La testimonianza di Jenna Ortega: tra intelligenza artificiale e social media
L’intrusione dell’AI nella vita privata
Jenna Ortega ha recentemente condiviso esperienze scioccanti riguardo l’intrusione dell’intelligenza artificiale (AI) e dei social media nella sua vita personale durante un’intervista. Quando era ancora un’adolescente, Ortega ha rivelato di aver deciso di abbandonare Twitter dopo aver scoperto immagini esplicite generate dall’AI che la ritraevano. Queste immagini erano accompagnate da messaggi sconvolgenti da parte dei fan, che variavano da “disgustosi” ad “assurdi”.
“Odio l’AI,” ha dichiarato Ortega. Pur riconoscendo che l’AI può avere applicazioni straordinarie, come nel campo della medicina per la diagnosi precoce del cancro al seno, l’attrice ha sottolineato quanto possa essere disturbante vedere tale tecnologia utilizzata in modo perverso.
Ortega ha ricordato un episodio particolarmente traumatico avvenuto quando aveva solo 12 anni: ha ricevuto un messaggio diretto su un social media contenente la foto non richiesta di un uomo nudo. Questo, purtroppo, era solo l’inizio della lunga serie di molestie online che avrebbe subito negli anni successivi.
L’addio a Twitter: una scelta necessaria
Con l’aumento della sua fama, soprattutto dopo la messa in onda di uno specifico show, la situazione su Twitter è peggiorata drasticamente. Ortega ha spiegato di aver sentito una crescente pressione per mantenere attivo il suo account per costruire la sua immagine pubblica, ma il volume crescente di contenuti offensivi e immagini alterate l’ha portata a prendere la decisione di eliminare il suo profilo due o tre anni fa.
“Era disgustoso e mi faceva sentire a disagio,” ha dichiarato Ortega. Ha spiegato che il costante bombardamento di contenuti inappropriati la faceva sentire a disagio, al punto da decidere di lasciare la piattaforma: “Un giorno mi sono svegliata e ho pensato, ‘Non ne ho più bisogno.’ Così l’ho eliminato.”
L’esperienza alla luce del successo attuale
Nonostante i difficili esordi, Jenna Ortega è oggi impegnata nella promozione di “Beetlejuice Beetlejuice” di Tim Burton, che aprirà il Festival del Cinema di Venezia prima di uscire nei cinema. L’attrice ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo a soli nove anni, un inizio precoce che l’ha resa vulnerabile alle molestie online.
Guarda il trailer di Beetlejuice Beetlejuice.
Guardando indietro, Ortega riflette sui difficili inizi con una certa gratitudine, nonostante i traumi vissuti. Ha spiegato che l’esperienza accumulata sul set sin dalla giovane età le ha permesso di sviluppare una profonda conoscenza del cinema e una sicurezza professionale che poche persone alla sua età possono vantare.
“Ci sono momenti in cui lo rimpiango; ci sono momenti in cui i miei genitori lo rimpiangono. Tuttavia, non cambierei nulla. Sono incredibilmente grata per le lezioni che ho appreso. Ora, quando entro su un set, conosco la terminologia delle telecamere, so cosa fanno grip e gaffer, e posso collaborare con il direttore della fotografia; sono estremamente consapevole di tutto ciò che accade intorno a me.”
Riflessioni sulla cultura digitale
La vicenda di Jenna Ortega riflette un tema molto più ampio riguardante l’interazione della celebrità con i social media e le nuove tecnologie. In un’epoca in cui vivere sotto i riflettori può comportare esposizioni indesiderate e violazioni della privacy, l’esperienza di Ortega solleva importanti domande sull’etica nell’uso dell’AI e la responsabilità dei social media nella protezione degli utenti, soprattutto quelli giovani e vulnerabili.
L’attrice ha lanciato un potente messaggio sull’importanza di disconnettersi quando la situazione diventa tossica e di proteggere la propria salute mentale. Conducendo una vita più riservata, Ortega continua a concentrarsi sulla sua carriera, dimostrando che è possibile avere successo senza compromettere il proprio benessere personale e psicologico.
Questa testimonianza non solo ci avvicina di più alla realtà di chi vive sotto una costante pressione pubblica, ma ci fa anche riflettere sul lato oscuro della tecnologia e sulla necessità di regolamentazioni più rigide per proteggere la privacy e la dignità di tutti.