Chuck Russell e la magia del talento emergente
Un maestro nel coltivare stelle del cinema
Nell’arco di una carriera cinematografica che dura ormai da 40 anni, il regista Chuck Russell ha dimostrato un talento straordinario nel trasformare giovani aspiranti attori in star del grande schermo. Dai tempi in cui ha insistito per dare a Patricia Arquette il suo primo ruolo da protagonista in “A Nightmare on Elm Street 3: Dream Warriors” nel 1987, fino a lanciare Jim Carrey e Cameron Diaz al successo planetario con “The Mask” nel 1994, Russell ha sempre avuto un occhio speciale per scoprire e valorizzare nuovi talenti.
L’importanza della personalizzazione delle performance
Qualunque sia il genere, la portata o il budget del film, Russell è affascinato da quello che può ottenere il talento grezzo. Questo eterno entusiasmo per il potenziale umano è una filosofia che ha coltivato fin dall’inizio della sua carriera, nel mondo del teatro.
“Dobbiamo umanizzare le cose, che si tratti di azione, commedia o dramma,” dice Russell. “Devi entrare nella testa dei tuoi attori, devi portare la loro vera personalità nelle loro interpretazioni.”
Un ritorno alle radici con “Witchboard”
Attualmente, Russell sta parlando del suo nuovo film “Witchboard”, un remake del cult classico del 1986, che ha debuttato al Fantasia Festival di Montreal. Questo progetto horror indie ricorda i primi anni della sua carriera, iniziata con “Dream Warriors” e proseguita con il remake del 1988 di “The Blob” — entrambe pellicole che hanno lasciato un segno indelebile nei fan dell’horror degli anni ’80.
La trama e l’atmosfera di “Witchboard”
La storia di “Witchboard” segue una giovane donna di nome Emily (interpretata da Madison Iseman) che trova una tavola spiritica infestata nel bosco. Come i fan del genere possono immaginare, più usa la tavola per i suoi scopi personali, più oscure diventano le cose attorno a lei. Tuttavia, ciò che distingue questo film da altri titoli horror è il forte senso del luogo e l’ampiezza della storia.
Emily e il suo fidanzato, Christian (Aaron Dominguez), sono circondati da un gruppo di amici affascinanti che frequentano i locali del Quartiere Francese di New Orleans, dove gran parte del film è stato girato. Questo ambiente variegato offre una profondità insolita ai personaggi, situazioni coinvolgenti e, soprattutto, delle vite interne ben sviluppate.
L’importanza dell’ambientazione
Secondo Russell, la scelta di New Orleans come ambientazione ha giocato un ruolo cruciale nel dare vita alla storia.
“La mia impressione sulla stregoneria classica è legata al mistero di New Orleans,” dice. “C’è anche una vera connessione francese in questa storia. Alcuni dei più importanti processi alle streghe si sono tenuti in Francia, e c’è un legame con i coloni francesi a New Orleans.”
La fusione tra cucina e horror
Russell ha anche voluto integrare il tema culinario nella trama del film. Christian è in procinto di aprire un ristorante di alta cucina, creando così scene ricche di degustazioni e cene.
“Volevo fare un film sul cibo da tempo,” rivela Russell. “New Orleans è un posto fantastico per il cibo, e c’è un legame tra cibo e horror per me. Se [David] Cronenberg ha fatto il body horror, credo che stiamo facendo il food horror qui.”
Una narrazione non convenzionale
Contrariamente alla formula horror tradizionale che si concentra su un singolo protagonista e su una serie di morti sequenziali, ”Witchboard” offre una narrazione più diversificata e profonda. Gli eventi sono distribuiti in modo ponderato, sostenuti dall’interpretazione brillante di Jamie Campbell Bower come un professore universitario malvagio che desidera la tavola spiritica per sé.
La creazione di sequenze complesse
Un esempio dell’approccio meticoloso di Russell è una scena di una cena che va terribilmente male, che richiede una pianificazione intricata e creativa. Girata in un vero ristorante, questa scena combina più stunt ed effetti, dimostrando la capacità di Russell di creare momenti di grande impatto visivo anche con un budget indipendente.
Un impegno per un grande racconto
Russell crede profondamente nella responsabilità di offrire al pubblico una storia avvincente e ben raccontata.
“Penso che il pubblico meriti un grande racconto,” afferma. “Sono qui per servire il pubblico con storie universali e personaggi con cui possano relazionarsi.”
Un viaggio personale e professionale
Riconosce che “Witchboard” rappresenta la chiusura ideale di una sorta di trilogia personale iniziata con “Elm Street” e “The Blob.”
“È la mia trilogia dell’orrore personale,” dice. “Volevo superare me stesso. Era quella la sfida: superare ciò che ho già fatto.”
Con ”Witchboard”, Russell non solo omaggia il cinema horror che l’ha reso famoso, ma ridefinisce anche le aspettative del genere con una narrazione ricca e innovativa. New Orleans non è solo uno scenario ma un vero e proprio personaggio aggiuntivo che aggiunge atmosfera e profondità a una storia intrisa di misticismo e fascino.
Per i veri appassionati, ecco il trailer di Witchboard che offre un’anticipazione di questa avvincente pellicola.