Una nuova luce sul documentario irlandese “A Want in Her”
Un racconto intimo e universale
Il debutto della regista irlandese Myrid Carten, “A Want in Her”, ha recentemente ricevuto l’attenzione internazionale grazie alla sua presentazione nella sezione International Competition dell’IDFA. Questo documentario toccante esplora la complessa realtà della relazione tra Carten e sua madre Nuala, offrendo uno sguardo profondo e intensamente personale su temi universali.
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La ricerca di Carten e il viaggio emotivo
Nel documentario, Carten torna dall’Inghilterra alla sua Irlanda natale per cercare la madre, Nuala. Un tempo una brillante assistente sociale, Nuala ha subito un crollo mentale a seguito della morte improvvisa della propria madre. Da quel momento, la sua vita è stata caratterizzata da un susseguirsi di cliniche di riabilitazione, ospedali psichiatrici e periodi trascorsi in strada.
Racconti familiari e conflitti personali
Il viaggio di Carten la conduce attraverso dinamiche familiari intricate e spesso conflittuali. Le conversazioni intime, sorprendenti e talvolta impregnate di un cupo umorismo con sua madre e altri membri della famiglia rivelano le difficoltà di amare qualcuno che combatte con dipendenze e malattie mentali.
Video di famiglia dell’infanzia di Carten e registrazioni di installazioni video del suo lavoro attuale si mescolano creativamente a elementi di finzione e di realtà, catturando in modo avvincente il ciclo vizioso di cura e rabbia che permea queste relazioni.
Melodie tradizionali e immagini oniriche
Il film è arricchito da ballate tradizionali irlandesi che parlano di bevitori vagabondi e immagini sognanti della casa di famiglia trascurata. Questi elementi evocativi richiamano le radici culturali e relazionali che sono in gioco, affrontando in modi nuovi e innovativi una questione familiare e universale: come possiamo stare con coloro che amiamo senza perderci?
La creazione di un archivio familiare
Carten riflette sulle motivazioni che l’hanno spinta a documentare la storia della sua famiglia. Cresciuta come figlia unica in una famiglia numerosa e piena di personaggi affascinanti, ha sempre sentito il desiderio di archiviare le storie di famiglia. La morte di suo zio nel 2018 ha segnato l’inizio di un periodo di perdite ripetute, con cinque dei dieci fratelli di sua madre che sono deceduti in soli tre anni.
Il declino e la resilienza
In mezzo a queste tragedie, Nuala ha cominciato a declinare, diventando senza fissa dimora e ritrovandosi a dover tornare a vivere nella casa di famiglia come adulta. Questo periodo ha rivelato come le persone affrontano le proprie ombre interiori più che le proprie capacità o talenti.
Una storia specifica dal valore universale
Carten sottolinea la natura profondamente personale e rivelatrice del suo lavoro: “Mi fido abbastanza delle persone da credere che questa storia specifica e piuttosto estrema possa avere un valore universale. Molti giovani si trovano a confrontarsi con le difficoltà dei propri cari, che non devono necessariamente essere legate a dipendenze. La rabbia che accompagna questa cura è universale.”
Produzione e supporto internazionale
“A Want in Her” è prodotto da Tadhg O’Sullivan e Roisín Geraghty per Inland Films e Kat Mansoor per Snowstorm Productions, in coproduzione con Eline van Wees per Basalt Film dei Paesi Bassi. Il film ha ottenuto il sostegno di Fís Éireann/Screen Ireland, BFI Doc Society Fund, Northern Ireland Screen, Netherlands Film Fund e New Dawn Fund. È stato precedentemente selezionato per vari mercati e laboratori di sviluppo cinematografico, tra cui il Doc Market del Belfast Film Festival e l’IDFA Project Space.
Conclusione
“A Want in Her” è un documentario che riesce a trasformare la storia personale di una famiglia irlandese in una narrazione di risonanza universale, unendo competenze tecniche e profonda autorevolezza. Il film non solo racconta, ma invita lo spettatore a riflettere sulle proprie relazioni e su come gestiamo il dolore e la perdita, senza mai perdere di vista la speranza e l’amore.