Cuckoo: il nuovo capolavoro horror di Tilman Singer in debutto nelle sale
Un’ispirazione grizzly per un avvincente racconto horror
Il 40% delle specie di cuculo è noto per il suo comportamento da “parassita della covata”. Anziché costruire un proprio nido, questo volatile si insinua nei nidi di altri uccelli, nascondendo il suo uovo tra quelli dell’ospite. Il pulcino del cuculo ha un ciclo di sviluppo rapidissimo, schiudendosi prima degli altri e, appena uscito dall’uovo, spinge istintivamente fuori i piccoli dell’ospite dal nido. Il neonato poi utilizza il suo incessante richiamo per costringere l’ospite a nutrirlo fino alla maturità, crescendo spesso molto più grande del suo pseudo-guardiano.
La creazione di un nuovo genere thriller-horror
È stato questo affascinante quanto crudele tratto evolutivo ad ispirare Tilman Singer nella scrittura e nella regia del nuovo thriller psicologico “Cuckoo”. Il film segue la storia di Gretchen, una diciassettenne interpretata da Hunter Schafer, che, dopo essersi trasferita con riluttanza in una remota comunità di villeggiatura con suo padre (Marton Csokas), diventa preda di un misterioso uccello umanoide.
Un’intervista esclusiva con Tilman Singer
Con il film ora nelle sale, Singer ha preso parte a una discussione approfondita sulle influenze cinematografiche subconscie, la sua passione per le lenti grandangolari e il motivo per cui il mistero e l’horror si combinano perfettamente.
Q: Questi temi legati alle abitudini di deposizione delle uova del cuculo sembravano naturalmente adatti per un horror. Come sei arrivato a questa convinzione?
Tilman Singer: Non ero ancora sicuro. Era tutto molto fresco. Il cuculo depone le sue uova nei nidi di specie diverse di uccelli e poi lascia che questi allevino i suoi piccoli. Questi genitori ospiti, di solito più piccoli, nutrono questo gigantesco pulcino di cuculo dopo che i loro piccoli sono stati spinti fuori dal nido. Continuano a nutrire quel pulcino, e non abbandonano mai il nido. C’era qualcosa di orribile e allo stesso tempo bellissimo, e questo non riuscivo a lasciarlo andare. Così, continuando a riflettere su quest’idea, a un certo punto ho capito che si poteva sviluppare una storia familiare.
Q: “Cuckoo” viene da un luogo di ansia adolescenziale. È un tema che ti tocca personalmente?
Tilman Singer: In modo astratto e esistenziale. Ho avuto un’infanzia e una giovinezza davvero buone, nulla di orribile come quello che succede nel film. Tuttavia, ogni persona deve trovare il suo posto nel mondo, ha angosce esistenziali, pressioni, paure e ansie. Personalmente, sono un po’ più incline a queste cose. Sono più nevrotico rispetto ad altre persone e tendo a essere ansioso e sentire angoscia esistenziale. Molto di questo è finito nella storia.
Il look e il design della “donna incappucciata”
Q: Come hai progettato l’aspetto della Donna Incappucciata?
Tilman Singer: Volevo rappresentare una bellezza femminile di un’altra epoca. Mi è venuto in mente “Dressed to Kill”. Un’altra ispirazione è stata “Charade”, dove Audrey Hepburn indossa occhiali da sole grandi e un trench con una sciarpa. Queste erano le ispirazioni per l’aspetto. Abbiamo provato parrucche dagli anni ’70, ma non funzionavano. Poi, a un certo punto, abbiamo provato una parrucca tipo Marilyn Monroe, e lì tutto ha fatto clic. Ecco l’aspetto.
Rivelare il mostro: una scelta controcorrente
Contrariamente a molti film horror che nascondono il mostro fino alla fine, “Cuckoo” ci offre uno sguardo chiaro su di lei fin dall’inizio.
Q: Qual è stato il ragionamento dietro questa scelta?
Tilman Singer: La sua presenza era più importante del mistero. La vicinanza di questo personaggio spettrale con la nostra protagonista, che ha perso recentemente la madre, era cruciale. Mi sembrava più importante la vicinanza a questa figura spettrale che nasconderla. Era chiaro che a metà del film dovevamo avere una visione completa di lei.
L’effetto del time loop e l’influenza dell’ipnosi
Q: Come sei arrivato all’effetto del time loop come sintomo del “richiamo dell’uccello?”
Tilman Singer: Volevo un senso di intrappolamento psicologico. Pensando ai cicli, ce ne sono molti nel film: familiari, naturali, ecc. Volevo mostrare lo stesso take o quasi lo stesso shot più volte per creare questo effetto. Questo capita spesso in fase di montaggio, ed è un effetto che ho sempre trovato interessante.
L’iconica foresta e la scelta delle lenti grandangolari
Le riprese nella foresta sono un elemento iconico dei film horror, e le lenti utilizzate rendono gli ambienti onirici e soffusi. Singer spiega che la sua preferenza per le lenti grandangolari deriva dall’immersione totale che esse offrono: “Quelle lenti ti fanno sentire come se fossi davvero lì, perché lo schermo sembra avvolgerti”.
Il connubio tra horror e mistero
Q: Cosa ti ispira nel fondere questi generi nei tuoi film?
Tilman Singer: Si combinano così bene insieme, come il gelato alla vaniglia e al cioccolato. L’horror riguarda sempre la morte, la fine della vita. E un mistero non è mai la scoperta di qualcosa di bello, ma di chi è l’assassino. Questi elementi si combinano per creare una tensione intrigante.
Influences cinematografiche e formazione del regista
Singer menziona influenze iconiche come David Lynch e Brian De Palma, ma anche Federico Fellini e Michelangelo Antonioni. Tuttavia, confessa che spesso le influenze emergono inconsciamente, venendo notate solo a posteriori dai membri del pubblico.
La visione per “Cuckoo”
Q: Qual è il cuore di “Cuckoo”, da che cosa è nato il progetto?
Tilman Singer: Volevo parlare di accettazione in uno stato da incubo. Il film riflette su strutture familiari, conflitti generazionali e la violenza ciclica. Mostra come affrontiamo questi elementi, non per glorificarli, ma per accettare che fanno parte di noi.
Hunter Schafer parla di “Cuckoo”
Con “Cuckoo”, Singer crea un mondo dove l’orrore e il mistero si intrecciano, offrendo allo spettatore un viaggio immersivo nei meandri delle paure umane e delle relazioni familiari. Una visione imperdibile per chi ama il cinema intenso e riflessivo.