Celebrazione del cinema globale: il Red Sea Film Festival 2023
Il tema della “casa” è il filo conduttore della quarta edizione del Red Sea Film Festival, che torna nella sua sede originale con una nuova elegante struttura costruita su misura, nel recentemente rinnovato distretto di Al-Balad a Jeddah, un sito patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Un festival che abbraccia il mondo
La visione di Kaleem Aftab
Kaleem Aftab, responsabile della programmazione internazionale del festival, ritiene che il tema della ”casa” sia particolarmente appropriato per questa edizione. Secondo lui, infatti, il festival serve sempre più come una piattaforma chiave per il cinema africano, arabo e asiatico, con un impatto che va ben oltre il periodo del festival grazie al lavoro della Red Sea Film Foundation.
“Ci stiamo concentrando su ciò che possiamo ottenere come fondazione piuttosto che solo come festival,” spiega Aftab. Tra i 122 film che verranno proiettati quest’anno, undici sono stati sviluppati all’interno dell’ecosistema del Red Sea, incluso il film d’apertura “The Tale of Daye’s Family”, una coproduzione saudita-egiziana.
Un punto di incontro per il cinema internazionale
Aftab è entusiasta del fatto che il festival sia ormai un appuntamento di importanza globale per i cineasti internazionali. Questo ha permesso di ospitare la prima del film di Gabriele Salvatores “Naples-New York”, basato su una sceneggiatura di Federico Fellini, e di proiettare anche opere come il thriller distopico “40 Acres” di R. T. Thorne, che ha debuttato a Toronto.
Crescita delle produzioni locali e regionali
Il Red Sea Fund è diventato una pietra angolare per molte coproduzioni saudite, sostenendo successi locali come “Mandoob” e il film di genere “Naga”. Il fondo lavora a stretto contatto con i distributori in Arabia Saudita e nella regione MENA, creando una sinergia che rende il Red Sea un esempio per altre fondazioni e festival.
Promuovere nuovi orizzonti cinematografici
Un impatto significativo sul pubblico saudita
Secondo Aftab, il festival ha avuto un ruolo cruciale nell’introduzione del pubblico saudita a nuovi film provenienti da Africa, Medio Oriente e Asia. Con una popolazione di 35 milioni di abitanti, l’Arabia Saudita offre un pubblico variegato e ampio, interessato a un’ampia gamma di opzioni cinematografiche.
“Possiamo svolgere un ruolo chiave nell’ampliare le opzioni disponibili sia all’interno del paese che nella più ampia regione MENA,” afferma Aftab. “Tradizionalmente i grandi film arrivavano da India, Egitto e Hollywood, ma stiamo cercando di suscitare interesse per film diversi come ‘Freedom Way’ e ‘The Legend of the Vagabond Queen of Lagos’.”
Libera espressione artistica
Aftab sottolinea che non ha mai chiesto a un regista di tagliare i propri film per il programma internazionale del festival. La scelta si basa su ciò che ritiene ecciterà il pubblico, cercando di creare un ponte tra le culture. La selezione dei film non è limitata solo a quelli che possono essere commercializzati.
Selezione ufficiale: una visione audace
Film che sfidano i confini
Quest’anno, la selezione ufficiale comprende 16 film che affrontano tematiche complesse e talvolta controverse. Aftab cita esempi come “To Kill a Mongolian Horse”, che solleva questioni di dispute di confine tra Mongolia e Cina, e l’iraniano “6 AM”, che tratta della questione del controllo statale.
Una finestra sul mondo
Aftab ritiene che i film provenienti da Africa, Asia e mondo arabo rappresentino aree di crescita potenziale per il cinema, sia in termini di successo ai festival che al botteghino.
“Il lavoro che il Red Sea sta facendo, specialmente in Africa, e ciò che stiamo cercando di fare in Asia, offre una piattaforma a voci che forniranno un’alternativa al modo di vedere il mondo, e penso che questo diventerà sempre più interessante col passare degli anni,” conclude.
Il Red Sea Film Festival si terrà dal 5 al 14 dicembre a Jeddah, in Arabia Saudita, promettendo di essere un crocevia unico per il cinema internazionale e un trampolino di lancio per nuove ed emozionanti produzioni.