La celebrazione di “Reservation Dogs”: Emmys finalmente riconoscono la serie rivoluzionaria
L’annuncio delle candidature agli Emmy di quest’anno ha portato una gradita sorpresa per molti appassionati di cinema e serie TV: il tanto atteso riconoscimento per “Reservation Dogs”. La commedia coming-of-age di FX ha ottenuto ben quattro candidature per la sua terza e ultima stagione, dopo che le prime due erano state largamente ignorate. Una delle nomination più significative è andata a D’Pharaoh Woon-A-Tai, il giovane attore canadese di 22 anni che interpreta Bear, il protagonista e membro centrale del gruppo di adolescenti nativi di Okern, Oklahoma.
Il percorso di crescita di Bear
Bear inizia la serie devastato dal recente suicidio del suo migliore amico, Daniel (interpretato da Dalton Cramer), e trama con i suoi compagni, i Dogs, per abbandonare la loro casa e trasferirsi in California. Il viaggio interiore di Bear si conclude con la benedizione della sua guida spirituale, William Knifeman (interpretato da Dallas Goldtooth), trovando finalmente pace con se stesso e valorizzando la sua comunità.
Woon-A-Tai ha condiviso alcuni dettagli interessanti e personali sugli anni trascorsi a girare la serie. Scopri di più su Bear e i suoi amici guardando il trailer di Reservation Dogs qui.
La crescita personale di D’Pharaoh Woon-A-Tai
Essere scelto per il ruolo a soli 18 anni, appena prima della pandemia, ha avuto un impatto significativo sulla crescita personale e professionale di Woon-A-Tai. Ha raccontato come si sia sentito subito connesso con il personaggio di Bear, persino prima di leggere l’intero script.
Ricorda ancora vividamente il provino, dove ha deciso di prendersi un rischio e distinguersi: ha chiesto se poteva sollevare la telecamera e muoversi con essa, anziché parlare staticamente nel microfono. Questa intuizione audace gli ha consentito di mostrare una dimensione più dinamica del suo personaggio, facendolo emergere tra gli altri candidati.
Il cammino di “Reservation Dogs”: dalle risate alla riflessione
Sterlin Harjo, il creatore della serie, ha instaurato un rapporto unico con i membri del cast, specialmente con Woon-A-Tai. Harjo, descritto come una figura paterna sul set, ha permesso al cast di esprimere se stesso liberamente, incoraggiando l’improvvisazione e l’autentica rappresentazione dei propri personaggi. Questo approccio collaborativo ha reso la serie non solo un successo narrativo, ma anche una piattaforma di crescita creativa per gli attori coinvolti.
Un finale meditato
Quando Harjo ha annunciato che la serie sarebbe terminata con la terza stagione, la notizia è stata accolta con sentimenti contrastanti. Tuttavia, la decisione rifletteva la convinzione che ogni storia meriti un finale appropriato. Harjo non ha mai creato la serie per mero ritorno economico, ma per raccontare una storia completa, con un inizio, un centro e una fine soddisfacente.
Uno dei temi centrali dell’ultima stagione è la comunità. Gli episodi finali accentuano l’importanza della comunità per i protagonisti, che inizialmente incolpano l’ambiente circostante per la morte del loro amico Daniel. Bear, in particolare, crede erroneamente che la sua vita sarebbe migliore altrove, solo per rendersi conto che ciò che realmente li unisce e li guarisce è proprio la loro comunità nativa.
Celebrare la vita e la morte
Il rito funebre che conclude la serie è particolarmente emozionante, evidenziando come la comunità nativa tratti la morte in modo diverso rispetto alle civiltà occidentali. La serie non solo celebra la morte, ma anche la vita, come rappresentato nell’ultimo episodio. Questo era il modo perfetto per chiudere una serie tanto amata, onorando sia il passato che il presente dei protagonisti.
Il futuro di Bear e il retaggio di “Reservation Dogs”
Quando si riflette sul futuro del personaggio di Bear, Woon-A-Tai esprime speranza: Bear ha trovato un senso di appartenenza e orgoglio nella sua comunità, e probabilmente rimarrà in Oklahoma, connettendosi sempre più profondamente alle sue radici. Anche se non sappiamo come evolverà la relazione con Jackie, è chiaro che Bear ha trovato la sua strada.
La giornata finale sul set è stata densa di emozioni. La scena conclusiva con William Knifeman ha rappresentato una chiusura significativa per il viaggio di Bear. Paradossalmente, uno dei momenti più memorabili per Woon-A-Tai è stato l’apprendimento del fischio notturno, un’azione carica di superstizioni nella cultura nativa, che ha fatto sorridere l’intera troupe.
Il retaggio di “Reservation Dogs”
“Reservation Dogs” ha lasciato un’impronta indelebile non solo nella rappresentazione nativa nei media mainstream, ma anche nella carriera di Woon-A-Tai. Da ora in poi, lavorare con registi e scrittori indigeni rimarrà una priorità per lui, assicurando che le storie native siano raccontate da chi realmente le vive.
La serie ha sollevato il dibattito sulla necessità di autentica rappresentazione e ha illuminato aspetti spesso trascurati della cultura nativa. Esplorare ulteriori dettagli su questa meravigliosa serie può offrire spunti incredibili per chi desidera comprendere meglio la sua complessità unica.
Guarda il trailer di Reservation Dogs qui.
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