Una nuova gemma autunnale di Hong Sangsoo
Un invito sottile al viaggio interiore
Quando si parla di Hong Sangsoo, ogni fan del cinema d’autore sa che sta per immergersi in una narrazione ricca di sfumature delicate e riflessioni esistenziali. Il suo trentaduesimo lungometraggio, “By the Stream”, non fa eccezione. Questo nuovo capitolo della sua vasta filmografia ci accoglie con un abbraccio lieve ma deciso, fatto di toni autunnali e una palette cromatica che richiama le calde sfumature dell’autunno.
La storia si apre con un incontro educato tra due persone che, pur essendosi conosciute in passato, sono ora separate da una vaga distanza emotiva. “Non sei cambiato affatto”, dice uno all’altro, catalizzando un viaggio emozionale che esplora quanto sia cambiato tra di loro e quanto sia stato dimenticato lungo il cammino.
By the Stream si distingue per un approccio narrativo sfuggente e una caratterizzazione morbida, elementi che possono forse allontanare nuovi spettatori, ma che incantano i fedelissimi di Hong.
Un canovaccio tra nostalgia e modernità
Il protagonista, Sieon, interpretato con maestria da Kwon Haehyo, è un ex attore ormai divenuto libraio. La sua nipote, Jeonim (Kim Minhee), è un’insegnante d’arte solitaria che insegna in un’università femminile di Seoul. Chiede al suo zio di aiutarla a dirigere una rappresentazione teatrale annuale, un ruolo più adatto al suo passato teatrale.
L’accordo è intriso di nostalgia, non solo per il passato teatrale di Sieon, ma anche per i suoi ricordi giovanili di partecipazione a un concorso simile. Tuttavia, la scoperta di essere una seconda scelta per il progetto, dopo che il direttore originale è stato rimosso per scandali personali, aggiunge una sottile ironia alla situazione.
Un manto di riflessioni
L’incontro con Jeong, una fan di lunga data e ammiratrice segreta, introduce una dimensione romantica che attraversa il film con eleganza. Le frequenti scene di pasti e bevute, un marchio di fabbrica di Hong, sono qui utilizzate per esplorare la complessità delle relazioni umane. Come spesso accade nei film del regista, ciò che si mangia e si beve diventa un veicolo per esprimere intimità e ostilità.
In particolare, la transizione da vini civili a un più intimo makgeolli (vino di riso coreano) aggiunge un ulteriore strato di significato alle interazioni tra i personaggi. È attraverso questi momenti che emergono i veri legami e conflitti nascosti tra i protagonisti.
Il fluire delle emozioni
Seppur “By the Stream” possa sembrare privo di trama a un occhio disattento, Hong riesce a tessere una narrazione attraverso sguardi, pause e, in un tocco cosmico, le fasi lunari. Le emozioni trasbordano in momenti inaspettati, come in una scena commovente in cui Sieon domanda alle sue giovani attrici cosa vogliono diventare. Le risposte vanno dal “diventare una persona che ama veramente” a “proteggere la più piccola lampada nell’angolo”.
Questa tenerezza emotiva non è comune nei film di Hong, ma ciò non fa che arricchire un modello narrativo coerente nel tempo. La cinematografia di Hong Sangsoo resta immutata, costantemente in evoluzione nelle sue sfumature e sentimenti.
Link trailer e risorse utili
Per i veri appassionati del cinema minimalista ed emotivamente complesso, Hong Sangsoo continua a essere una fonte inesauribile di meraviglia e introspezione. Ogni suo film è una finestra su una parte del mondo che spesso diamo per scontata, ma che, con il suo tocco magistrale, riesce a diventare straordinaria.