazioni è un percorso molto valido da esplorare.”
Conversazioni sull’IA e nuove tecnologie
Il festival di quest’anno include due discussioni separate sull’intelligenza artificiale: “AI e filmmaking documentaristico” e “Gli umani hanno preso il controllo”. Ciò segue il film di apertura del festival, “About a Hero” di Piotr Winiewicz, che esplora le possibilità creative dell’IA attraverso un docufiction basato su software AI sviluppato per imitare il regista tedesco Werner Herzog.
Van Nieuwenhuyzen afferma di essere più interessata a porre domande alla comunità dei cineasti che a fornire risposte. “Vogliamo che le persone si facciano delle domande: cosa è disponibile? Cosa significa per noi come cineasti? Quali sono le domande etiche ed estetiche?”
Un capitolo di cambiamenti
Quest’anno, l’IDFA segna l’ultima edizione con Orwa Nyrabia come direttore artistico e Isabel Arrate Fernandez come capo del fondo Bertha del festival. “Sono triste perché amo lavorare con Isabelle e Orwa,” dice van Nieuwenhuyzen. “D’altra parte, il cambiamento porterà anche qualcosa di nuovo. In questo momento sento una perdita, anche se sono ancora con noi. Ma possiamo anche vederlo come un privilegio: sono stati con il festival per tanto tempo. Siamo fortunati.”
Per ulteriori informazioni sui film menzionati, visitate il sito trailers-ita.movieetv.com.