Scoprire la profondità nascosta del cinema
L’approccio forense di Justine Triet al cinema
Justine Triet, nota ai più per il celebre film “Anatomy of a Fall”, vincitore di numerosi premi tra cui l’Oscar e la Palme d’Or, avrebbe potuto facilmente intraprendere la carriera di avvocato. Invece, ha deciso di dedicarsi al cinema, utilizzando un approccio quasi forense per esplorare e dissezionare la realtà.
Triet proviene dal mondo dei documentari e utilizza la finzione per raggiungere una sorta di catarsi, affrontando temi complessi e contemporanei. In una conversazione recente al Marrakech Film Festival con la produttrice e amica di lunga data, Marie-Ange Luciani, Triet ha sottolineato come il suo lavoro riflette la complessità della vita e dei problemi sociali.
L’importanza del suono nel processo creativo
Secondo Triet, il suono è l’elemento di partenza nell’arte cinematografica. Questo approccio si manifesta sia nella fase di scrittura che nella direzione degli attori. Il rapporto di Triet con il suono va oltre il set cinematografico, tanto che la regista ha rivelato che il suo produttore è stato infastidito dal fatto che lei registrava le loro conversazioni.
Questo metodo permette a Triet di creare una narrazione più ricca e immersiva, che, attraverso il suono, riesce a evocare emozioni profonde e a costruire una connessione con il pubblico.
L’anatomia di una relazione complessa
“Anatomy of a Fall” esplora il rapporto tumultuoso tra un marito e una moglie. Anche se il film riguarda le dinamiche di potere e le questioni di empowerment femminile, Triet è attenta a non ridurre la sua opera a un semplice commento sul movimento MeToo. La regista desidera piuttosto confrontarsi con questi temi in modo sottile e profondo, evitando di cadere in stereotipi o semplificazioni eccessive.
La pellicola solleva la questione se la protagonista, Sandra, abbia ucciso il marito Samuel. Tuttavia, per Triet, la cosa più importante è quello che si trova sotto la superficie, il caos della vita che il cinema può aiutare a organizzare e comprendere.
Tecniche narrative odierne: flusso tra realtà e finzione
Nel 2019, Triet ha partecipato alla Competizione di Cannes con “Sibyl”, un esempio di come la regista mescola realtà e finzione per creare opere che riflettono la psicanalisi, il fare cinema e anche l’erotismo. La differenza principale con “Anatomy of a Fall” è la questione centrale dell’omicidio, ma entrambi i film trattano la complessità delle relazioni umane e le sfumature della psiche umana.
Triet è una regista che vede nel cinema un mezzo per esplorare i lati più oscuri e caotici della vita, cercando sempre di creare un ordine narrativo che possa offrire spunti di riflessione al pubblico.
Analisi tecnica dei film di Triet
La regista utilizza una serie di tecniche cinematografiche per creare il suo stile unico. Tra queste, l’uso del montaggio discontinuo e delle riprese ravvicinate per mettere in evidenza le emozioni dei personaggi e creare un’atmosfera di tensione. Inoltre, la scelta delle colonne sonore ha un ruolo cruciale nel supportare la narrazione e nel costruire l’universo emozionale delle sue pellicole.
Triet non è semplicemente una regista che racconta storie, ma un’artista che esplora le dinamiche umane con un approccio scientifico quasi forense. Ogni dettaglio, ogni suono e ogni immagine sono scelti con cura per portare lo spettatore in un viaggio emotivo e intellettuale.
Per maggiori dettagli sui film, potete visitare Anatomy of a Fall.
Questa prospettiva unica e metodica non solo arricchisce il panorama cinematografico contemporaneo, ma eleva Triet a figura di spicco nel mondo del cinema. La sua capacità di affrontare temi complessi con profondità e sensibilità la rende una delle registe più interessanti e innovative del nostro tempo.