# Un viaggio cinematografico attraverso Gaza: "From Ground Zero"
Introduzione al nuovo cinema di Gaza
Il film "From Ground Zero" è la proposta della Palestina per la categoria Miglior Film Straniero agli Oscar. Diretto da 22 registi, questo progetto antologico offre un'esperienza unica sulla vita a Gaza durante i bombardamenti dell'IDF, raccontando storie di sopravvivenza ed improvvisazione creativa di un popolo sotto assedio.
Guarda il trailer di From Ground Zero.
Narrazione creativa sotto assedio
In cerca di calore, un regista brucia il suo ciak. Un insegnante raccoglie cibo per i suoi studenti. Un comico arriva al suo spettacolo e trova il luogo bombardato. "From Ground Zero" raccoglie una serie di diari cinematografici girati in condizioni critiche, ciascuno unico nella sua concezione. Tuttavia, vi è un filo conduttore: una resilienza comune e il bisogno di documentare la vita quotidiana interrotta dalla violenza.
Un atto di protesta inaspettato
Cancellato dalla linea di Cannes il maggio scorso per motivi politici, il film è stato proiettato fuori dal festival come atto di protesta. Coordinato e finanziato dal regista Rashid Masharawi, "From Ground Zero" porta in primo piano decine di artisti emergenti, che presentano ricordi digitali e cronache fai-da-te della vita moderna a Gaza.
Varietà di approcci narrativi
Gli episodi variano dai pochi minuti ai quasi dieci. Alcuni sono affascinanti e malinconici come il documentario d'apertura di Reema Mahmoud, "Selfies", che racconta di una giovane donna che usa il trucco per mascherare lo stress e mantenere un senso di femminilità in mezzo alla distruzione. Subito dopo segue "No Signal" di Muhammad Alshareef, che utilizza le macerie di edifici crollati per mettere in scena scene intense e fictizie tratte dalla realtà.
Coerenza nel differente
Nessuna delle storie o degli approcci sembra incongruente con le altre o con il progetto complessivo. Anzi, la varietà è il punto di forza: ogni breve filmato rappresenta una diversa sfaccettatura della vita sociale e personale nelle nuove cruente realtà dei creatori. Che si tratti della morte in astratto, come nel surreale "Hell's Heaven" di Kareem Satoum, o del dolore come nuova normalità, queste storie offrono uno spaccato complesso della vita a Gaza.
Incompiuto, ma significativo
È sorprendente che solo uno dei film nel progetto sia lasciato incompleto. La regista appare sullo schermo per dettagliarne i piani originali prima che i suoi cari venissero uccisi in modo tale da rendere il progetto troppo doloroso da continuare.
La memoria visiva del conflitto
Pur essendo contemporaneo, molti cortometraggi contengono flashback o immagini sovrapposte della vita prima dell'inizio della guerra tra Israele e Hamas, imbuendo il progetto di un senso palpabile di perdita. Eppure, "From Ground Zero" contiene, nei suoi numerosi tagli al nero tra un corto e l'altro, un senso di storia. Gli artisti sono stati esposti a nuove crudeltà, ma la loro familiarità con la guerra risale a decenni. Questo tema viene affrontato con poeticità nel capitolo conclusivo di Mahdi Karirah, "Awakening", raccontato con marionette fatte di scarti.
Ingenuo genio cinematografico
L'ingegno cinematografico esposto è indubbiamente impressionante e autoriflessivo allo stesso tempo. La qualità digitale lo-fi della maggior parte dei cortometraggi fa sì che il tessuto del film stesso sia un commento. Il mondo digitale è stato il segnale di fumo della Palestina tra le atrocità in corso. Molte angosciose clip della devastazione di Gaza sono apparse sui social media, ma poche sono riuscite a offrire uno sguardo così approfondito sulla vita dei cittadini di Gaza.
Storia che si svela davanti ai nostri occhi
Le immagini più familiari della Shoah sono state catturate da perpetratori o liberatori. "From Ground Zero" si colloca più nella tradizione dei fotografi Henryk Ross e Mendel Grossman, che hanno documentato la vita quotidiana nei ghetti ebraici della Polonia. È difficile ignorare quanto "From Ground Zero" appaia come storia che si svela e tragedia che si memorializza proprio davanti ai nostri occhi.
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