Un anno d’oro per Carrie Coon: tra corsetti e costumi da bagno
L’attrice Carrie Coon ha vissuto un anno ricco di soddisfazioni e sfide. Con una nomination agli Emmy per il ruolo di Bertha Russell in “The Gilded Age” e le riprese in Thailandia per la terza stagione della serie antologica “The White Lotus”, la sua carriera è in un momento di grande fermento.
Dalla Thailandia a New York: un viaggio estremo
“Rientrata dalla Thailandia solo qualche settimana fa, sono subito tornata sul set di ‘The Gilded Age’ appena 48 ore dopo l’atterraggio”, racconta Coon. Le riprese di “The White Lotus” si sono prolungate a causa del maltempo, lasciandole pochissimo tempo per adattarsi. “Passare dai costumi da bagno ai corsetti è stato un cambiamento drastico,” confessa l’attrice, “e i primi giorni sono stati terribili. Ho chiesto un po’ più di tempo per adattarmi, e fortunatamente il cast e la troupe hanno capito e mi hanno sostenuta.”
Un anno di grandi ruoli: dai fantasmi alle sorelle in “His Three Daughters”
Quest’anno, Coon ha ripreso il ruolo nella seconda puntata del reboot di “The Ghostbusters”. Il prossimo progetto la vede protagonista del dramma Netflix “His Three Daughters” di Azazel Jacobs. Nel film, interpreta Katie, una donna che si riunisce con le due sorelle (interpretate da Natasha Lyonne ed Elizabeth Olsen) per prendersi cura del padre morente nel suo appartamento di New York.
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Dietro le quinte di “The White Lotus”
Quando le viene chiesto quanto conoscesse delle prime due stagioni dello show prima di ottenere il ruolo, Coon rivela di essere sempre stata una fan di Mike White. “Amo ‘Enlightened’, penso sia una delle serie più straordinarie e complesse mai trasmesse.”
L’audizione per “The White Lotus” ha seguito il consueto iter dell’industria. “Ho fatto un’autotape, con qualche informazione contestuale ma senza script completo. Ho un caro amico, Olli Haaskivi, che mi aiuta sempre. Lui è stato in ‘Oppenheimer’ e sa come far emergere il meglio negli audition tapes.”
Coon solleva anche una critica al processo attuale delle autoproclamazioni videoregistrate: “Penso che sia dannoso per la nostra professione. È ingiusto per gli attori non avere materiali concreti su cui lavorare. Questo processo non rispetta il nostro mestiere.”
Il futuro di “The Gilded Age” e non solo
Parlando del futuro della serie “The Gilded Age”, Coon è entusiasta ma cauta. “Al momento abbiamo un contratto annuale. Se i numeri dovessero salire alle stelle, potremmo ottenere un accordo pluriennale, ma questo è fuori dalla mia competenza.”
Un episodio musicale della serie? “Stiamo lasciando soldi sul tavolo! Penso che dovremmo fare un musical di Natale a Broadway, come ‘Downton Abbey’ ha il film di Natale.”
Il fascino di Morgan Spector come “zaddy”
Interrogata su Morgan Spector, che interpreta suo marito nella serie e ha recentemente guadagnato fama come “zaddy”, Coon ride. “Gli dico sempre di abbracciare questa nuova immagine. Trovo questa scoperta di Spector davvero deliziosa, soprattutto perché è così con i piedi per terra, un grande socialista e femminista. La sua selfie senza pantaloni con la maglietta di Bertha è diventata molto popolare.”
“His Three Daughters”: un’interpretazione intensa
Il film “His Three Daughters” si svolge quasi interamente in un piccolo appartamento di New York. “Abbiamo girato in un appartamento a pochi isolati da casa di Aza,” spiega Coon. “È stata una vera sfida con le limitazioni spaziali.”
Riguardo al personaggio di Katie, Coon riflette: “Mi riconosco nel suo bisogno di controllo, una cosa che capisco molto bene. Se tutti seguissero il suo consiglio, tutto andrebbe bene. Questo è esattamente ciò che faccio spesso con i miei fratelli.”
Prossimi progetti e opinioni su Hollywood
Alla domanda sul suo possibile ritorno nella saga Marvel, Coon risponde: “Non lo so, è fuori dalla mia competenza. Se dovessi tornare, mi piacerebbe lavorare con altri attori. La prima volta è stata piuttosto solitaria.”
Coon tocca anche il tema della crescente influenza di Marvel su Hollywood: “Non sono in disaccordo sul fatto che l’industria cinematografica sia cambiata, ma non è solo colpa di Marvel. È il risultato delle decisioni prese da chi pensa solo ai profitti, non all’arte.”
Carrie Coon ci ricorda che dietro ogni grande interpretazione ci sono sfide e sacrifici che gli attori affrontano quotidianamente. Le sue esperienze ci offrono uno sguardo privilegiato su un’industria in continua evoluzione.
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