Un ritorno al passato: la 45esima edizione del Cairo Film Festival celebra il cinema del patrimonio
Restaurazione e innovazione: un mix imperdibile
La 45esima edizione del Cairo Film Festival ha offerto una rassegna superlativa, introducendo una nuova sezione dedicata ai film del patrimonio, con l’intento di restituire antichi capolavori al loro splendore originario. Tra le gemme selezionate, si possono annoverare titoli come “The Lonely Wife” e “The Color of Pomegranates”, in omaggio ai centenari dei grandi del cinema Satyajit Ray e Sergei Parajanov. Inoltre, sono state presentate restaurazioni in 4K di pellicole iconiche come “The Godfather Part II”, “The Thief of Baghdad” e “Cleopatra”.
Cairo Classics: una sezione rinnovata
Come parte integrante del programma Cairo Classics, il festival ha implementato la premiazione di 14 pietre miliari del cinema egiziano, recentemente restaurate e pronte ad essere riscoperti da un pubblico entusiasta. Guidato dal presidente Hussein Fahmy e dal direttore artistico Essam Zakarea, il festival si impegna a far rivivere i capolavori del passato, consolidando tale missione come pietra angolare della loro visione.
Zakarea ha evidenziato l’urgenza di tale opera di salvaguardia: “Il cinema egiziano è tra i più antichi al mondo, ma abbiamo un problema con il nostro archivio. Perdiamo film storici ogni mese e ogni giorno, poiché la maggioranza dei classici egiziani non è ancora stata digitalizzata. Per questo motivo, ci siamo assunti la responsabilità di fare qualcosa al riguardo.”
Successi e nuovi obiettivi
La sezione Cairo Classics è stata lanciata sottotono nel 2022, con la presentazione delle restaurazioni di “Diary of a Country Prosecutor” di Tawfik Saleh e “A Song on the Passage” di Ali Abdel Khalek. Grazie al successo immediato, Fahmy – icona del cinema egiziano da oltre sei decenni – ha trovato stimolo per ampliare ulteriormente il progetto: “L’idea ha avuto un enorme impatto su tutti, è stata una rivelazione per ogni spettatore. Così ho pensato, perché non restaurare ancora più titoli?”
Una missione culturale
In qualità di membro del consiglio della Holding Company for Cultural and Cinematic Investment dell’Egitto, Fahmy ha scoperto una biblioteca di quasi 1.400 titoli del patrimonio che potrebbero beneficiare di un restyling tecnologico. Con il supporto pubblico e privato e grazie all’assistenza del Centro di Restauro del Patrimonio Audio-visivo della Egyptian Media Production City, il presidente del festival ha avviato una vasta operazione di restauro, pulizia e sottotitolazione di pellicole danneggiate.
Ogni restauro comporta un costo di circa E£100,000 ($2,014), a cui si aggiungono E£20,000 ($402) per i sottotitoli. “I costi non sono così elevati”, afferma Fahmy. “Sottotitolando questi film, possiamo offrirli a una distribuzione e un’esposizione molto più ampie. Questo progetto è veramente allettante sia per me che per l’intera società.”
Una risposta positiva internazionale
Tra i primi titoli restaurati e presentati quest’anno figurano quattro opere di metà secolo del regista Salah Abou Seif, tra cui “Cairo 30” e “The Thug”, oltre a “Palace Walk” e “Palace of Desire” di Hassan El-Imam, basate in buona parte sui lavori del premio Nobel Naguib Mahfouz.
Le proiezioni hanno riscontrato un particolare successo anche nei cinema suburbani, dove il festival ha cercato di espandersi. Fahmy ha osservato con soddisfazione che gli echi si sono fatti sentire anche al di fuori dell’Egitto: “Dopo le prime proiezioni ho ricevuto molte richieste da paesi stranieri. Stiamo ricevendo email da tutto il mondo, chiedendoci di riparare altri film danneggiati nei nostri laboratori locali.”
Zakarea offre una riflessione profonda sulla natura eterna dell’arte: “Cerchiamo di vedere il nostro cinema come un’arte viva. Non facciamo distinzione tra vecchio e nuovo, perché l’arte non ha una durata limitata. Non invecchia, anzi, questi classici sembrano rinnovarsi e diventare ancora più potenti con il passare del tempo.”