Joel Souza torna sul set di “Rust” dopo la tragedia: riflessioni ed emozioni
Un tragico evento ha segnato le riprese del film “Rust” nell’ottobre 2021, quando una pistola di scena impugnata da Alec Baldwin ha esploso un proiettile vero che ha ucciso la direttrice della fotografia Halyna Hutchins e ferito gravemente il regista Joel Souza. In una recente intervista, Souza ha ripercorso quei terribili momenti e ha parlato della difficile decisione di completare il film.
L’impatto di un evento surreale
Souza, visibilmente scosso, ha descritto la sensazione di essere stato colpito da un proiettile come “essere colpito da un cavallo o da una mazza da baseball”. Il regista si trovava dietro Hutchins, dirigendo la scena, quando il proiettile ha colpito entrambi. “Tutto il lato destro del mio corpo è diventato insensibile, ma al tempo stesso provavo un dolore lancinante,” ha raccontato.
La ferita subita da Souza è stata estremamente grave: il proiettile ha mancato per poco i suoi organi vitali. “Ricordo di essere andato a letto quella notte sperando di non svegliarmi il mattino seguente,” ha confessato, sottolineando come quel momento fosse stato profondamente difficile per lui.
Questione di giustizia
La sparatoria ha dato origine a una serie di cause legali che si sono concluse solo di recente. Molti si sono chiesti se sia stata fatta giustizia. Souza, tuttavia, si mostra disilluso: “Non so più cosa significhi giustizia. Nessuno si sente bene quando qualcuno va in prigione. Se ti senti bene, guardati allo specchio.”
L’opinione del regista è particolarmente complessa quando si parla delle accuse di omicidio colposo rivolte a Baldwin, che sono state successivamente ritirate. “C’è chi sostiene che Baldwin avrebbe dovuto controllare l’arma e chi invece ritiene che così avrebbe creato un problema di sicurezza. Non so più cosa pensare,” ha detto Souza.
Il ritorno sul set: un omaggio a Hutchins
Nonostante la tragedia, Souza ha deciso di tornare sul set per portare a termine il film, in parte per onorare la memoria di Hutchins. “Sapere che completare il film avrebbe beneficiato economicamente la famiglia di Halyna era molto importante per me,” ha spiegato. “Per chi non è creativo può sembrare banale, ma l’ultima opera di una persona conta, e farla vedere al pubblico conta.”
Bianca Cline, una cineasta vicina a Hutchins, ha preso il posto di Halyna, e la scena dell’incidente è stata completamente eliminata dal film. “Abbiamo riconcepito tutto,” ha detto Souza, sottolineando che non voleva che nessuno aspettasse di vedere qualcosa di doloroso.
Un rapporto cambiato
Parlando del suo attuale rapporto con Baldwin, Souza ha detto: “Non siamo amici né nemici. Non c’è nessuna relazione.” Le riprese rimanenti sono state completate a marzo, ma il film deve ancora essere distribuito.
Souza spera che il pubblico, una volta visto il film, apprezzi il talento di Hutchins e non si concentri esclusivamente sulla tragedia. “Halyna avrebbe dovuto lavorare in grandi produzioni. Chiunque abbia lavorato con lei sapeva quanto era talentuosa.”
Per chi fosse interessato, è possibile vedere il trailer di “Rust” e ottenere maggiori dettagli sulla produzione del film.
Riflessioni sui pericoli sul set
Questa tragica vicenda ci spinge a riflettere sui pericoli presenti sul set cinematografico. Gli incidenti possono accadere in qualsiasi momento, e la sicurezza dovrebbe essere sempre al primo posto. La tragedia che ha coinvolto Hutchins e Souza sottolinea quanto sia importante verificare sempre ogni dettaglio, soprattutto quando si utilizzano armi di scena.
La perseveranza dell’arte
Nonostante tutto, la decisione di Souza di completare il film rappresenta un atto di perseveranza e dedizione all’arte cinematografica. Proteggere l’eredità di Hutchins e permettere al mondo di vedere il suo lavoro finale è un gesto di grande rispetto e amore verso la sua memoria.
Il mondo del cinema, delle serie TV e della musica, sebbene spesso glamour e scintillante, è fatto anche di momenti di grande dolore e umanità. Ed è proprio in questi momenti che l’arte riesce a toccare le corde più profonde della nostra anima, ricordandoci la bellezza e la fragilità della vita.